Chi ha inventato il “piumone” non lo so, ma certamente è una cosa fatta per mettere in crisi matrimoni che durano da decenni.
La mia dolce consorte va a dormire una o due ore prima di me che, dopo aver russato in poltrona, resuscito in seconda serata per farmi del male guardando i nei di Vespa a Porta a porta o gli abiti neri di Mannoni a TG3 notte.
Quando vengo assalito dalla nuova ondata di abbacchiamento, vado in camera dove, essendo il riscaldamento spento già da ore, devo districarmi tra stalattiti e stalagmiti e desidero un angolo di calore ma la mia altruista consorte è, prepotentemente, disposta in diagonale.
Preoccupato nell’essere delicato, tento di infilarmi sotto il sacco di piume d’oca, provoco un terremoto del nono grado della scala “Muliebre” che si aggrappa alla coltre e ruota su se stessa avvolgendosi a spirale dentro i cento chili di papere spennate, senza concedermi un centimetro.
Ma non mi lamento: io quel coso proprio non lo sopporto, mi provoca scottature, pruriti, occlusione respiratoria e bagni di sudore tipo sauna finlandese. E pensare che, su consiglio di una commessa, avevamo preso il piumone “duetto”: lato mogli freddolose con 15 cm di spessore e lato mariti focosi con 3 cm di spessore! Sembrava un giusto compromesso: avrei potuto dormire senza sentirmi schiacciato da una pressa di resti di pennuti e lei potersi sentire pizza in un forno a legna. Non è così: il piumone è suo e vada a farsi benedire la comunione dei beni. Risultato: io dormo scoperto come un Bambinello al freddo e al gelo.
Se voglio chiederle un pezzetto di coperta e tento di svegliarla sussurrando “Per piacere, Cara …”, lei si lamenta nel sonno poi infila i suoi piedi a ghiacciolo Calippo sotto i mei e dice “Chiamami Involtino Primavera …”. Cose dell’altro mondo!