Linguine con agretti e tarallo napoletano

Agretti: noti anche come “barbe di frate” o “senape dei monaci”, gli agretti sono piante di piccole dimensioni, tipiche della stagione primaverile: dell’intero arbusto si utilizzano i germogli e i rametti più giovani e teneri. Si usano spesso in cucina,
Tarallo napoletano: è quello con ‘nzogna (sugna), pepe e mandorle intere. Una delizia.

Questa ricetta l’abbiamo pensata noi … ed è squisita.

INGREDIENTI X 2 p.
160 g linguine
1 mazzetto di agretti
2 grossi taralli napoletani (con pepe e mandorle)
½ spicchio di aglio
Olio evo q.b.
PREPARAZIONE
Mettere a bollire l’acqua per la pasta. Nel frattempo spuntare gli agretti eliminando la parte bianca e terrosa, lavarli molto bene e a lungo. Quando l’acqua bolle, salarla e versarvi gli agretti, farli cuocere per 3 minuti e, con una schiumarola, prelevarli e farli scolare molto bene.
Cuocere la pasta nella stessa acqua, anche se sono rimasti degli agretti. Intanto in una larga padella soffriggere lo spicchio di aglio, eliminarlo, se non piace aggiungere gli agretti con qualche cucchiaio di acqua della pasta e aggiungere un tarallo sbriciolato grossolanamente lasciando che il tutto si insaporisca.
Scolare la pasta al dente e versarla nella padella mescolando e aggiungendo poca acqua se occorre.
Impiattare cospargendo di altro tarallo sbriciolato e guarnire con un pezzo intero. Servire caldissimo.

“Maledetta primavera”, il film

Tornare a cinema è un piacere: altra visione, altri suoni, altra atmosfera … Di domenica ci andavo spesso da bambino con i miei genitori, quando la famiglia si univa a sognare o vivere tante storie … E la famiglia è al centro di questo film di Elisa Amoruso che ha attinto dai suoi ricordi. Una famiglia degli anni ’80 trasferita in un quartiere difficile. Un padre e una madre in conflitto continuo tra amore e problemi quotidiani, un bimbo curioso che si aggrappa all’affetto della sorella adolescente la quale vive i suoi anni di sviluppo fisico, mentale e sentimentale tra molte difficoltà e aggrappandosi all’amicizia di una ragazza difficile, dal passato tormentato. La storia ha tratti delicati, altri un po’ da cose già viste ma narrate in buona fattura, bei primi piani e un pregio è il pudore con cui sono ripresi i corpi delle ragazze senza mai arrivare al voyerismo o alla volgarità, ma mettendone in evidenza l’innocenza dell’età particolare. Una colonna sonora facile, fatta di note canzoni, usata anche con qualche richiamo a scene analoghe di altri film, comunque godibile. Bravissime le due attrici-ragazze: la debuttante Emma Fasano e Manon Bresche, poi il piccolo Federico Ielapi, già rodato in “Pinocchio” mentre Micaela Ramazzotti ripete i suoi ruoli di donna alle prese con problemi e dubbi sull’esistenza e dovrebbe lanciarsi in qualche parte diversa per dimostrare di essere diventata attrice “matura”, Giampaolo Morelli pure sembra recitare con uno stampo e potrebbe fare cose migliori come, a sprazzi, ha mostrato in altri film. Comunque il film si fa vedere e vale sempre la pena ritrovarsi nelle sale, anche se, ancora, il pubblico è scarso nonostante le precauzioni prese dai gestori per tenere lontano la “Maledetta pandemia”.

Locandina da internet