“Il giorno sbagliato”: un giorno qualsiasi!

Questa settimana volevamo vedere un film d’azione, un thriller, una storia dai ritmi molto più accelerati e abbiamo indovinato con “Il giorno sbagliato”. Un’americanata? Certo è un film che, al contrario della tradizione italiana che in ogni storia vuole esaminare anche stati d’animo e psicologia, con tempi lunghi e musiche co-protagoniste, tiene “svegli” raccontando la violenza quotidiana che nella società attuale ci vede spettatori o protagonisti, nelle strade, nei locali pubblici, a contatto con persone che oberate da mille problemi e martellate da pubblicità ambientate in mondi edulcorati che nulla hanno a che vedere con la realtà e quindi spingono alla ribellione, alla vendetta … Una buona fotografia con profondi primi piani, espressioni visive coinvolgenti, attimi di vera sospensione del respiro, colpi di scena a martello pneumatico … Bravissimi i due protagonisti principali, Russel Crowe e  Caren Pistorius, ma anche il giovane  Gabriel Bateman, che sono stati diretti con perizia da Derrick Borte. Che dire? Ogni tanto ci vuole un’iniezione di adrenalina e, comunque, un richiamo a essere attenti a come ci muoviamo in questo mondo di matti, perché, come scritto sulla locandina, “Potrebbe capitare anche a te” …

locandina da internet

 

“Lacci”: un coinvolgente intreccio di fili

Si dice che il cinema regala emozioni, ricordi, sensazioni, sensi di colpa e di assoluzione: questo film racconta una storia che conferma con forza queste parole. Un intreccio di fili in una famiglia che, come tante, passa dai primi anni di un amore attraverso vicissitudini tra alti e bassi momenti di gioia, come avere dei figli, ad alti e bassi momenti di gelosia,di odio, di rancori, agli anni dell’anzianità con altri modi di vivere una coppia, di ricerca di appigli in cui credere ancora o avere un affetto ma anche con sguardo all’indietro, a errori evitati e errori fatti. Intrecci di parole tra caratteri diversi e accuse reciproche tra tutti i personaggi (si ricorda la frase detta dalla moglie al marito: “Tu non sarai quello che vuoi essere, ma quello che ti capita …”) rappresentati in tanti bellissimi primi piani di attori di alto livello:  Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini e i ragazzi ben scelti e con azzeccata colonna sonora. Daniele Lucchetti si conferma ottimo regista e merita molto più di uno scarso pubblico nelle sale che il Covid ha praticamente bloccato. Si esce pensierosi anche su se stessi e soddisfatti, con i quasi sciolti … lacci.

Locandina da internet

“Padrenostro”: una fiction per il cinema …

Il film di questo weekend lascia soddisfatti per metà. La storia, negli anni Settanta,  di un’amicizia tra due ragazzi cresciuti in modo molto diverso: uno ha assistito all’attentato al padre, l’altro appare come un fantasma da esperienza diversa. L’amicizia tra ragazzi nasce sempre spontaneamente, con innocenza e trasporto, inconsapevole degli eventuali sviluppi. Il film pone l’accento sulla famiglia, sulla comunicazione tra genitori, tra genitori e figli e, in particolare, tra un padre apparentemente burbero e preso da responsabilità e un figlio che per lui stravede e tra una madre che dal figlio riceve un rapporto più freddo (a memoria: a un certo punto lei gli chiede: “Perché fai così con tua madre?” e il ragazzo risponde “Perché non sei un padre”). Il film biografico, dedicato dal regista Claudio Noce. al padre vicequestore sfiora il problema del terrorismo, guarda ai rapporti umani, scappa dall’approfondimento delle conseguenze di un attentato, volando alto, facendoci vedere belle scene, primi piani intensi o ascoltare una colonna sonora buona, ma con inserimenti furbeschi di canzoni famose dell’epoca ma non scende nella disperazione e nei problemi reali, psicologici e sentimentali. Una commedia che racconta comportamenti e preoccupazioni di una qualsiasi famiglia. Due stelle brillano: le interpretazioni di Pierfarncesco Favino, sempre più maturo ed esperto, e di Barbara Ronchi, vera mamma con le sue espressioni di preoccupazioni e affetti. I ragazzi, Mattia Garaci e Francesco Gheghi, sono ben guidati e possono avere futuro nel cinema. L’autore comunque non fa partecipare lo spettatore in maniera coinvolgente come avviene in genere in una sala cinematografica, ma raccontato una storia da salotto di casa davanti a una fiction in TV.

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