Carissimo Pinocchio.

La mostra all’ADI Museum di Milano ci ha fatto tornare bambini …

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Santocielo. Santapazienza.

Il film di questo sabato sera, detto subito, è piacevole come tanti film del duo Ficarra e Picone, una storia semplice che vuole toccare un tema difficile e antico: l’uomo non può mettere al mondo una creatura e patire dolori e gioie che, per natura e anche per volere divino, sono delle donne. Ma se non fosse così? Il film forse vuole affrontare il tema della parità dei sessi: una donna vale un uomo, può studiare, fare carriera, vincere Nobel, fare guerra, salvare il mondo, ma un uomo potrà mai partorire? Essendo un film comico, la domanda non fornisce una risposta definitiva, lascia in sospeso il futuro. I due comici sono bravi, non raggiungono il livello di interpretazione di “La stranezza”, che questa commedia non richiedeva. Da applausi, come sempre nelle ultime interpretazioni, Barbara Ronchi. Ad alto potenziale Maria Chiara Giannetta che deve allontanarsi un po’ dalle vesti di Blanca e dalle fiction. Il cameo di Giovanni Storti è una ciliegina sulla torta. Luoghi di scena ben scelti, buona colonna sonora e la regia di Amato. In definitiva: Santocielo è un film che inizia sottovoce, cresce man mano e richiede “Santa pazienza” per avere risposte.

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Diabolik. Chi sei? Cos’è?

Questo terzo film sulla storia della coppia del crimine Diabolik – Eva e della giustizia Ginko – Altea delude gli appassionati del fumetto. Non si capisce cos’è: una fiction mal recitata? un film thriller per bambini? una commedia di storie di emarginati che si fanno strada da supereroi? un polpettone? Mancano tutti gli ingredienti delle sorelle Giussani autrici del fumetto: la suspense, il mistero, l’amore coinvolgente, i rocamboleschi inseguimenti (uno solo, all’inizio …), i trucchi fantasiosi di Diabolik, i suoi introvabili nascondigli segreti … Vero è che i Manetti Bros hanno dovuto raccontare la storia passata di Diabolik e la nascita della maschera ma quanta lentezza, che monotonia specie nelle lunghe scene nel sotterraneo …  Buona la ricostruzione delle strade, delle auto e oggetti degli anni Sessanta-settanta, l’inserimento di qualche canzone appropriata all’azione e altre no, ma per fare un buon film non basta la bellezza degli attori e cito Monica Bellucci, Giacomo Giannotti, Miriam Leone oppure la professionalità di Valerio Mastrandea, della partecipazione di Carolina Crescentini o di Barbara Bouchet. Le aspettative erano alte ma sembra giunto il momento di chiudere con la trilogia sul Re del Crimine, evitando altri sacrifici sull’altare del business.

Locandina da internet