Non sempre quando si esce dal cinema, si ha la sensazione di amarezza che un film, basato su una storia vera, può lasciare alla riflessione dello spettatore. “Zona d’ombra – Una scomoda verità” è uno di questi. Un medico scopre, attraverso la morte di molti giocatori, che uno sport può portare alla morte e ciò viene nascosto dal mondo del business che ci gira intorno, anzi viene negato a fronte di studi e conferme da parte di altri scienziati e tutto si ritorce contro chi vuole portare alla luce la verità, sia perché crede nella sua missione di salvare vite umane, sia per affermarsi in un mondo, gli Stati Uniti, dove lui, immigrato, ha difficoltà di capirne la mentalità che, spesso, va anche al di là della giustizia terrena e contro il pensiero divino. Un po’ troppa retorica, forse, ma il film ci è piaciuto: quante persone nel loro lavoro, nella loro carriera, nella loro vita sociale, trovano difficoltà tra cui sopravvivere? Bene innestata anche la storia sentimentale: un amore che deve far superare alla “coppia” momenti difficili. Buon accompagnamento della colonna sonora, bei primi piani sugli attori … Bill Smith raggiunge una grande maturità artistica e peccato che questo film esce così presto per l’assegnazione degli Oscar tra circa un anno … Purtroppo i film passano come l’arcobaleno. Gli altri attori a livelli alti: bella e credibile Gugu Mbatha Raw, mentre Alec Baldwin, , Arliss Howard, Paul Reiser confermano le loro doti. La pellicola di Peter Landesman ci rimarrà in mente … Un’ombra, tante ombre si aggirano intorno al mondo dello sport. E non solo.