Giovedì Santo … Non è un qualsiasi giorno che precede i tre giorni della Passione, ma un giorno veramente speciale e in alcune zone d’Italia, sicuramente, lo era.
La chiusura delle scuole in attesa della Pasqua coincideva proprio con questa giornata, attesissima specie da noi bambini, dedicata allo “struscio”: il giovedì era praticamente l’inizio vero della Primavera e i genitori, ricchi o poveri, vestivano, secondo le possibilità, a “nuovo” i propri figli e tutta la famiglia scendeva in strada per andare a visitare i “sepolcri” presso un numero dispari di Chiese (minimo tre), passeggiando con molta serenità molto lentamente, quasi “strusciando”, strofinando, i piedi sulla pavimentazione.
Quando si ‘ncignava, si principiava, l’abbigliamento leggero, ci si sentiva eleganti, importanti, felici: vestitino nuovo a tinte chiare, genitori per mano che, nell’occasione, ti compravano un gelato, una sfogliatella riccia o frolla, un babà … Le bambine avevano abitini leggeri dai colori chiari, i bambini pantaloni corti che, in caso di Pasqua bassa, quando faceva ancora freddino, rendevano rossicce e delicate le cosce. Si camminava spostando lentamente i piedini con le scarpe nuove, forse per paura di sciuparle da subito. Le mamme avevano un sorriso più luminoso, finalmente rilassate sembravano più belle e i papà si davano da fare, spesso impacciati, per scattare fotografie-ricordo che avrebbero datate a matita e conservate con orgoglio in un cassetto. Quasi sempre si comprava qualche palloncino colorato che, sempre, sfuggiva dalle piccole mani e volava su, su nel cielo blu in compagnia dei profumi irresistibili delleinfornatea di casatielli e pastiere …
Poi … Poi? Non so se questa tradizione esiste ancora. Dove vivo da quasi quarant’anni, queste scene non le ho più viste e non so se nella mia città natale siano ancora “vive”: sicuramente molte tradizioni sono sparite. I “sepolcri”, che da bambini pensavamo, emozionati e commossi, fossero la rappresentazione dell’esposizione dell’urna col corpo di Gesù morto, posizionata, spesso, su un tappeto di chicchi di grano spigato o germogli di ceci e fagioli, tra mille colori, profumo di fiori e di incenso, non sono tutto ciò: dopo la Messa “in coena Domini” le ostie vengono conservate in un’urna, perché non può essere celebrata l’Eucarestia fino al venerdì sera quando termina la liturgia penitenziale, e il tabernacolo della Cappella della ” reposizione” rimane vuoto con le ante aperte.
Nel 1988 la Congregazione per il culto divino ha osservato come “la cappella della reposizione viene allestita non per rappresentare la sepoltura del Signore, ma per custodire il Pane Eucaristico per la Comunione che verrà distribuita il venerdì della passione di Gesù”. La Congregazione, però, considerò – come qualcuno ha evidenziato – che la parola latina “repositorium” (da cui “reposizione”) ha effettivamente tra i suoi significati anche quello di “tomba” o “sepolcro”.
E allora io oggi tengo vivo quei ricordi di significati religiosi di sacrificio e di passione, quei momenti bellissimi di unità familiare, di sentimenti profondi e tendo la mano a cercare quella di mamma o papà, per non perdermi nella folla “strusciante” …
E’ il mio augurio per Pasqua a tutti !!!
P.S.: spinto dalla curiosità, nel pomeriggio sono andato in giro, con la mia signora, per le chiese di Arese, dove non c’è l’usanza del sepolcro e poi a Rho dove solo nella Parrocchia di s. Vittore abbiamo trovato un allestimento … E così sia.
Alfredo, da ciò che hai scritto traspare il ricordo e anche il sentimento che avrai messo anche nei tuoi canti corali … AUGURI!
I ricordi dell’infanzia emergono sempre più nitidi quando gli anni passano, di conseguenza si perde un pochino di memoria recente, quella di lavoro, che ci permette di ricordare dove abbiamo messo le chiavi della macchina, dieci minuti fa, oppure dove abbiamo riposto la pinza che avevamo preso dal ripostiglio per utilizzarla, ma che non avevamo fatto a tempo a rimettere a posto. Quelli che ci hai raccontato sono momenti molto teneri, ricchi di emozioni, legati a tradizioni che ti hanno accompagnato nell’infanzia e che ora rivivi con un po’ di nostalgia, che inevitabilmente ci contagi mano a mano che leggiamo il tuo racconto. Io mi ritengo fortunato, cantando in un Coro, ogni anno, rivivo tutto il mistero del triduo pasquale, la Missa in Coena Domini, con il Lucernario, l’Inno, il Responsorio in coro, il Salmello, tutti momenti caratterizzati dal canto di un solista con il Coro e tutti i fedeli che rispondono. Poi la passione del Cristo, dall’ultima cena all’arresto di Gesù, con le parole riferite a Pietro che si rende conto di averLo rinnegato tre volte, sentendo il canto di un gallo: “E, uscito fuori, pianse amaramente”. Poi la “lavanda dei piedi” e la “Deposizione del Santissimo”, come hai spiegato benissimo tu. La Via Crucis di ieri sera, le quattordici stazioni scandite da letture dove Gesù spiega, in prima persona e passo passo, come sta vivendo la passione, che culminerà con la Sua morte sulla Croce, la deposizione, e la sistemazione del Suo corpo nel sepolcro, allo scopo di redimere l’umanità dai peccati e da canti a volte dolci come il “Dulcis Christe” di Grancini o “Chi ci separerà” di Frisina e a volte strazianti come lo “Stabat Mater” di Kodàly o “Ave Verum Corpus” di Mozart, fanno riflettere su quanto è avvenuto e tutt’oggi avviene, di bene e di male, nel nostro mondo. Infine questa sera la veglia pasquale e messa di Resurrezione, si ritorna a cantare “Allelluia” di Praetorius e il “Laudate Dominum” di Handel, come canto finale il coinvolgente “Cantate al Signore, Alleluia” di Frisina.
via mail da Giorgio Francia: Grazie per gli auguri e per l’amicizia e per il “flash” : una figura con i capelli bianchi , ma che richiama saggezza ed esperienza!! Complimenti!!
Via mail da Andrea Cavicchi: Tanti cari Auguri, con un po’ di nostalgia per il tuo ricordo flash, ma il tempo passa ed è bello anche ricordare.
grande storico…….
Auguri di vero cuore a voi tutti di una Santa Pasqua e che possiamo rinascere come chicchi di grano…..
Bello il tuo racconto! Non sapevo di queste usanze. Approfitto per fare gli auguri a te e famiglia per una Pasqua serena e felice.
Tipo trappola per topi, Gianni …
Zuppa forte con cozze, vongole, polipo, maruzzielli e salsa piccantissima a formare un sugo da versare sulle friselle … Una goduria, Amelia!!!
Anche a te e famiglia, pietro, amicissimo di Facebook e del mio blog …
uno dei divertimenti di noi chierichetti era di suonare la trocola, strumento che sostituiva le campane mute per tre giorni. era uno strumento costituito da una tavoletta di legno con su innestate due maniglie di ferro mobili che agitate producevano un suono assordante
Anche io mi unisco ai ringraziamenti per la tua storia raccontata con tenerezza e che ci accomuna ( noi di una certa età ) nei ricordi di gioventù. Vorrei comunque aggiungere la vecchia tradizione della cena del giovedì santo con zuppa di cozze con olio piccante e polipo all’insaputa che io ho cercato di portare avanti fino ad oggi. BUONA PASQUA A TUTTI E SERENITÀ.
Ritorno al passato per sentire il bambino che è rimasto in noi. Emozioni e profumi di un tempo, ricordi mai più rivissuti, grazie e tanti auguri di buona Pasqua.
Grazie, Mike. Vorrei che tutti i nostri Amici-mail e del blog ogni tanto raccontassero episodi simili in modo da non tralasciare i ricordi che ci aiutano per il futuro.
Franco,
grazie a te ho rivissuti, con un molta nostalgia, quei bellissimi; direi quasi mistici, momenti di quando ero bambino, poi ragazzo e fino ai 18/20 anni. Mia madre buon’anima, molto cattolica, oltre a farmi(ci) recitare il rosario, portarmi(ci) a visitare i sepolcri, il venerdì Santo ci faceva digiunare (un solo pasto leggero la sera e niente carne). Ottima la tua sintesi di quei momenti di riflessione e di penitenza da noi vissuti tanti anni fa.
@Romeo: BAU BAU …
via mail: Ciao Franco
Sempre gentile oltre che di cognome
Grazie anche a voi per una Serena Santa e Felice Pasqua
Bruno e Amelia Valentina Marina …..e Romeo
via mail, Enzo Magliozzi: Ricambio gli auguri a te e famiglia.
I tuoi scritti sono sempre molto significativi.
Un abbraccio
da Facebook, Angela: Quanti ricordi!
da Facebook, MI PIACE: Max, Carmela Gallotti, Pietro Balzano