7 pensieri su “Fiducia …

  1. Sui principi etici sono in linea, Alfredo. E anche sulla necessità di cambiamento, come ben sai, visto che mi segui da tempo e con attenzione. E’ il “premio” dei voti che non mi piace. O, meglio, l’entità di questo premio che francamente mi sembra esagerata!

  2. Stiamo parlando del PD, il partito che fino all’anno scorso era disastrosamente frammentato anche se teoricamente in linea con i lavoratori, che ereditava le linee guida dei partiti più vicini al popolo e in contrapposizione con la parte capitalista della società. Stiamo parlando di disaccordo al suo interno, tra una minoranza fatta principalmente di anziani leader che hanno avuto la loro occasione ed hanno miseramente fallito. Sono convinto che le diverse idee debbano coesistere e stimolare il dialogo, ma fino a quando? Se esiste il rischio di fare cadere il governo, cosa facciamo, ricominciamo daccapo con le fesserie di Brunetta? Con l’arroganza di Grillo e di Salvini? Hai visto ieri sera su la7 cosa ha detto Crozza a Bersani, in forma comica, facendolo ridere nello stesso momento in cui gli diceva che negli ultimi anni non aveva fatto praticamente nulla. E Bersani rideva mentre incassava critiche ferocissime. Vogliamo ridare il partito in mano a chi non è in grado di guidare con risolutezza? Non credo che ci siano pericoli di dittatura, queste sono le parole di Brunetta, di Berlusconi, che non vedono l’ora di rientrare nel gioco (purtroppo gioco) delle poltrone. Vogliamo dare il partito in mano alla minoranza? E’ assurdo, non esiste posto dove la minoranza che guida. La legge elettorale non è buona? Sicuramente è migliorabile, ma consentirà a chiunque vince di governare, è per questo che anche Renzi deve stare bene attento, non è scontato che sia eletto e che governi, chi vota sono sempre gli italiani, preferenze o non preferenze, il voto al partito è determinante, se non convince il suo operato o se gli italiani non sono convinti dei risultati ottenuti, il loro voto andrà ad un altro. In questo caso penso che il PD per parecchio tempo ritornerà a fare opposizione.

  3. @Alfred. Giusto mediare, no imporre. Il problema che questa legge elettorale ci penalizza in libertà di scelta peggio di prima … Il partito che ha più voti, senza avere la maggioranza, con un “premio” diventa azionista del 55% e può fare tutto quello che vuole. Se poi si allea con qualche altro, allora raggiunge cifre maggioritarie incredibili e si corre veramente un rischio-dittatura. La noctra Costituzione non voleva proprio questo e già il Porcellum è stato dichiarato anticostituzionale, figurati questo!

  4. Sono un po’ in difficoltà nel dare un giudizio sull’utilizzo della fiducia per l’approvazione della legge elettorale. Da un lato c’è questa parvenza di autoritarismo che infiamma gli animi della minoranza, la quale si sente esclusa dalla discussione di ulteriori ed eventuali modifiche e affinamenti della legge, da ottenersi con lunghe e farraginose discussioni in aula. Apparentemente le opposizioni e le minoranze interne si sentono poco rispettati nella loro dignità democratica, paventano fervore istituzionale e si infiammano di essere vessati da un decisionismo esagerato del Presidente del Consiglio. Nonostante la serietà e la recita vibrante delle proteste, non riesco a condividere appieno queste accuse alla maggioranza, vedo un governo che finalmente prende qualche decisione senza eccessiva perdita di tempo, senza perdersi nei meandri dell’inazione. Non era quello che si voleva? Certamente mi sarei aspettato più decisione nell’eleminare privilegi assurdi e regole barocche che favoriscono alcune caste, non sono soddisfatto di quanto è stato fatto, è ancora poco, ma ritornando alla legge elettorale non vedo perchè questa debba occupare commissioni e governo per tempi indefiniti quando ci sono tantissime cose importanti da rivedere, da riformare. Mi sembra corretto che la maggioranza, dopo aver ascoltato le opposizioni esterne e interne al partito, aver mediato il possibile, alla fine faccia valere il risultato ottenuto perchè è maggioranza. Non penso che una maggioranza, per rispetto democratico delle minoranze, debba fare quello che dicono loro.

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