11 pensieri su “La fortuna aiuta gli audaci …

  1. Contribuisco, forse annoiandovi un po’, con i ricordi di mie esperienze. Sono stato iscritto a un Sindacato per pochi mesi, da neo-lavoratore. Credevo che queste organizzazioni facessero di tutto per salvaguardare i diritti dei lavoratori perché avevo fin da piccolo creduto in ideali di giustizia e democrazia. Fui corteggiato, entrai velocemente nella Segreteria di zona. Poi capii, a seguito di episodi vissuti, che gli interessi che venivano salvati erano quelli personali dei Sindacalisti e dei Dirigenti Aziendali.. Volevo fare il COERENTE, invece quando trattavo e parlavo di interessi generali venivo applaudito, quando, invece bisognava prendere decisioni con la Dirigenza a favore di Tizio o di Caio, venivo invitato a uscire. Servivo solo quando c’era da attirare il pubblico. Mi dimisi, disgustato. Eravamo in ambiente statale: addirittura capitava, entrando nella stanza dei Responsabili, trovare il Sindacalista in poltrona, con i piedi poggiati sulla scrivania, parlando con aria di strafottenza … In altro ambiente statale e con altre responsabilità, con i Sindacalisti ebbi inizialmente un rapporto di odio: le mie scelte organizzative basate sul merito e sulla qualità del servizio furono contestate e addirittura ricevetti minacce ad esempio quando, come Presidente, feci bocciare in un concorso interno, un tizio che non volle rispondere alle domande della Commissione perché “gli interessava avere lo stipendio fisso, non gliene fregava niente del lavoro e amava la musica e guadagnare molto di più suonando nei locali notturni”. Preferii far avere la promozione ai più meritevoli e mi beccai le maledizioni di Sindacalisti e miei Superiori. Dopo mesi, venivo rispettato dai lavoratori e dai … sindacalisti: non potevano più trovare argomenti su cui combattermi: agivo seguendo le regole e l’equità. Ebbi incarichi importanti che impattavano proprio con nuove organizzazioni, nuovi servizi e aumento della produttività, dove lavorai molto bene con sindacalisti e collaboratori molto disponibili e preparati. Lavorammo su numeri, grafici e indicatori di qualità: non avemmo, come Gruppo di Lavoro, mai contestazioni. In ambiente privatistico, dove pure ho lavorato, fortunatamente i sindacalisti contrattavano non più a livello periferico o operativo e si vedevano ben poco in giro: gli accordi venivano presi a livello “alto” e nazionale. I lavoratori erano proiettati verso il raggiungimento di obiettivi e di mantenimento del posto di lavoro e si scioperava, anche in massa, quando venivano toccati principi fondamentali dello Statuto dei lavoratori. Come Responsabile, dal punto di vista Rapporti col Sindacato, vissi molto più serenamente: non avevo occasione d’incontro. Ovviamente non ero di “alto” livello … La gente non crede più nei Sindacati: è vero come non crede più nella politica: secondo me oggi contano valori e concretezze.

  2. via mail da Alfredo: La mia non è una critica, quella esposta è la situazione attuale vista però con un occhio un tantino pessimista. Diciamo pure che è la stesa cosa che vedo io nei momenti più negativi, quando sento dire che l’Italia è il fanalino di coda dell’Europa, oppure quando intervistano una vittima del maltempo che dichiara di non essere stato aiutato da nessuno. Intanto, penso, i nostri politicanti litigano per una soglia di sbarramento del 3 o del 3,5%, questo allo scopo di continuare a mangiare dalla grande mangiatoia dei politicanti. Stanno pianificando il cammino fino al 2018, certi di non avere ostacoli, proprio perchè non esiste nessun altro di più credibile che polarizzi i consenso. Non nego che continuo ancora a sperare che alla lunga Renzi possa combinare qualcosa di buono, continuo a credere che dietro l’ostentata sicurezza ci sia anche un piano per l’Italia. Ciao a tutti

  3. Concordo con entrambi. La tristezza è che di fronte a queste argomentazioni non si può controbattere e vuol dire che non ci sono alternative! SIC !!!

  4. via mail da Gianni: l’aspetto della politica italiana che più mi deprime in questo momento è la mancanza di alternative vincenti. Nel partito la minoranza sbraita ma poi contratta sotto banco posti nel partito e poi nelle liste, il centro destra non esiste più, grillo comincia a perdere consensi e la sinistra radicale non arriva al tre per cento. e renzi dorme tra due guanciali. Ah, dimenticavo ! il sindacato rappresenta una minima parte dei lavoratori , solo quei pochi rimasti nell’industria e gli statli che diminuiscono ma che non hanno mai avuto una coscienza sindacale , soprattutto i lavoratori della scuola. Mi aspetto aspre critiche.

  5. via mail, da Mike: L’illusionismo è paragonabile agli 80 € di Renzi, dove il trucco sta nel fatto che gli 80 € li dà a 10 milioni di lavoratori dipendenti e li prende, con maggiori tasse (TASI, TARI, IRPEF regionali e comunali, etc.), agli stessi lavoratori e soprattutto ai pensionati come noi, a quelli che prendono una pensione sociale, ai lavoratori autonomi e alle finte partite IVA.

  6. Nelle aziende private, la gestione viene affidata a uomini abili eppure ogni due o tre anni questi vengono cambiati oppure trasferiti ad altri compiti: in tal modo si evita la fossilizzazione su una poltrona e la creazione di forti legami con imprese, burocrati e altre persone che potrebbero influire negativamente sul core business e sul mantenimento dei posti di lavoro …

  7. E’ ovvio che coloro i quali non hanno lavoro o sono in procinto di perderlo, non possono accontentarsi di parole, tante parole, di assistere a battibecchi su problematiche di importanza secondaria. Ed ecco che questi si muniscono di uova e manifestano la loro disapprovazione, si rendono visibili nella loro proposta. Vedo che il tutto è ancora gestito da una certosina spartizione della torta da parte di chi sostiene il governo. Forse conviene creare un sistema che impedisca di rimanere in carica più di una, massimo due legislature.

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