Su Facebook, Dario Campoli ha scritto:
“Studiammo. Dopo aver studiato ci dissero: “Ma non lo sapete che la laurea non serve a niente? Avreste fatto meglio a imparare un mestiere!”. Lo imparammo. Dopo averlo imparato ci dissero: “Che peccato però, tutto quello studio per finire a fare un mestiere?”. Ci convinsero e lasciammo perdere. Quando lasciammo perdere, rimanemmo senza un centesimo. Ricominciammo a sperare, disperati. Prima eravamo troppo giovani e senza esperienza. Dopo pochissimo tempo eravamo già troppo grandi, con troppa esperienza e troppi titoli. Finalmente trovammo un lavoro, a contratto, ferie non pagate, zero malattie, zero tredicesime, zero Tfr, zero sindacati, zero diritti. Lottammo per difendere quel non lavoro. Non facemmo figli – per senso di responsabilità – e crescemmo. Così ci dissero, dall’alto dei loro lavori trovati facilmente negli anni ‘60, con uno straccio di diploma o la licenza media, quando si vinceva facile davvero: “Siete dei bamboccioni, non volete crescere e mettere su famiglia”. E intanto pagavamo le loro pensioni, mentre dicevamo per sempre addio alle nostre. Ci riproducemmo e ci dissero: “Ma come, senza una sicurezza nè un lavoro con un contratto sicuro fate i figli? Siete degli irresponsabili”. A quel punto non potevamo mica ucciderli. Così emigrammo. Andammo altrove, alla ricerca di un angolo sicuro nel mondo, lo trovammo, ci sentimmo bene. Ci sentimmo finalmente a casa. Ma un giorno, quando meno ce lo aspettavamo, il “Sistema Italia” fallì e tutti si ritrovarono col culo per terra. Allora ci dissero: “Ma perché non avete fatto nulla per impedirlo?”. A quel punto non potemmo che rispondere: “Andatevene affanculo!”
La mia amica Giusy ha risposto: “bè, che dire? niente…”.
Ho scritto: “… ma siete proprio sicuri che le colpe siano dei vostri genitori? Conoscete bene le storie dei vostri genitori, dei sacrifici che hanno fatto, delle angherie che hanno dovuto subire e i bocconi amari ingoiati, dei tentativi fatti per far cambiare le cose per assicurare ai giovani un piatto caldo? Forse non tutti sono nati nell’ovatta e hanno dovuto anche piangere in silenzio per non mostrare i sacrifici quotidiani, i conti della spesa … E non c’entrano niente i cattivi politici, i corrotti, i corruttori, gli evasori, i falsari ecc ecc …? E siete sicuri che non ci siano, tra i tanti volenterosi e coraggiosi, giovani che dormono sui guanciali profumati di lavanda che prepara ogni sera la mammà?“.
da Michele a Carlo, via mail: Un Commento da 30 e lode! Lo condivido al 100%. Bravissimo!
Gratias tibi, Gianni!
da Gianni via mail: dalle mie reminiscenze di studente di latino ricordo che orazio parlava del rapporto tra padri e figli e tra diverse generazioni negli stessi termini e con le stesse argomentazioni che sono emerse in questo web- dibattito. buon week end anzi bonus éxiens hebdómada
da Alfredo: Allineato al 100%, il commento di Angelmarco è eccezionalmente centrato, molto articolato, prende in esame tutte le cause del problema. Complimenti.
da Zian su Facebook: Carlo, condivido tutto quello che hai scritto!
da Antonio Gagliardi su Facebook: Perfetto nell’analisi e nelle conclusioni. Aggiungerei che il nostro impegno, per i nostri giovani, è spontaneo proprio perchè nasce dal lavoro dei nostri genitori e dalle nostre giornate passate sui libri con il pensiero rivolto a cercare le loro possibili fortune.
da Gigi: sono d’accordo!
Grande commento, Carlo!
via mail, da Carlo: La politica, quella che ha ridotto l’Italia nello stato in cui si trova oggi, quella che ancora continua a non voler andar via, sia a destra che a sinistra, – vedi i vari d’Alema, Bindi, Berlusconi, Pomicino etc – per cercare di scagionarsi dai propri fallimenti, ha instillato nei giovani il così detto conflitto generazionale, facendo credere che quelli come me, oggi 62-enne, figlio di operaio delle ferrovie, che già lavoravo a 21 anni e mi pagavo gli studi universitari, avessi qualche colpa nei confronti dei miei figli che, ho tirato su, anche lavorando di notte, visto che la mia famiglia è monoreddito.
Ma la colpa non è di quelli della mia generazione, che come me, hanno fatto grandi sacrifici.
Semmai la colpa della mia generazione, se di colpa si vuol parlare, è quella di aver troppo coccolato i nostri figli, di aver creduto che ogn’uno di loro dovesse diventare un genio e quindi aver diritto ad un posto al sole, di avergli dato tutto senza insegnarli che le cose si conquistano anche con la sofferenza.
In una palestra che frequentavo tempo fa ho incontrato un trentenne che c’è l’aveva col padre tranviere perché non gli aveva trovato un posto adeguato. E lui non poteva certo accettare il posto offertogli da una compagnia aerea a € 1.000/mese perché ciò non gli permetteva il tenore di vita attuale. Fortunatamente non tutti i giovani ragionano in questo modo.
In ogni caso le colpe dell’attuale crisi vanno ricercate in un insieme di eventi ed errori che hanno portato allo stato attuale:
a) una classe dirigente corrotta –fatte le debite eccezioni- che ha portato il paese allo sfascio ( ma ricordiamo anche che la classe dirigente è l’espressione del popolo che l’elegge)
b) l’esplosione degli apparati di stato- ricordo ai più giovani che negli anni 70 le Regioni – in quanto enti – non esistevano; furono create con l’obiettivo di sostituirsi alle Provincie che dovevano essere abolite. Oggi sono diventate, al pari di Comuni, Provincie, Comunità, apparati giganteschi difficili da sradicare.
c) la fine dello Stato imprenditore e quindi del cosi detto ‘socialismo reale’. Ricordo che nella seconda metà del secolo scorso lo Stato era l’imprenditore maggiore gestendo Ferrovie, Rete Telefonica, Autostrade, ma produceva anche cibo come la pasta ed i panettoni ed aveva numerose altre industrie. Che ne è stato di queste industrie ? Tutte vendute (ma io direi svendute) ai privati ovvero agli ‘amici’. Si pensi solo a quanto paghiamo sulle autostrade che una volta erano nostre, mentre oggi il pedaggio va nelle tasche di un noto imprenditore, mentre il personale ai caselli diminuisce perché sostituito dalle macchine automatiche.
d) la caduta del muro e l’emancipazione dei popoli dell’est. Ricordiamo che spesso, in passato abbiamo auspicato la liberazione dei popoli oppressi dalla tirannia comunista. La loro emancipazione non poteva che portare ad una forte concorrenza ( anche sleale) nei nostri confronti.
e) l’aver sposato la dottrina che vede i “Mercati” al di sopra di tutto, ma soprattutto al di sopra dell’ “Uomo”
Viviamo oggi in una società che ha un solo credo: il “Mercato” . Una società che non conosce più i valori della solidarietà dell’umanità della convivenza; una società che guarda solo al dio denaro come unico obiettivo da raggiungere – ad ogni costo – non dovrà andare avanti a lungo.
La moneta unica ha fatto il resto. L’unione monetaria non ha certo giovato all’Italia, visto il cambio Lira /Euro fissato a suo tempo. Se ne sono avvantaggiati solo i popoli del nord ed in particolare la Germania.
Se negli anni 70/80 in Italia il turismo portava moneta pregiata, le esportazioni andavano bene grazie ad un cambio favorevole , oggi non è più così e di ciò se ne è avvantaggiata solo la Germania.
Dobbiamo ricordarci che la generazione dei nostri padri, e quella dei nostri nonni hanno subito gravi perdite dovute alle due ultime guerre, ma io credo che anche oggi siamo in guerra. Le guerre nascono per motivi economici. La guerra attuale, anche se combattuta con altre armi, meno cruente, ha anch’essa le sue vittime.
La Germania, oggi come allora, vuole l’egemonia in Europa. Occorre correre ai ripari !
So che nessuno colpevolizza i propri genitori, ma la generazione da cui provengono le frasi che iniziano con “ci dissero…” è la generazione a cui appartengono i genitori ed è questo l’insieme di persone cui si fa riferimento. Del resto anche il commento di Francesco cita i genitori come coloro che hanno superato momenti difficili nella vita di ogni giorno, con la grande soddisfazione di vedere che ai propri figli riuscivano a dare istruzione e più benessere di quanto ne avevano avuto loro in gioventù. Sarà difficile trovare un colpevole a questo stato di cose, poichè le concause possono essere molte. Certo è che tutti i governi e le persone investite di responsabilità nel compiere scelte strategiche, su questo tipo di obiettivo (ma anche su molti altri) hanno pezzato alla grande!
da Giusy in risposta ad Alfredo e a me: Io credo che nessuno volesse colpevolizzare i genitori come voi che hanno dato tutto per migliorare il futuro dei figli, io stessa ho molta riconoscenza per come la mia famiglia mi ha cresciuta e per i sacrifici che ha fatto per me e i miei fratelli. Secondo me l’errore risiede anche nella mancanza di lungimiranza da parte della vostra generazione e forse anche nell’aver creduto che tutto si risolvesse nella laurea che molti non hanno potuto conseguire. Come dire, siamo tutti cresciuti credendo di poter fare quello che volevamo, ma di fatto non è mai stato così! Questo è stato l’insegnamento sbagliato, non aver messo i figli davanti all’evidenza che questa era solo un’utopia postbellica. Ora ci ritroviamo spaesati, poco malleabili, in balia delle caste sempre più indistruttibili…io a volte mi sento molto scoraggiata, ma credo che la soluzione sia quella che hai indicato tu, Francesco, allearci e non mollare!
Quello che è stato scritto da Dario è purtroppo la sintesi di tutte le problematiche che i giovani oggi sono costretti ad affrontare per inserirsi nel mondo del lavoro ed avere una dignitosa prospettiva di vita, nella nostra società. La nostra generazione, intendo quella degli over 60, ha senza dubbio grandi responsabilità nell’aver gestito l’evoluzione dal dopoguerra, senza tenere conto delle generazioni future. Chiamarlo però conflitto mi pare eccessivo, si tratta dopotutto dei nostri figli e per loro si tratta dei genitori, in pratica si sta parlando di soggetti legati da fortissimi sentimenti e per nulla desiderosi di nuocersi a vicenda. E’ ovvio che i giovani debbano rilevare gravi responsabilità e debbano anche attribuirle, ritengo però che siano da circoscrivere ad una ristretta cerchia di appartenenti alla nostra generazione. Al pari di Francesco so per certo che tutte le persone che conosco, della mia età o più anziane, non hanno di certo vissuto sperperando a destra e a manca, al contrario hanno fatto grandi sacrifici e sforzi per poter dare qualcosa di più ai figli, farli studiare, dare loro quello che loro non hanno potuto avere e dare anche tanto affetto e senso della famiglia. Non è facile sposarsi giovani, senza un soldo ed iniziare la vita insieme con le uniche ricchezze dell’amore reciproco e di un posto di lavoro, che non da agiatezza, ma permette di tirare avanti con molta attenzione a ciò che si fa. Quando poi i posti di lavoro fossero due, ci si trova con minori problemi economici ma maggiori problemi di tempo e di stress. I giovani sono il nostro futuro e noi vogliamo che questo problema si risolva con una diversa politica del lavoro; ma non date a tutti noi, ad ognuno di noi la colpa di questa problematica. Sarebbe come dare al soldato che muore sul fronte la colpa di aver causato la guerra!
da Facebook, Angela: purtroppo è tutto vero
Da Facebook: il post piace ad Angela, Antonio Gagliardi, Giusy Salis
So bene la situazione giovanile: i miei figli vivono ciò che molti coetanei stanno vivendo: posti precari, stipendi bassi, lunghi orari di lavoro e massimo impegno con grande passione. Ma penso di aver già fatto un minielenco di colpevoli nel mio post e la conferma non si trova tra chi vi circonda ogni giorno, ma tra quelli che si sono arricchiti alle loro spalle e oggi continuano ad arricchirsi e avere privilegi, mentre la classe media e i poveri vanno sempre più giù. Se dovessi lanciare un grido, direi: “Svegliamoci tutti e insieme, senza conflitti di generazione, ma coni coerenza, libertà e democrazia partecipiamo al cambiamento di questo stato di cose. Gaber diceva: libertà è partecipazione. Aggiungo: Non l’abbandono e l’accettazione passiva.
da Giusy: sì, certamente ci sono gli uni e gli altri. ma tu, che hai tanta esperienza alle spalle, come ti spieghi la situazione in cui ci troviamo?? credo che se ci troviamo a questo punto qualcuno avrà pur fatto le scelte sbagliate, se ora ne paghiamo così amaramente le conseguenze!