Mi è stato regalato un libro. Non un romanzo, un saggio: pensavo non proprio adatto per una lettura estiva. L’ho letto in un botto: attualissimo, anche se “vecchio” di secoli e secoli. Guido Barbujani, genetista, e Andrea Brunelli, biologo, in questo “Il giro del mondo in sei milioni di anni” ed. Il Mulino, mi hanno fatto conoscere l’evoluzione della specie umana, da quando questi essere hanno cominciato a scendere dagli alberi e a muoversi su territori sempre più vasti, sempre più lontani, moltiplicandosi e mescolando i loro geni nelle varie parti del mondo, partendo comunque da un Continente, l’Africa … E allora la domanda: ci sono umanità diverse passando dagli Asrtolopitici a Neandertal a Homo Sapiens? I due studiosi spiegano: “Quando si dice che esistono le “razze”, ci si trova di fronte a una bufala: Neolitici, Egizi, Greci … tutti questi popoli antichi avevano le loro caratteristiche, che oggi vengono riconosciute in parte con i loro genomi, ma nessuno di questi genomi è puro perché tutti contengono componenti eterogenee, di origini eterogenee e ciò conferma che l’umanità è sempre stata in movimento e i risultati di queste migrazioni si vedono nel nostro DNA in cui coesistono, oggi come ieri e l’altro ieri, contributi di antenati di tante origini diverse … “
I flussi migratori negli ultimi secoli sono aumentati coprendo distanze sempre maggiori e milioni di persone che si spostano, ma perché la gente migra? Gli autori dicono che la risposta è semplice: “O perché si vuole o perché si deve” e spiegano i motivi che, comunque sono sotto gli occhi di tutti noi che seguiamo media e social …
Esumim, l’essere che accompagna il lettore nel corso della storia, si è mosso con i vari gruppi e ci racconta i cambiamenti, gli incroci, i dubbi e le certezze di quel fenomeno ancora in corso legato alle migrazioni e una sua frase fa pensare: “Ci siamo divertiti … non si stava mai fermi”.
E una riflessione: da vent’anni la popolazione europea non cresce più e in Italia sono più i morti che i nati: “si tenderebbe, quindi, a diventare sempre meno se non ci fossero i flussi di immigrati a mantenere stabile la popolazione” e allora il libro spiega i perché i cittadini di un Paese devono essere meno diffidenti verso l’arrivo di nuove persone, spesso in fuga da guerre, da problemi climatici, da povertà e sofferenti a lasciare le loro radici, i propri affetti … “Oggi i confini sono visibili tra uno Stato e l’altro, ma anche invisibili, ad esempio tra ricchi e poveri”. I migranti sono un costo per uno Stato? Gli autori fanno un esempio: nel 2016 l’Italia ha speso poco più di 3 miliardi per l’accoglienza, ma i contributi degli immigrati all’INPS sono stati di 8 miliardi.
Il libro è da leggere: io ricordavo studi sulle varie ere della storia, ma ho fatto un ripasso ma anche approfondito certe conoscenze, specie dal punto di vista della composizione delle genie. E poi, tanti spunti di riflessione che invitano a rivedere certi preconcetti.
Importante la frase riportata sul lato B della copertina: “… in fondo alle gambe non abbiamo radici, ma piedi: piedi di cui ci serviamo dall’alba dei tempi per il colossale viaggio che impegna l’umanità fi da quando ha mosso i primi, timidi passi sul suolo”.