Nostalgia è un film che “prende” sia l’attenzione del pubblico, sia il cuore e la mente di chi vive lontano dalla sua Città natale, molto più di quelli che restano e ci vivono distratti, senza rendersi conto del bene e del male che una Città può dare, presi dal tran tran quotidiano e ricordandosi della propria appartenenza solo quando qualcuno cerca di far notare le criticità, contrapponendo bellezze da cartolina.
Come si nota, ho scritto “Città” e non “Napoli” dove il film è ambientato perché la Nostalgia può “prenderti” per qualsiasi luogo dove hai vissuto e Napoli è protagonista nel film come avrebbe potuto essere la parte di ogni Città dove esistono quartieri sovraffollati, degradati, dove la gente si arrangia e la malavita comanda e dove solo l’impegno sociale può aiutare qualcuno a uscire da una spirale che acceca dalle brutture. Eppure chi è stato lontano e torna dopo anni, sente quel morso dei ricordi, degli affetti, dei posti che ha lasciato e non sempre sono ricordi, affetti e posti stupendi.
Il film è bello, tratto dal romanzo di Domenico Rea, diretto da Mario Martone che cresce professionalmente anno dopo anno, con una fotografia stupenda che si districa tra salite, discese, vicoli stretti, passaggi rumorosi e veloci di moto, catacombe che vivono pur essendo dei morti … Ottima anche la colonna sonora che accompagna tutta la storia ed evidenzia momenti importanti. Ben scelto il cast di attori, veri professionisti che affermano le loro qualità più o meno note a livello nazionale e internazionale: magistrale Pierfrancesco Favino, coerente al personaggio Tommaso Ragno, in crescita continua Francesco Di Leva, i popolari Aurora Quattrocchi e Nello Mascia, i giovani promettenti … La visione del film scorre creando curiosità e perplessità nell’attesa di una risposta alla domanda: “Conviene abbandonare quanto si è costruito nella Città adottiva (compagna, casa, lavoro, abitudini decennali …) e tornare per cercare qualcosa o qualcuno che ormai è nei ricordi oppure conviene trattenere nella memoria il passato e pensare al futuro?
Daniela, anche a me è piaciuto rivedere quei posti nei quali però non tornerei a vivere. Il Rione Sanità lo conosco bene, lo frequentavo da “fidanzatino” perché la mia ex fidanzata (… attuale moglie) abitava in un vicolo … Mi piaceva la parte “viva” “teatrale” della Città ma non era una zona, parlo di cca 50 anni fa, molto vivibile in tranquillità. Oggi mi risulta sia migliorata, ma io da 44 anni ormai, ho altre abitudini ed esigenze. Ciao.
Chi ha visto il film (io per esempio) è tentato dal tuo “trattenere nella memoria il passato …”, ma quanto mi è piaciuto vedere quei vicoli, quella moto, quel mare e come lo capivo mentre parlava col suo amico assassino, entrambe per pochi attimi, con gli occhi persi nei ricordi! Filmone con un grande Favino. Artem (il delinquente da giovane) purtroppo non credo riuscirà mai a staccarsi dal quel tipo di personaggio ma è molto bravo.