“A private War”. La guerra coinvolge tutti …

In giorni in cui si evidenzia il problema della violenza sulle donne, andare a vedere questo film rende brutalmente consapevoli che le vittime più dolorose non sono i soldati che la guerra la fanno per mestiere o per ideale, ma le donne e i bambini, la popolazione civile, che tra bombardamenti, stupri, sentimenti e mancanza di diritti, lasciano tracce di sangue, spesso dimenticate o guardate con indifferenza, da lontano, senza coinvolgimenti e , almeno, un po’ di pietà … “A Private War” racconta la vita della giornalista Marie Colvin, corrispondente di guerra del Sunday Time, che aveva l’obiettivo e anche l’ossessione di mostrare al lettore l’orrore non dal punto di vista degli eserciti, dei soldati e dei loro drammi, ma quello delle atrocità nelle città, nei luoghi pubblici, nella vita privata e negli affetti. Lei diceva:  “Non è importante quale esercito compia l’attacco, quello che conta è il costo umano delle persone” inviando articoli dai Paesi martoriati, Timor Est, Cecenia, Iraq, Afghanistan, Libia, Siria … con le foto di  Paul Conroy con cui aveva stretto un sodalizio professionale che durò per sempre. Lei puntava lo sguardo direttamente sulla sofferenza, sia per la morte di un bambino, sia davanti a fosse comuni con centinaia di scheletri … Un lavoro difficile a cui non sapeva rinunciare nonostante una vita privata difficile, i tentativi di abbandonare tutto, una condizione psicologica molto provata dai fatti vissuti e il ricominciare …  bella la frase: “Ho paura di invecchiare, ma anche di morire troppo giovane”. Poi di nuovo al fronte, ad intervistare personaggi storici, ad esempio Arafat e Gheddaffi …
Il film mette insieme documentari reali dell’epoca e ricostruzioni cinematografiche molto realistiche, attori famosi e bravissimi (la grande Rosamund Pike più che immedesimata in un ruolo difficile, Jamie Dornan, Tom Hollander, Stanley Tucci, Greg Wise, Faye Marsay .. ) e attori presi dalla strada, molto, molto verosimili. Ottima la fotografia e colonna sonora non invadente. Il regista Matthew Heineman ha evidenziato ormai grande esperienza e capacità. Queso film non si dimenticherà facilmente, lasciando a noi la riflessione sull’attenzione che poniamo guardando la TV, parlando, mangiando, scherzando, mentre giornalisti-eroi cercano di farci capire quanto una guerra sia terribile e quanta indifferenza c’è quando non si è toccati da vicino ..

locandina da internet

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