Sabato sera classico: a Teatro. Non un classico lo spettacolo che abbiamo visto, ma una commedia divertente e tragica nel profondo delle sue pieghe comiche. “I giocatori”: quattro amici, amanti del gioco, ognuno con i suoi problemi fisici, psicologici, di famiglia o economici, affogano tutto nella sfida alla fortuna, fino a sfiorare punti estremi. Sembrerebbe una storia “pesante” e lo è se pensiamo a tutti i coinvolgimenti, ma tutto scorre tra sorrisi, momenti esilaranti, caratterizzazioni eccezionali dei quattro attori, frasi che fanno pensare e altre che fanno ridere.
Il tempo trascorre veloce con il ritmo dello spettacolo e ci si sente coinvolti tantissimo nella storia creata da Pau Mirò. Il dialetto partenopeo, scelto da questa produzione, è reso comprensibile a tutti e alcune fantasiose immagini vengono rese credibili così come succede a Napoli. Diversi e fortissimi Enrico Ianniello ( anche regista), Renato Carpentieri, Tony Laudadio e Luciano Saltarelli. Alla fine, dopo i tanti applausi, una frase di mia moglie spiega bene tutto: “Questa è la differenza tra cinema e teatro …”. Si: perché qui si vive con i personaggi, si ride e si soffre con loro. Il teatro è partecipazione, scambio reciproco: gli attori durante il saluto finale del pubblico, erano veramente felici del loro lavoro. E, uscendo, mi è venuta un po’ di malinconia: io ho provato queste sensazioni tanti anni fa, ormai …
Chiusura della serata “napoletana” con una bella pizza …
E ora soffro nei ricordi …
Per te è una ricchezza questa, conosci le emozioni forti che si sprigionano da entrambe le parti, per coloro che assistono allo spettacolo e per coloro che lo interpretano mettendoci anche l’anima.