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22 settembre 2015 – Il Più o Meno che pubblichiamo oggi ci è stato inviato da Francesco Gentile lo scorso 16 settembre ma per ragioni organizzative non siamo riusciti a pubblicarlo tempestivamente. Quando nel testo l’autore fa riferimenti temporali, si tenga dunque conto che questi hanno come riferimento mercoledì scorso e non oggi.
In questo numero di QuiArese, vogliamo spiegare, in modo semplice e con l’aiuto di qualche disegno, al lettore che non conosce alcuni termini o concetti sulla Qualità di un servizio o prodotto, quale percorso deve essere compiuto da un’organizzazione per soddisfare chi usufruisce degli stessi che essa fornisce. Ricorriamo a vecchi appunti di lavoro. Chiuderemo poi con un esempio legato alla realtà in cui viviamo. Un’organizzazione/azienda/ente pubblico è composta da tante unità organizzative, piccole e grandi (uffici, reparti produttivi, magazzini…) che quindi fanno parte del “Processo organizzativo” e costituiscono, ognuna con le proprie attività, tanti processi che confluiscono in quello principale.
E’ fondamentale quindi conoscere quali attività concorrono al miglioramento del processo e come renderle competitive, utili, soddisfacenti ovvero efficaci ed efficienti. Per fare ciò ovviamente ci si allontana un po’ dalle enfasi delle politiche e strategie su cui sono state fatte dichiarazioni/promesse e create aspettative: si scende molto vicino alla realtà, alle operatività, al prodotto/servizio che viene fornito al cliente/cittadino per la sua soddisfazione, salvaguardando le condizioni di bilancio ed eventualmente producendo un attivo di cassa per la soddisfazione degli azionisti o di organizzazioni/enti/ministeri/società e ditte collegate o coinvolte al bilancio stesso.
Studio dei processi significa quindi analisi invece che sintesi e autovalutazione: per fare ciò, occorre fissare indicatori di processo, di attività, e tenerli sotto controllo per capire come si procede per evitare danni/insoddisfazioni/lamentele. Bisogna, cioè, costituire a tale scopo dei regolatori, dei “sensori”: è come per un essere umano avere udito, olfatto, gusto, tatto per individuare le cose buone o cattive che lo circondano o su cui viene coinvolto.
Per ognuna delle unità organizzative o uffici/reparti di un’organizzazione è allora importante definire priorità legate alle scelte strategiche, di mercato, di servizi pubblici o privati che si vuole fornire, fatte dai vari Responsabili (Manager/Gestori). In ogni Unità si svolge sempre un solo processo. Ma diamo una definizione: Processo è un insieme di attività o fasi di lavoro che portano alla trasformazione da un input (cosa vogliamo fare, offrire…) a un output (cosa abbiamo fatto, offerto…) che deve contenere valore aggiunto rispetto all’input stesso.
Il processo costituisce la parte “che vive, che pulsa, che fornisce risultati” ed è questo il “punto di attenzione” per il management. La scelta di migliorare il processo di una unità organizzativa è la stessa scelta di operare per la Qualità dell’organizzazione e la Qualità che viene fornita a chi deve usufruire dei servizi/prodotti erogati/forniti. La gestione di un processo è legata a tre aspetti fondamentali:
- Definizione di indicatori essenziali, valori attesi e tolleranze accettabili;
- Cause di malfunzionamento prodotti/peggioramento servizi, aumento numero lamentele e segnalazioni.
- Manutenzione preventiva e correttiva
Il controllo del processo è una priorità per ogni unità dell’organizzazione: consiste nell’individuazione delle cause del peggioramento e nella effettuazione della manutenzione in modo da cercare sempre di portare i valori degli indicatori essenziali nei limiti accettabili ai fini della Qualità e della soddisfazione dei clienti.
La “tartaruga” è l’animale che rappresenta meglio come non gestire un processo: essa difende il suo processo “vivere” con la corazza che non permette la penetrazione di disturbi (valori o eventi non accettabili) e quindi di attacchi alla propria sopravvivenza.Ma se non entrano i disturbi nemmeno le informazioni hanno accesso e quindi non c’è evoluzione, miglioramento…
Reingegnerizzazione del processo: l’organizzazione, individuate le criticità sulla base di indicatori tecnici/economici o legati alle insoddisfazioni degli utenti o degli azionisti/compartecipanti, deve intervenire per migliorare le cose, riportare a valori ragionevoli o a zero le criticità, intervenendo sulle attività/realizzazioni svolte e su come sono state svolte ed eventualmente ripianificando e riprogettando le attività/realizzazioni stesse, a volte anche ricorrendo a spese non previste. Se la nave ha una falla, bisogna intervenire per ripararla, no? Ovviamente, se la falla è dovuta a cattiva programmazione/gestione, la spesa e il tempo perduti possono creare insoddisfazione dei clienti/cittadini/utenti e degli azionisti/compartecipanti. Comunque, bisogna intervenire per apportare i dovuti miglioramenti, altrimenti l’organizzazione stessa rischia il tracollo.
Tutto ciò premesso, facciamo un esempio che ci fa capire cosa significa la gestione di un Processo. Nell’ambito del processo legato alla creazione di nuove piste riservate ad Arese, i responsabili hanno deciso di fornire ai propri cittadini pedoni o ciclisti una breve pista in frazione Valera con l’intento di migliorare sicurezza e soddisfazione. Nel mese di aprile, tale processo/attività è stata completata (Foto tratta da social pubblico “Sei di Arese se…, autore sig. Morgan Mark)
Ieri abbiamo potuto vedere che alcuni operai stavano provvedendo all’eliminazione della stessa pista e, memori delle nozioni che abbiamo descritto più sopra, abbiamo valutato positivamente l’intervento, in quanto abbiamo pensato che la leadership del nostro Comune, esaminando indicatori da loro individuati, avrà dedotto che la progettazione e la realizzazione della pista non ha prodotto i risultati attesi per cui è stata necessaria una “riprogettazione” e “reingegnerizzazione” per un ritorno alla situazione attuale, valutando, crediamo, vantaggi e svantaggi, pratici ed economici (foto sotto). Ci sembra un ragionamento di Qualità, Più o Meno…
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da Facebook di QuiArese, Antonio Lepore:
Ci si arricchisce sempre di più di scempiaggini progettuali. NON L’HA ANCORA DETTO NESSUNO??? caspita che notizia !!! Da oltre un anno e 1/2 che si denunciano errori o imposizioni progettuali sconcertanti, dettati dalla politica che fa attuare e poi disfare, va bene che fare e disfare e tutto un lavorare ma segnalo che i soldi sono dei cittadini e qui si denota una pessima gestione . Era già successo in via Roma ma evidentemente dagli errori non si impara una beata mazza.
Io non credo minimamente che L’ufficio tecnico Comunali di Arese sia costituito da tecnici sprovveduti. Se cosi fosse, vista la presenza di AFOL consiglierei dei corsi di aggiornamento professionale. Ricordo che vi sono stati oltre 4300 cittadini che hanno condiviso le denunce sistematiche di Passaparola e penso che oggi ad opere parzialmente eseguite siano già raddoppiate e forse siamo a quota 10.000 contrari ai progetti messi in terra e tra un pò anche in campo a cinque e mai definitivi.
da Facebook di QuiArese, Stefano Madella: Non è vulnerabile o, meglio, lo è, ma è un contesto, converrai, molto diverso.
In paese hai proposto più volte, e condivido, la possibilità di concedere il senso unico eccetto bici (presupposto che si possa fare), qui è plausibile una strisce di separazione, altrove non dico il NJ, ma almeno un gradino.
da Facebook di QuiArese, Massimiliano Roberto Gandini Però adesso senza new jersey è vulnerabile, pericolosa, non lo ha ancora detto nessuno? Ma questi “responsabili” non ne vogliono proprio fare una giusta…
Francesco Gentile Non è compito di chi scrive su una rivista entrare nel dibattito dei lettori, ma forse la mia nota, con concetti nuovi per alcuni lettori, ha bisogno di alcune precisazioni. Non è il primo servizio su QuiArese che pubblichiamo sui temi della Qualità. Rileggendo, si notera’ che nella parte teorica si scrive di Responsabili di un’Organizzazione “qualsiasi” e non del Comune di Arese, che invece è citato nell’ultimo capoverso, come esempio POSITIVO in questo caso, dove si ipotizza che il Comune stesso si sarà fatto carico di raccogliere le segnalazioni di Aresini sull’opera, chiedendo a chi ha fatto quella ciclopedonale una riprogettazione e un intervento migliorativo a favore della soddisfazione dei Cittadini, proprio come vorrebbe la teoria della Qualità e Attenzione a chi usufruisce di un bene/servizio
da Facebook di QuiArese, Gianfranco Vizzotto: Anche il marciapiede angolo Resegone Matteotti – davanti al Blanco’s si è allargato ed è sparito un carico e scarico a Loro insaputa altrimenti avrebbero pubblicato la variante sul sito tra gli esecutivi definitivi; o no? E perchè non pubblicarla comunque a babbo morto dopo averla realizzata ad insaputa, questo si, dei cittadini? Massimiliano Roberto Gandini, ci sei? Toc, toc, c’è qualcuno in casa (intendo sotto i capelli)?
da facebook di QuiArese, Massimiliano Seregni:
ma sapranno che la ciclabile di resegone oggi pomeriggio é scomparsa?
da Facebook di QuiArese, Stefano Madella :
Il fatto che il comune non ne sapesse nulla non è poco credibile?
da Facebook di QuiArese, Carla Baldoni :
assurdo fare, disfare, rifare. Il muretto bianco era già stato criticato ma mi pare ci avessero risposto che era la Provincia o la Regione ad averlo voluto. Certo per noi cittadini e’ un po’ difficile da comprendere….
da facebook di QuiArese, Massimiliano Seregni :
certo il comune di arese non sapeva nulla… lavori abusivi senza progetto fatti da qualche buon tempone di notte? ancora una volta un’occasione per dimostrare la propria lungimiranza sui risultati degli interventi sul nostro territorio e una domanda: ma sarà costato qualcosa a qualcuno e magari quel qualcuno siamo noi cittadini (di questo paese italico) spennati con tasse di ogni tipo per fare e disfare simili fesserie solo perchè chi dovrebbe vigilare e controllare pensa che non sia il suo mestiere?
da facebook di QuiArese, Massimiliano Roberto Gandini:
Si Federico Ferrari, ma qui non si scrive che non l’ha fatta il Comune e nemmeno perché è stata rimossa.:
da Facebook di QuiArese, Federico Ferrari: scusate ma cos’è una maniera complicata per dire che il comune aveva fatto una ca..volata facendo una pista ciclabile ridicola che non serviva a niente e accortisi della ca..volata la hanno eliminata?
Non tutti i lettori aresini hanno capito e hanno preso l’esempio come la solita polemica al Comune … La cultura sulla Qualità è poco diffusa e andrebbe insegnata nelle scuole …
Hai spiegato con semplicità ma anche con completezza che cosa è, anzi, che cosa dovrebbe essere un processo, cioè un insieme di valutazioni che fanno scaturire delle azioni, quindi sempre migliorabile, come la Qualità Totale, della quale si sente il suono ma che non la si raggiunge praticamente mai. Bello anche l’esempio che hai documentato, che a prima vista pare un ripensamento sulla decisione presa, mentre potrebbe essere una attenta analisi dei benefici attesi, confrontati con quelli raggiunti, in un tempo congruo. Il superficiale potrà dire: Hanno sbagliato! In effetti il ripensamento potrebbe essere frutto di un ragionamento saggio e rispettoso dell’analisi costi/benefici/segnalazioni, dopo il quale la decisione di tornare indietro è segno di intelligente coerenza.