Può un romanzo del 1909 scritto da Jack London, diventare un film di attualità, da gustare e assorbire? “Martin Eden”, lo dico subito, è un bel film, appena presentato a Venezia, che evidenzia come un giovane non istruito, costretto dalla condizione familiare a lavorare fin da bambino, possa con la forza di volontà e quella dell’amore, evolvere le sue conoscenze e la sua personalità, facendo trionfare la cultura sull’individualismo materiale, sognando, come l’autore del romanzo e il regista stesso di questo film, Pietro Marcello, di cambiare con la testardaggine la propria vita e da quasi analfabeta tentare di essere uno scrittore. Come al solito, non illustro la trama, e mi limito a dire che il film insegna allo spettatore molti concetti e aspetti della vita personale, degli affetti e dell’amore, della vita sociale e politica che incontriamo nel quotidiano senza, forse, farci caso. E l’aiuto verso i meno abbienti, verso ideali ritenuti giusti, come il socialismo di quei tempi, verso i “diversi” fa da sottofondo alla storia del giovane Eden. Come l’ambientazione a Napoli, che il regista ha scelto, essendo luogo ricco di contrasti, di povertà, fantasia, orgoglio, voglia di riscatto, sempre cangiante … una città che rappresenta il “mondo”. Bello il montaggio di spezzoni di film d’epoche passate, inseriti nella pellicola con maestria, evidenziando passato e presente, come stupenda è la colonna sonora che alterna brani di canzoni italiana con quelli di Debussy, maestro del simbolismo musicale. Buona la scelta degli attori d’esperienza napoletani: Autilia Ranieri, Gaetano Bruno, la stupenda Carmen Pommella. Carlo Cecchi, Marco Leonardi e tanti altri contribuiscono con sicurezza per dar forza ai loro personaggi. Un po’ scialba Jessica Cressy, più avvincenti le altre donne, anche quelle con poche parti … Una menzione straordinaria a Luca Marinelli che vedevo già da tempo (esempio nei panni di Fabrizio de Andrè, nella fiction o in La grande bellezza …) come attore promettente, in crescita continua, intenso e penetrante nei personaggi da interpretare e nella loro mente, oggi veramente grande e con grande piacere, tornando a casa, ho scoperto che alla Mostra del cinema di Venezia ha vinto il Premio Volpi come miglior attore: una volta tanto, un premio al vero merito … Per finire, ho segnato una frase che mi ha colpito per la sua attualità: quando il protagonista spiega a tavola, davanti a un piatto di maccheroni, l’importanza delle conoscenze, dice ” … se il pane è l’istruzione e il sugo la povertà, bagnando il pane nel sugo, la povertà sparisce…”. Pensateci.