Un film italiano d’autore: potremmo finire qui le nostre impressioni. Era tanto tempo che a cinema vedevamo solo commedie elementari, pellicole superficiali. Questo film colpisce subito per le immagini, panorami stupendi di Napoli e Capri, canzoni che sono nella storia culturale della musica leggera, che entrano con potenza nel racconto … E, sirena coinvolgente e affascinante, semplice e misteriosa, candida e malefica, innocente e peccatrice, dolce e blasfema, innamorata e quasi incestuosa, bella e arrivista, tremenda e rinunciataria è Parthenope, la protagonista di questa storia che cammina mano a mano con le contraddizioni della Città del Vesuvio, ricca e povera, malavitosa e onesta, sentimentale e feroce, bagnata da acqua e sale che le danno bellezza e mostri. Sorrentino ha realizzato un film quasi felliniano in simbiosi con la sua stupenda Città che di pecche ne ha molte e le annega nella fede e il suo san Gennaro e nelle mani della malavita, ma si esalta con poco, dimenticando i problemi con la vittoria in un gioco fatto di calci a un pallone. La scelta di attori d’esperienza come Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Stefania Sandrelli, Peppe Lanzetta e di una splendida Celeste Dalla Porta, una quasi debuttante che sa trasformarsi agevolmente passando da un sentimento a un altro, da un problema ad un altro … Ottima la fotografia, i primi piani e ricchi dialoghi con frasi ad effetto che si inchiodano nella mente dello spettatore. Un film che può lasciare anche perplessi ma sicuramente testimone duraturo dell’arte cinematografica.
Parthenope: finalmente l’arte.
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