Ieri sera, una sosta ai film spensierati a favore di un film d’autore: “Allacciate le cinture” di Ferzan Ozpetek fa veramente bene a noi che siamo abituati a correre, vivere giorno dopo giorno di piccole cose e grandi problemi che, spesso, non lo sono … Fa bene a chi si abitua ai sentimenti senza più sentire certe spinte emotive … La storia non è nuova: un amore nato da un’antipatia, una vita a due che diventa abitudine e poi, a fronte di una malattia, il risorgere di un amore che, in fin dei conti, non era mai finito. Momenti simpatici, specie quando intervengono relazioni d’amicizia tra i vari personaggi. I primi piani della bella fotografia restano impressi come gli occhi sempre lucidi dell’attrice protagonista Kasia Smutniak che illuminano lo schermo. Grande la cura dei particolari: una pioggia che batte sulla strada, le mani sporche del meccanico, occhi che seguono un personaggio che si muove e guidano lo spettatore nell’immaginarne lo spostamento … Colori tenui che diventano luminosi al mare della Puglia … Belle musiche originali e i sottofondi delle canzoni scelte. Cast ottimo: la Smutniak ormai è un’attrice completa, Elena Sofia Ricci e Carla Signoris pienamente nel ruolo di donne mature, Filippo Scicchitano emerge col passare del tempo … Debole Francesco Arca, fisico da atleta ma ancora non attore convincente. Una nota merita Paola Minaccioni: grandissima interpretazione di una donna sofferente ma di forte carattere. La mia signora ha bagnato completamente di lacrime il suo fazzoletto: la realtà nel film è ben rappresentata sotto i suoi vari aspetti … e non si può sfuggire ai ricordi e alle emozioni …

Foto da internet