“Dove mi trovavo 20 anni fa?” Tutti, oggi pongono a se stessi questa domanda. Venti anni fa una tempesta dalla forza inimmaginabile si abbatté su tutto il Mondo. I morti furono migliaia ma i colpiti nella mente e nel cuore furono e sono ancora oggi milioni, miliardi …
Dov’ero io: a lavoro, nel mio ufficio. Improvvisamente, alcuni collaboratori mi chiamarono in sala gestione e controllo dove sui maxischermi scorrevano le immagini dell’attacco alla prima Torre. Tutti sgomenti i miei ragazzi, incredulo io, ci guardavamo e attraverso le espressioni dei volti ci chiedevamo, senza parlare, cosa stesse accadendo e perché. Poi in diretta veniva trafitta la seconda Torre e fu chiaro che il primo aereo non aveva colpito casualmente il grattacielo, non era stato un incidente ma un atto voluto, studiato, portato a termine chissà da chi … Le Torri Gemelle crollarono sotto i nostri occhi e a quel punto cercammo di metterci in contatto con i nostri familiari e amici, molti erano, come mia moglie, a lavoro ed erano ignari, poi ci fu il passaparola e l’angoscia inondò gli animi: i rapporti internazionali e la vita delle persone stavano cambiando. Alle prime ipotesi di attacco terroristico, le domande divennero una sola domanda: ora cosa accadrà nel mondo? Un silenzio così, in quella sala non l’avevo mai “sentito”: eravamo un gruppo unito nella commozione mentre dalle Torri tante persone si lanciavano dalle finestre per volare verso l’ignoto … Noi eravamo addolorati e smarriti, a migliaia di chilometri da quelle due Torri a New York, U.S. sotto la torre di Telecomunicazioni a Rozzano, Italia.