Eh, Carlo, sono pochi quelli che invece di mettersi in catena con i dirigenti, si mettono contro per tentare di fare le cose con coerenza ed onestà. Avrei tanto da raccontare, come, credo, anche tu …
Diciamocelo francamente, la sceneggiata di Alemanno è un tipico esempio che proviene dai peggiori spettacoli della TV spazzatura degli ultimi anni. Al di la delle eventuali responsabilità, sicuramente più misurata è stata la risposta del responsabile della protezione civile. Sarebbe ora che le istituzioni invece di litigare per apparire in TV, facessero il loro mestiere, collaborando attivamente, ciascuno secondo il dettato della legge, per venire incontro ai bisogni della gente. Purtroppo, lo vedo anche presso l’istituzione dove lavoro, vi è una classe dirigente- salvando ovviamente qualcuno – ancorata al proprio posto, incapace di assumersi le responsabilità cui compete il ruolo e lo stipendio, ma capace solo di scaricare responsabilità sugli altri in un susseguirsi di comportamenti assolutamente censurabili.
Che belle parole, Alfredo. E mi hai anche riportato a ricordi lontani … Devo dire, però, che dopo un certo tempo che decine di persone del palazzo e del quartiere, nel 1954, venivano a casa dei miei: i primi tempi eravamo tutti contenti e felici, una grande famiglia. Poi, ognuno cominciò le pretese: chi voleva “quella sedia”, chi voleva “quella posizione”, chi sentiva freddo e chi caldo, chi parlava e chi voleva il silenzio … Alla fine, fummo contenti quando man mano cominciarono ad acquistare tutti il televisore e ritornammo ad essere la famiglia e gli amici veri …
Tutti si lamentano di tutto, eppure siamo una delle potenze mondiali….o mi sono perso qualcosa ed ora non lo siamo più?
C’è un clima di pessimismo e di ricerca del capro espiatorio che non fa certo bene alla ripresa, allo sviluppo.
Stiamo assistendo al declassamento di tante istituzioni che non meritavano il livello di considerazione che avevano, prima fra tutti la politica e tutti quanti i politicanti, incapaci nel corso di decenni di introdurre meccanismi di tutela e controlli antifrode e antievasione fiscale, di promuovere la ricerca, l’istruzione, la prevenzione, l’ambiente, la sanità, l’educazione civica, la salute dei cittadini, forse perchè troppo impegnati a pensare ai loro personali interessi.
Ho letto di prospettive catastrofiche per le economie occidentali che potrebbero fare breccia nelle menti più deboli.
Comprendo quelli che non hanno il lavoro e che stanno vivendo la tragedia di non vedere una via d’uscita a quanto gli sta accadendo.
Comprendo i giovani che non trovano sbocco nel mondo del lavoro, oppure trovano solamente lavoretti precari e mal pagati.
Comprendo quelli che il lavoro lo perdono in età matura, quando è molto più difficile ricollocarsi e continuare a lavorare fino alla maturazione della pensione.
Molti altri, che pretendono di dover ricevere qualcosa di più, non si chiedono mai se non sia il caso di fare loro qualcosa di più per la collettività? Ci sono troppe capacità non utilizzate nel nostro Paese, tante risorse non destinate a produrre qualcosa di buono, ovviamente secondo le capacità di ognuno. Tutti possiamo fare qualcosa! Un tempo quando una famiglia aveva un televisore in bianco e nero invitava i vicini per vedere insieme “il musichiere” oppure “Lascia o raddoppia” o il “Festival di San Remo”, e questo creava gioia, amicizia, collaborazione. Perchè non è più possibile una cosa del genere? La corsa all’efficienza sta diventando una corsa verso la solitudine.
e si lo sappiamo entrambi. Comunque sulla vicenda Alemanno, consiglio di leggere l’articolo sul Fatto Quotidiano:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/06/alemanno-bipolarismo-delle-responsabilita/189310/
Eh, Carlo, sono pochi quelli che invece di mettersi in catena con i dirigenti, si mettono contro per tentare di fare le cose con coerenza ed onestà. Avrei tanto da raccontare, come, credo, anche tu …
Diciamocelo francamente, la sceneggiata di Alemanno è un tipico esempio che proviene dai peggiori spettacoli della TV spazzatura degli ultimi anni. Al di la delle eventuali responsabilità, sicuramente più misurata è stata la risposta del responsabile della protezione civile. Sarebbe ora che le istituzioni invece di litigare per apparire in TV, facessero il loro mestiere, collaborando attivamente, ciascuno secondo il dettato della legge, per venire incontro ai bisogni della gente. Purtroppo, lo vedo anche presso l’istituzione dove lavoro, vi è una classe dirigente- salvando ovviamente qualcuno – ancorata al proprio posto, incapace di assumersi le responsabilità cui compete il ruolo e lo stipendio, ma capace solo di scaricare responsabilità sugli altri in un susseguirsi di comportamenti assolutamente censurabili.
Che belle parole, Alfredo. E mi hai anche riportato a ricordi lontani … Devo dire, però, che dopo un certo tempo che decine di persone del palazzo e del quartiere, nel 1954, venivano a casa dei miei: i primi tempi eravamo tutti contenti e felici, una grande famiglia. Poi, ognuno cominciò le pretese: chi voleva “quella sedia”, chi voleva “quella posizione”, chi sentiva freddo e chi caldo, chi parlava e chi voleva il silenzio … Alla fine, fummo contenti quando man mano cominciarono ad acquistare tutti il televisore e ritornammo ad essere la famiglia e gli amici veri …
Tutti si lamentano di tutto, eppure siamo una delle potenze mondiali….o mi sono perso qualcosa ed ora non lo siamo più?
C’è un clima di pessimismo e di ricerca del capro espiatorio che non fa certo bene alla ripresa, allo sviluppo.
Stiamo assistendo al declassamento di tante istituzioni che non meritavano il livello di considerazione che avevano, prima fra tutti la politica e tutti quanti i politicanti, incapaci nel corso di decenni di introdurre meccanismi di tutela e controlli antifrode e antievasione fiscale, di promuovere la ricerca, l’istruzione, la prevenzione, l’ambiente, la sanità, l’educazione civica, la salute dei cittadini, forse perchè troppo impegnati a pensare ai loro personali interessi.
Ho letto di prospettive catastrofiche per le economie occidentali che potrebbero fare breccia nelle menti più deboli.
Comprendo quelli che non hanno il lavoro e che stanno vivendo la tragedia di non vedere una via d’uscita a quanto gli sta accadendo.
Comprendo i giovani che non trovano sbocco nel mondo del lavoro, oppure trovano solamente lavoretti precari e mal pagati.
Comprendo quelli che il lavoro lo perdono in età matura, quando è molto più difficile ricollocarsi e continuare a lavorare fino alla maturazione della pensione.
Molti altri, che pretendono di dover ricevere qualcosa di più, non si chiedono mai se non sia il caso di fare loro qualcosa di più per la collettività? Ci sono troppe capacità non utilizzate nel nostro Paese, tante risorse non destinate a produrre qualcosa di buono, ovviamente secondo le capacità di ognuno. Tutti possiamo fare qualcosa! Un tempo quando una famiglia aveva un televisore in bianco e nero invitava i vicini per vedere insieme “il musichiere” oppure “Lascia o raddoppia” o il “Festival di San Remo”, e questo creava gioia, amicizia, collaborazione. Perchè non è più possibile una cosa del genere? La corsa all’efficienza sta diventando una corsa verso la solitudine.