Oggi, s. Valentino, scartabellando tra vecchie carte, ho trovato dei versi scritti per il giornalino, ancora in ciclostile, del Club Nautico Nettuno dove, tra varie attività, iniziammo a familiarizzare con la scrittura, con la satira, con la recitazione. Un caro ricordo. So di far cosa gradita agli amici della mia gioventù:
“L’amore è sentirsi felici,
è triste,
allegro,
è pazzo, pazzo, pazzo.
L’amore è correre al vento
al sole
o alla pioggia
o alla luna
o sentirsi leggero
o cadere pesante.
L’amore è il mare,
è il cielo
è il nero
è il blu
è il rosso del tramonto.
L’amore è stringere una mano
e tremare
e arrossire.
E’ sentire tanto freddo
è avere
caldo caldo caldo.
L’amore è dire le cose
più belle
più brutte
più amare
più dolci:
è sentirsi importante.
L’amore è baciare,
carezzare
stringere
tanto tanto tanto.
L’amore è sentirsi
angelo o demonio,
libero uccello o prigioniero
ed è bello
è grande
è poco
è tutto.
Sentire una canzone
e ricordare
sentire un fruscio
e mormorare,
sentire un rumore
e gridare gridare gridare.
L’amore è stare svegli
pensando di notte
oppure sognare di giorno
camminando lavorando
vivendo.
L’amore è voler vivere
voler soffrire
voler gioire
saper vincere
e anche perdere.
L’amore è dire verità,
avere il coraggio
di affrontare gli altri,
di affrontare se stesso.
L’amore è chiedere scusa,
è sapersi umiliare
è sapersi debole
per crescere
forte forte forte.
E poi … la morte:
ma quella è lontana
è brava
e aspetta aspetta aspetta.
Lei sa perdonare.
Se poi viene lo stesso
la si trova abbracciati:
questo pure è l’amore”.