“Pinocchio” o, meglio: Pinocchio e Geppetto

Per uno della “Terza Età” andare a vedere una favola può sembrare voglia di tornare indietro nel tempo, a essere fanciullo e leggere e rileggere il libro di Collodi oppure fare un ripasso per raccontare la storia del burattino a nipotini … Comunque si pensi, il film si fa vedere con interesse, meraviglia e piacere. Matteo Garrone segue il “Pinocchio” versione originale dello scrittore fiorentino e lo rende “reale”, non solo con l’effetto legno che copre il piccolo attore, ma con la creazione di tutti i personaggi della fiaba, belli o brutti, rugosi o lisci, burberi o simpatici, malvagi o dolcissimi … un uso dei colori tenui e una colonna sonora che accompagna con sintonia i momenti di gioia o di alta tensione, … Qualche scena un po’ dura per i bambini, ma molti gli insegnamenti e non solo sul non dire bugie, ma anche, per esempio, sulla Giustizia che non sempre premia i buoni e punisce i cattivi …  La scelta di attori che con passione si sono messi nei panni di una fantasia non lontana dalla realtà: il terribile-tenero Mangiafuoco di Gigi Proietti è il simbolo di questo impegno, oppure Ceccherini e Papaleo, volpe e gatto fortissimi … Bella e dolce, come l’abbiamo sempre immaginata la Fata Turchina, sia da piccola, Alida Baldari Calabria, che da grande, Marine Vacth, e i tanti altri: Alessio Di Domenicantonio, Maria Pia Timo (grandiosa Lumaca), Davide Marotta, Paolo Graziosi, Gianfranco Gallo, Massimiliano Gallo, Marcello Fonte, Teco Celio, Enzo Vetrano, Nino Scardina … Un mio forte applauso dedicato al piccolo Federico Ielapi, paziente ai faticosi trucchi e attore già di buon livello. E Geppetto? Un mio personale Oscar a Roberto Benigni che ha interpretato il ruolo con tenerezza e intensità: ci ha ricordato l’attore di “La vita è bella”, una luce negli occhi, commovente nella sua povertà “vissuta” e nella ricchezza di avere finalmente un figlio, il dolore di perderlo e la gioia di ritrovarlo … Matteo Garrone ci ha proposto un film intitolato a “Pinocchio” ma sarebbe stato anche sublime un “Pinocchio e Geppetto”, anche per distinguerlo dai tanti altri film sul burattino che il cinema ci ha proposto in passato. Una raccomandazione: non lasciate la sala senza vedere i titoli di coda che mostrano foto di scena che sono veri  “capolavori”!!!

La Dea Fortuna: via la benda e sentimenti …

Grande ritorno di Ozpeteck con i suoi momenti sentimentali fatti di lunghi sguardi, di carezze, di durezza e tenerezza, di colori tenui e colonna sonora da favola. La Dea Fortuna si toglie la benda e guarda alla vita, alle storie reali, alle emozioni. Una storia che fa tante storie intorno a noi dove coppie provano, dopo anni d’amore, la crisi, l’allontanamento fisico e mentale, le distrazioni più o meno regolari … dove l’amore è quello per un altro essere e può durare anni e distruggersi in un attimo per poi rinascere o morire per sempre … Un film che fa pensare, ma anche sorridere, che scorre bene attimo dopo attimo, senza momenti di vuoto. Attori di grande livello: Stefano Accorsi conferma la propria esperienza recitativa e ha imparato a commuoversi, grandi voli ha fatto Edoardo Leo che siamo abituati a vedere in commedie più leggere e qui arriva a livelli intensi di interpretazione, Jasmine Trinca da tempo non è più una promessa del cinema italiano ma attrice dolce e profonda, stupenda l’interpretazione della piccola Sara Ciocca che da poco avevamo conosciuto e apprezzato nell’ultimo film di Alessandro Siani, ben inserito nella parte il piccolo Edoardo Brandi e poi tanti fedeli al regista come  Serra Yilmaz, Cristina Bugatty, Filippo Nigro … Una menzione per Barbara Alberti che ha sorpreso nel finale con un ruolo fondamentale e con convincente interpretazione … Come concludere senza citare la voce stupenda di Mina che, specie con la canzone Luna diamante, regala emozioni infinite! Un film, basato su fatti realmente accaduti, da vedere e che non passerà nel dimenticatoio …

Locandina da internet

Il primo Natale: non ci resta che sorridere …

“Il primo Natale” è l’ultimo film di Ficarra e Picone, ma non ultimo: il successo è garantito e quindi ne seguiranno altri come premio del pubblico per i due comici che con  Nicola Guaglianone hanno scritto una storia nuova che non è nuova … E’ la storia notissima della nascita di Gesù vista da due persone, un ladro e un prete, che tornano indietro nel tempo ed è questo il “non nuovo”: tanti film ci hanno fatto viaggiare indietro nel tempo e, per esempio, altri due comici, Troisi e Benigni, ci hanno accompagnato nel passato con grande successo … Ficarra e Picone sono due comici popolari che si rivolgono a tutte le tipologie di pubblico, grandi e piccini, e il film fa l’occhiolino a ognuno, persino a chi non è credente e a chi crede, a chi cerca nel passato dei riferimenti alle situazioni presenti (ricordo il commento di Salvo quando di fronte alla costruzione lenta di una strada nel passato, dice: “Ma che sta costruendo? La Gerusalemme Reggio Calabria?”) o a valori etici e morali, sfiorando violenze, guerre, immigrazione e razzismo. Tutto ciò si intravede, ma non è stato approfondito e forse si poteva “giocare” su questo, ma i due amano farsi vedere al “neutrale”, far ridere con vecchie gag e alcune nuove e d’effetto. Sicuro, meno male, che non siamo di fronte a un Cinepanettone! Il film è pulito, mai volgare , piacevole … Sono state utilizzate belle location, panorami desertici, tante comparse, caratteristi, bambini e bravi attori e al di sopra di tutti Massimo Popolizio che è un erode crudele, ironico, simpatico …  Una presenza costante è quella del Presepe che, sia nel mondo attuale che nel passato, rappresenta il simbolo d’amore, di pace, di uguaglianza … Il personaggio fondamentale è quella statuina, che appare e scompare, del Gesù Bambino, bello, col ditino in bocca, simbolo della tranquilla innocenza e figlio di quel Dio che “fa miracoli, ma qualche volta deve essere aiutato da noi”, come dice il pretino quando rivede le sue convinzioni …

locandina da internet