La TIA non si può pagare in contanti…

18 aprile 2011 – Concordiamo con il lettore circa il fatto che è assurdo che un pagamento possa essere fatto solo tramite Bancomat. Lasciando pure perdere le carte di credito, non capiamo perché una tassa non possa essere pagata con della carta moneta emessa dallo stato italiano!
Mah…
(Foto dal sito di QuiArese)

È tempo di pagamento della TIA Tariffa Igiene Ambientale, prima rata: un dovere per tutti noi Cittadini per tenere pulita la nostra bella cittadina. Ogni sei mesi bisogna ingoiare, però, il boccone amaro: il pagamento presso l’Ufficio GESEM del Comune può essere fatto solo con Carta bancomat, nemmeno in contanti, tantomeno con carte Postamat o di credito. Vado presso l’Ufficio Postale col bollettino predisposto e pago, oltre alla Tariffa, ben 1,10 euro per il servizio: in un anno sono 2,20 euro! Non ho mai avuto, pur cercando informazioni, i riferimenti di qualche Legge che impone il tipo di pagamento: mi è stato detto che l’ufficio non può accettare altre forme di pagamento per motivi di sicurezza. Questo è un problema dell’Utente o dell’organizzazione?
Pensavo che nel nostro Paese pagare le tasse fosse auspicabile: in qualsiasi modalità, purché pagate. In definitiva:  non capisco perché, volendo compiere il proprio dovere, bisogna anche essere costretti ad avere un conto in banca o a recarsi, più scomodamente, a far file infinite in Posta e pagare di più! Intanto GESEM ancora non rimborsa l’IVA pagata ingiustamente negli anni passati. Sbaglio,  sono pignolo o mi illudo di vivere in un Paese civile?
(Pubblicata da QuiArese)

8 pensieri su “La TIA non si può pagare in contanti…

  1. da Gigi: MI SAPETE DIRE COSA E’ CHIARO IN ITALIA?

    …E POI CREDO CHE VI CONVENGA RINUNCIARE AL RIMBORSO IVA ….POICHE’ LO STATO PER RESTITUIRLO SICURAMENTE SI INVENTERA’ UNA NUOVA TASSA.
    E MENTRE IL RIMBORSO E’ UNA TANTUM LA TASSA RIMARRA PER SEMPRE ( RICORDATE LE INNUMEREVOLI 5 LIRE AGGIUNTE AL COSTO DELLA BENZINA PER EVENTI STRAORDINARI E MAI PIU’ TOLTE?)

  2. Graziano Lunazzi
    Direttore Editoriale QuiArese

    Buonasera signor Gentile,
    sollecitato da un altro lettore che in seguito alla sua lettera si domandava se la TIA fosse una tariffa o un’imposta ho fatto qualche ricerca che dovrebbe rispondere anche alla sua domanda circa il rimborso dell’IVA.
    Ebbene, allo stato attuale sembra che Consulta e Cassazione, interrogate nel merito, siano giunte a due conclusioni opposte (sigh…). Da quanto mi hanno spiegato il rimborso IVA risulta bloccato proprio in attesa di definire la natura della TIA. Se passasse l’interpretazione che è una tariffa non ci sarebbe rimborso, se invece si dovesse definire che è un’imposta l’IVA sarebbe rimborsata in quanto non si può applicare un’imposta su un’imposta (quest’ultima peraltro sembrerebbe essere stata l’intenzione del legislatore che riconosceva valore tributario alla TIA).
    La domanda che mi sorge spontanea è: ma è mai possibile che in materia fiscale non si riesca proprio a fare qualche cosa di chiaro, razionale e comprensibile? Ma è mai possibile che una Corte Suprema e una Corte di Cassazione debbano andare a interpretare la volontà del legislatore (peraltro giungendo a conclusioni antitetiche)? Ma il benedetto legislatore non poteva scrivere la legge in maniera decente senza bisogno che la si dovesse interpretare a posteriori? Se poi vuole il mio parere, il rimborso IVA non lo vedremo mai e si troverà comunque un escamotage per non rendere un gettito già incassato.

  3. La differenza principale tra Tarsu e Tia è nei criteri di
    misurazione del prelievo. In particolare, mentre la tassa rifiuti
    è calcolata sulla base dei metri quadrati dei locali e delle aree
    occupate e senza calcolare il numero degli occupanti, la Tariffa
    di Igiene Ambientale è suddivisa in una quota fissa e in una
    quota variabile. La prima riguarda le spese generali, quali le
    quote di ammortamento degli impianti, delle spese di
    amministrazione e dei costi di gestione dei rifiuti esterni, che
    non variano in funzione della quantità di rifiuti prodotti. La
    seconda è legata invece al grado di fruizione del servizio
    pubblico da parte dell’utente.
    Utente che appartiene a due categorie: le famiglie e gli
    operatori economici. Per le prime, l’importo da pagare è
    determinato sui metri quadrati dei locali e sul numero dei
    componenti del nucleo familiare. Per gli operatori economici
    si prendono in esame la superficie dei locali e la produttività
    media di rifiuti per metro quadrato. Un’ulteriore differenza
    tra Tarsu e Tia è che nella prima non esiste l’obbligo della
    copertura integrale dei costi del servizio, essendo sufficiente
    che il comune assicuri una copertura minima del 50%, obbligo
    invece previsto nella Tia.
    Inoltre, poiché nella Tia si tiene conto anche delle spese
    di amministrazione (stipendi del personale amministrativo,
    oneri del contenzioso, perdite su crediti), mediamente le spese
    da coprire con la tariffa sono superiori a quelle della Tarsu.

  4. da Gianni: la nostra tarsu, ma noi invece che per smaltirli ce la fanno pagare per tenerceli. una specie di affitto.

  5. Scusa, allora se non la pagate per forza avete la monnezza! TIA = Tassa Igiene Ambientale. E’ un pò di anni che si chiama così la Tassa Rifiuti …

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