Io dico che i giovani devono essere ascoltati perché la nostra generazione, che pure ha vissuto il ’68 e ha creduto in mille ideali, non è stata capace di creare per loro un mondo vivibile e un futuro sostenibile.
Inoltre, hanno forza, idee, fantasia e sono ancora onesti.
E andrebbero ascoltati anche tutti quei cittadini che non hanno possibilità di esibirsi in teatrini televisivi o essere protagonisti di gossip a volte scandalosi.
L’unica speranza è che alle manifestazioni non partecipino violenti e che il Governo non impedisca il libero pensiero.
Il fatto è che siamo tutti indignati. Noi lo siamo ormai da parecchio ma la nostra indignazione rimane “interna”, l’educazione e l’abitudine a rispettare le regole ci ha tolto un po’ di quelle virtù che i giovani hanno, come ben sintetizza il pensiero qua sopra. I giovani si chiedono perchè debba essere l’economia a condizionare la vita a tutti, perchè la decisione di licenziare, di chiudere, di tagliare qua e la deve essere presa solo in funzione di numeri, freddi e impersonali numeri che qualche irreprensibile fantomatico funzionario, non si sa di che cosa, mette o fa mettere insieme per confezionare un indice che esalterà uno e affosserà un altro. Sono certo che continuando a protestare qualcuno prima o poi almeno in parte li ascolterà, anche se quello che farà girare il mondo, ancora per parecchio, rimarrà la politica, l’economia e il potere, purtroppo.