“1917”: il cinema in trincea.

Questo film scolpisce nel cuore la parola “Orrore”, quello di una guerra che sconvolse il mondo e la vita di milioni di giovani e famiglie. E ci porta, mano a mano, a percorrere le labirintiche trincee che videro ripararsi, partire all’attacco, soffrire o morire più o meno eroici soldati, a volte quasi adolescenti. La trama, al mio solito, non la riporto: già i trailer spesso rivelano scene in anteprima che possono togliere suspence, basta scrivere che l’attenzione è rivolta a due giovani, amici, cui è affidato un delicato incarico. E, tra scene anche crude, in una natura spesso deturpata, città sparite, lo spettatore vive con ansia e speranza il passare dei minuti, scanditi da una colonna sonora non invadente, ma che accompagna, come grande interprete, l’evolversi della storia. Due bravissimi attori nei personaggi principali: George MacKay e Dean-Charles Chapman, accompagnati da Mark Strong, Andrew Scott, Richard Madden,. Claire Duburcq (unica attrice), Colin Firth, Benedict Cumberbatch … e migliaia di comparse per un kolossal drammatico che entrerà sicuramente nei film da ricordare. Si esce scossi, pensando a come oggi le guerre ci sembrano solo immagini fuggenti dei TG e l’amicizia, se non profonda, è volatile.

locandina da internet

Richard Jewel: un “gioiello” di film.

Clint Eastwood è ormai un marchio di qualità, i suoi film migliorano con l’avanzare dell’età e stupisce proprio come alla sua veneranda età egli abbia la capacità di raccontarci storie realmente accadute con una padronanza della macchina da presa eccezionale, come nei primi piani, con i suoi giochi di luce che dalla penombra portano in evidenza particolari scene da imprimere nella mente, con la scelta di attori di grande livello (i premiati con Oscar Sam Rockwell e Kathy Bates, oppure Jon Hamm, Olivia Wilde …) o di grandi promesse come il protagonista Paul Walter Hauser, finora quasi sconosciuto eppure con grande caratterizzazione del ruolo affidatogli … Il problema, non solo statunitense, del potere dei media, che possono portare una persona dalle stelle alle stalle, o delle Forze di Polizia, nel caso il FBI, che messi gli occhi su una persona, possono arrivare a perseguitarla pur di avere un colpevole, è un problema di difficile soluzione, anzi col moltiplicarsi dei social, sempre più persone possono cadere nella trappola dell’eroe-colpevole, dell’onesto-ladro, del pudico-spregiudicato … Eastwood sa farci riflettere a ogni scena, sa farci commuovere, ci regala rari sorrisi, ci fa, attraverso verità “reali”, tremare. Lui è un artista che nella storia del Cinema lascia, ogni volta, impronte indelebili. Un film da non perdere: Jewel, poi, non significa gioiello?

Tolo Tolo: malo malo …

Ci siamo cascati: forse troppa pubblicità, troppe polemiche, ma anche la voglia di qualche promessa risata dopo una settimana di clausura causa forte raffreddore e tosse, ci hanno fatto scegliere di vedere “Tolo Tolo” il film di e con Checco Zalone. Delusione pazzesca. Una storia fatta di accozzaglia di luoghi comuni, tanto leggera da non lasciare segni, tanto scontata da essere subito dimenticata, eppure l’argomento neorazzismo e immigrazione poteva dare spunti profondi e volendo fare una commedia anche allegra, si poteva fare meglio. La satira può essere feroce anche attraverso una battuta comica, l’importante è che faccia riflettere, Ma qui non vengono fuori notizie interessanti, né frasi che colpiscono. Non siamo nemmeno riusciti a commuoverci per una storia già vista e rivista, farcita, di stupidità e tentativi di musical o, addirittura, di cartoni animati! Un’occasione persa per Zalone e il co-sceneggiatore Paolo Virzì. entrambi in passato hanno fatto grandi cose, questa volta hanno voluto sfiorare un argomento anche politico-sociale, ma non avendo il coraggio di affrontarlo. Attori anche bravi come  Souleymane Silla, Manda Touré, Nassor Said Berya, Alexis Michalik. … corrono il rischio di cadere nel dimenticatoio insieme a sacrificati Barbara Bouchet e Nicola di Bari e non basta il ricorso a canzoni Anni ’60 molto famose per creare una colonna sonora accompagnandola anche a canzonette da asilo infantile. Non è questo il cinema all’italiana che ci piace …

locandina da internet