La quasi inconsistente pioggia ci ha accompagnato al Teatro Franco Parenti ed è stato bene rifugiarsi nella sala. Stasera in prima fila, faccia a faccia con gli attori e che attori! Lello Arena, sopra tutti, che da puro attore comico è passato a fare una parte surreale, reggendo il palco per tutto il tempo quasi in un soliloquio interrotto da pause magistrali e borbottii “napoletani” o da Stefano Miglio, giovane e bravo e per pochi minuti, ma “grandissimi” di Angela Pagano e Gigi de Luca … La storia? Come tutte le opere di Samuel Beckett, lasciano inizialmente perplessi, si ha difficoltà a capire dove ci si trovi, cosa stia accadendo, chi sono quelle figure che si muovono sul palco. Poi, via via, si apre “la partita” e il gioco appassiona, si cominciano a capire gli schemi e si arriva al gol … Dopo una catastrofe, due soli sopravvissuti, un non vedente con il suo servitore-figlio, vivono e non vivono nel nulla che li circonda, e parlano di ricordi, di speranze sul futuro, di ciò che non c’è più. “Finale di partita” con la regia di Lluis Pasqual diventa una farsa con sfumature napoletane nei gesti e nei modi di parlare …
Una nota personale: seduto proprio di fronte a Lello Arena, non ho potuto evitare che i miei ricordi andassero agli anni Settanta, a quei ragazzi che recitavano, a sabati alterni, in un locale di Portici (NA), in due gruppi diversi: lui ne “I Cab-inetti” con Massimo Troisi e Enzo de Caro, io ne “I Più e Meno” con i miei amici … Il loro futuro con “La Smorfia” e poi al cinema e nei teatri e il nostro di studenti universitari poi divisi dagli eventi della vita, dal lavoro, dalle distanze … Abbiamo giocato partite diverse partendo dagli stessi campetti di periferia. Mi rimane fisso il ricordo di quella proposta del loro “agente”, un vetraio di San Giorgio a Cremano, che voleva che scrivessi i testi per il loro team. Rifiutai: non potevo “tradire” i miei amici, accettando quel “Finale di partita” che il destino forse aveva già programmato per me, facendomi venire a Milano e rimanere quel personaggio che mi ero inventato per i nostri spettacoli, il “MILANAPOLETANO” …
da Facebook, MI PIACE: Carmela Gallotti, Giuseppe Arena, Massimo Cavuoto, Mirosława Maksymiuk
da Facebook, Giuseppe Arena: E bravo Francesco……
Hai comunque mantenuto tutte le caratteristiche che ancora oggi ti permettono di condensare in tre vignette e poche parole, situazioni complesse, che sono poi le notizie del giorno, gli argomenti dei telegiornali e delle trasmissioni fiume dove opinionisti, più o meno preparati, si esprimono per ore e ore. Le occasioni perdute sono i bivi, incontrando i quali si è dovuto scegliere la direzione da prendere, senza possibilità di modificarla, poiché nella vita ci avrebbe portato in posti molto diversi tra loro. Una volta scelto è meglio evitare i rimpianti, è più appropriato pensare ai vantaggi di cui abbiamo goduto proprio grazie alla scelta fatta, pensare positivo, perché questo modo di essere ci consente di gratificarci dei risultati raggiunti. E l’altra strada del bivio? Dove ci avrebbe portato? Chi lo sa? Avremmo potuto trovare anche un burrone….. abbiamo compiuto la scelta migliore!
la vita è fatti di rimpianti e di ricordi, i primi ci fanno incazzare ma i secondi , belli o brutti che siano, ci scaldano il cuore. i miei rimpianti sono soprattutto in politica, la coerenza mi ha fatto rifiutare occasioni che mi avrebbero dato incarichi, seggi e una pensione più ricca di quella attuale. Ma va bene così