“Tornare”: tuffo nel passato, presente e futuro.

Cristina Comencini e le altre due coautrici Giulia Calenda e Ilaria Macchia, ci hanno immersi in una Napoli – non – Napoli, una Napoli che si intravvede con alcuni suoi stupendi angoli di costa e palazzi sul mare, lontano da vicoli affollati e grida. E il silenzio porta la protagonista Alice, tornata da lontano alla casa paterna, a pensare e ripensare al passato, alla sua adolescenza difficile, alla sua famiglia con i problemi di tante famiglie, agli uomini e ai loro approcci a una bella ragazza, vivace, libera … Uno studio auto-psicologico con pochi personaggi che rende il film interessante, ma lento, pesante a tratti. Giovanna Mezzogiorno è una bravissima attrice e i tanti primi piani valorizzano i contenuti di certe scene e sono state ben scelte le ragazze che in età diverse impersonano Alice, in particolare Beatrice Grannò. Un po’ troppo freddo, ma è voluto dalla regista, Vincenzo Amato, che non entra in empatia con lo spettatore fin dall’inizio. Buona la fotografia, ottima colonna sonora e le canzoni tra cui in qualche momento ci sarebbe stata bene qualche classico napoletano, ma si capisce che la pellicola vuole avere un respiro internazionale … Tornare è un film, ma potrebbe essere una  commedia teatrale per le poche scene e ambiente di cui ha avuto bisogno, i tempi lenti e pochi personaggi. Questo thriller all’italiana lascia qualche dubbio ma è sicuramente di qualità.

locandina da internet

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