Je suis à Paris … mais je suis en Italie, en Europe, en Amérique, en Afrique, en Asie, dans le Monde si je crois en franternità, l’égalité et la liberté!
4 pensieri su “Grazie, Charlie.”
Si, forse i buffoni di corte avevano lo scopo di divertire il loro padrone e la sua cerchia di amici e parenti. La satira è qualcosa di più nobile, nonostante l’uso che a volte se ne fa, cioè esagerando laddove non dovrebbe interferire o scivolando nel blasfemo o nell’eccessivo. La satira, come giustamente dici tu, deve essere di sprono per chi ci guida, è il termometro della percezione della gente, la valutazione vera che giunge alle masse, alle famiglie, ai singoli cittadini che percepiscono sulla loro pelle le decisioni prese dall’alto, molte volte senza le necessarie attenzioni al solo scopo di fare cassa o di complicare ancora di più la vita a chi già ce l’ha molto complicata. Può e deve essere, la satira, anche uno strumento a disposizione per effettuare quelle correzioni, piccole o grandi, per segnalare le cose insolute, i problemi non affrontati, le anomalie presenti e prese troppo sottogamba. Il tuo “più o meno” è un esempio di satira molto morbida, gentile direi, educata e che segnala piccoli e medi problemi al primo gradino di responsabilità di un territorio: il Comune (ovviamente nella maggior parte dei casi).
Brevo, Alfred. Sei uno dei pochi che ha ammesso di non conoscere Charlie Ebdo. Oggi tutti ne parlano e , a volte, mi sembra che molti facciano certe cose per “moda” o per mettersi in evidenza oppure si fanno trascinare come le pecore … La satira e i suoi strumenti di diffusione sono conosciuti e apprezzati da pochi eppure fin dal Settecento attraverso disegni e ritratti c’era chi prendeva di mira certi personaggi per spronarli a far meglio, a trattare il popolo con riguardo, a gestire bene la cosa pubblica, facendo sorridere … Andando indietro nel tempo, c’erano buffoni di corte, ma forse quelli erano solo “comici” …
Pensare che prima dell’atto terroristico non sapevo nemmeno che ci fosse un giornale satirico francese col nome di Charlie Ebdo. Certamente questo fatto ha risvegliato la reazione accorata di tutto il mondo “normale”, relegando gli integralisti assassini ai margini dell’umanità e dimostrando che alla fine la penna può colpire più e meglio di una spada, oppure di una mitragliatrice. Le vittime dell’attentato saranno ricordati per il loro sacrificio involontario in nome della libertà di stampa e di satira, ma ancora di più, forse, per aver trovato un punto in comune tra tutti i responsabili delle nazioni che hanno aderito alla manifestazione di domenica scorsa a Parigi. E’ stato bello, un sogno, vederli a braccetto camminare insieme nella stessa direzione, procedere in avanti, salutare chi li osservava dai palazzi e che era testimone di un evento straordinario, per una volta uniti e non in contrapposizione. Speriamo che sia l’inizio di un nuovo stile di dialogo tra le nazioni.
Si, forse i buffoni di corte avevano lo scopo di divertire il loro padrone e la sua cerchia di amici e parenti. La satira è qualcosa di più nobile, nonostante l’uso che a volte se ne fa, cioè esagerando laddove non dovrebbe interferire o scivolando nel blasfemo o nell’eccessivo. La satira, come giustamente dici tu, deve essere di sprono per chi ci guida, è il termometro della percezione della gente, la valutazione vera che giunge alle masse, alle famiglie, ai singoli cittadini che percepiscono sulla loro pelle le decisioni prese dall’alto, molte volte senza le necessarie attenzioni al solo scopo di fare cassa o di complicare ancora di più la vita a chi già ce l’ha molto complicata. Può e deve essere, la satira, anche uno strumento a disposizione per effettuare quelle correzioni, piccole o grandi, per segnalare le cose insolute, i problemi non affrontati, le anomalie presenti e prese troppo sottogamba. Il tuo “più o meno” è un esempio di satira molto morbida, gentile direi, educata e che segnala piccoli e medi problemi al primo gradino di responsabilità di un territorio: il Comune (ovviamente nella maggior parte dei casi).
Brevo, Alfred. Sei uno dei pochi che ha ammesso di non conoscere Charlie Ebdo. Oggi tutti ne parlano e , a volte, mi sembra che molti facciano certe cose per “moda” o per mettersi in evidenza oppure si fanno trascinare come le pecore … La satira e i suoi strumenti di diffusione sono conosciuti e apprezzati da pochi eppure fin dal Settecento attraverso disegni e ritratti c’era chi prendeva di mira certi personaggi per spronarli a far meglio, a trattare il popolo con riguardo, a gestire bene la cosa pubblica, facendo sorridere … Andando indietro nel tempo, c’erano buffoni di corte, ma forse quelli erano solo “comici” …
Pensare che prima dell’atto terroristico non sapevo nemmeno che ci fosse un giornale satirico francese col nome di Charlie Ebdo. Certamente questo fatto ha risvegliato la reazione accorata di tutto il mondo “normale”, relegando gli integralisti assassini ai margini dell’umanità e dimostrando che alla fine la penna può colpire più e meglio di una spada, oppure di una mitragliatrice. Le vittime dell’attentato saranno ricordati per il loro sacrificio involontario in nome della libertà di stampa e di satira, ma ancora di più, forse, per aver trovato un punto in comune tra tutti i responsabili delle nazioni che hanno aderito alla manifestazione di domenica scorsa a Parigi. E’ stato bello, un sogno, vederli a braccetto camminare insieme nella stessa direzione, procedere in avanti, salutare chi li osservava dai palazzi e che era testimone di un evento straordinario, per una volta uniti e non in contrapposizione. Speriamo che sia l’inizio di un nuovo stile di dialogo tra le nazioni.
Da Facebook, MI PIACE: Paola Mancini