Apparecchiature elettriche ed elettroniche: come smaltirle?

Sono stato all’evento “RAAE – la raccolta, la normativa, le problematiche” presso la CCIAA di Milano. Molti amici mi chiedono di essere informati ed ecco i miei appunti che, a prima vista, possono sembrare troppi e noiosi, ma contengono dati e curiosità interessanti …


RAEE significa Raccolta Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche e ad oggi si fa riferimento al D.Lgs. 151, 25.07.2005 e successive integrazioni, modifiche. Per  AEE si intendono i prodotti che per funzionare utilizzano corrente elettrica o campi elettromagnetici. Sappiamo che queste apparecchiature, ad esempio gli elettrodomestici, contengono sostanze che possono essere pericolose e parti che possono, invece, essere utili perché riciclabili. L’Italia tratta il 4,1 Kg/procapite/anno: ma, mentre l’Umbria è a 7,5, ci sono Regione a 0 Kg/procapite/anno!

Maurizio Iorio – Presidente ANDEC aderente a Confcommercio

PRINCIPI BASE PER LA RAEE:

–       Attività nell’interesse pubblico per la salvaguardia di ambiente e salute

–       Chi inquina, paga: tutti i soggetti che producono RAEE sono “responsabili” della loro gestione e devono cooperare tra loro

–       I produttori devono fare il possibile affinché tali apparecchi non siano pericolosi

–       I produttori devono finanziare e farsi carico della raccolta e trattamento dei RAEE domestici dalle piazzole comunali di raccolta, per quelli industriali, invece, direttamente presso il consumatore

–       I rivenditori di tali apparecchiature, quando vendono una nuova, devono ritirare quella vecchia

–       I consumatori anche sono responsabili perché devono fare la raccolta in modo differenziato, facendo ritirare il rifiuto o portandolo in discarica autorizzata

–       I Comuni sono responsabili per la RAEE presso il domicilio domestico, su richiesta con data e ora concordata, eventualmente a pagamento e dello smaltimento

Riferimenti normativi: Direttiva CE 2002/96, per l’Italia il D.Lgs 151 sopracitato e il DM n. 185 25.09.2007 e successivi.

Per “produttore” si intende il fabbricante o l’importatore, il rivenditore.

Sulle confezioni ci deve essere il simbolo ben visibile:

Le sanzioni per la sua assenza vanno da 200 a 1000€ per ogni apparecchiatura.

Esiste comunque un elenco di apparecchiature escluse ad esempio quelle che funzionano fino a 50 volt cc, e suddivise in 10 categorie.

La materia è complessa e non sempre chiara.

Sono escluse quelle ad uso sanitario, per armamento o a fini sociali.

CURIOSITA’:

Il fotovoltaico ancora non va gestito come RAEE e non rientrano ad es. i citofoni oppure antenne TV interne e parabole che sono “appendici” di un  impianto … ma …

l’antenna esterna è RAEE …

Le catene luminose natalizie sono “decorative” e quindi non RAEE.

I telecomandi universali non sono RAEE, ma lo sono quelli “dedicati” ad es quello per il TV o quello per il decoder …

I grandi impianti industriali fissi ovvero facenti parte di una catena, ad esempio una pressa, neanche sono RAEE …

Questa classificazione non è uguale in tutta Europa: ad es, i gruppi di continuità in Italia non sono RAEE, in Irlanda lo sono.

Quanto detto fa capire che decidere se un apparecchio deve essere trattato come RAEE è importante non solo per l’ambiente e la salute, ma anche per i costi di gestione connessi.


I RAEE possono essere: elettrodomestici usati da privati, persone fisiche oppure professionali legati ad attività industriali, amministrative, economiche.

Anche questa distinzione non è sempre facile: un criterio di distinzione, ma in genere accettato, è quello del canale di vendita: se acquisto presso un supermercato, il prodotto è domestico.

Una nuova direttiva UE per la distinzione dovrebbe essere emanata entro il 2011 e attivata entro il 2013.

I RAEE domestici sono suddivisi nelle piazzole in 5 contenitori: ad es non si mette un monitor insieme ad un aspirapolvere …

I RAEE professionali, se comprati entro il 31.12.2010 anche e consegnati nel 2011 devono essere consegnati dal fornitore che deve ritirare la vecchia apparecchiatura, anche se di marca diversa.

Se invece un prodotto professionale è comprato dopo tale data e in futuro il professionista lo deve smaltire può chiamare la Ditta che lo ha venduto che è tenuta a ritirare e smaltire.

Europa:

  • Entro il 2012 entrerà nei RAEE anche il fotovoltaico
  • Entro il 2016 entreranno in RAEE l’85% dei prodotti con 4 kg/procapite/anno

In Italia abbiamo un altro obiettivo entro il 2012: trattare come RAEE il 65% dei prodotti comprati nell’anno precedente. Sarà difficile.


Piero Pacchioli – Movimento Consumatori

Come consumatori, si chiede chiarezza e concretezza, come responsabilizzare gli “anelli centrali” della catena, assestare il sistema di regole, attivare miglioramenti specie nel rapporto rivenditori-consumatori.

DATI (fonti: Rapporto annuale 2010 sui RAEE, Ricerca IPSOS sugli italiani verso i RAEE, Ricerca Ecodom e Cittadinanzattiva sulle disponibilità dei consumatori a chiedere il ritiro UNO contro UNO ai rivenditori marzo 2011):

  • Al Sud, minore efficacia della normativa
  • Nel 2010 ritirati in Italia 245.350.782 kg di RAEE
  • 21% dei cittadini non sa cosa sono le ISOLE ECOLOGICHE
  • 24% dei cittadini non le ha mai usate
  • 14% definisce il RAEE in modo preciso
  • 15% ne ha una conoscenza discreta
  • 71% non ne sa nulla

Quindi C’E’ CARENZA DI INFORMAZIONE DA PARTE DELLO STATO.

Obbligo del ritiro da parte dei venditori:

  • 17% dei cittadini lo sa
  • 53% non lo sa
  • 30% ne sa qualcosa ma non i dettagli
  • 58% dei grandi elettrodomestici dismessi non viene ritirato dai venditori (spesso non per loro volontà)
  • 88% dei piccoli elettrodomestici non viene ritirato dai venditori e di questi il 17% non viene trattato bene mentre il 57% non viene trattato e speso restano in casa/cantina/box
  • 86% dei prodotti informatici non viene ritirato dai venditori, con circa le stesse percentuali per il trattamento …
  • 30% sono i punti vendita che hanno materiale informativo sul diritto del ritiro
  • 63,5% dei venditori fornisce spiegazioni corrette ma solo a chi le richiede
  • 24% i venditori propongono ritiro a pagamento (media e grande distribuzione) e 14% i piccoli rivenditori
  • 90% dei casi l’ ECOcontributo RAEE per lo smaltimento viene compreo nel prezzo totale per cui il compratore non se ne rende conto

Ricapitolando: i CONSUMATORI hanno scarsa conoscenza delle regole RAEE e il 53% non a del diritto del ritiro gratuito mentre i RIVENDITORI fanno scarsa informazione verso i compratori.


L’indagine Ipsos dice che il Presidente Pagnoncelli afferma che i cittadini sono sempre più sensibili all’ambiente e alla salvaguardia della salute, ma, spesso, carenza di informazioni e difficoltà burocratiche impediscono il corretto comportamento.

SOLUZIONI proposte dai Cittadini: comunicazione, realizzazione prodotti meno inquinanti, sanzioni severe per i trasgressori, segnalazione sui prodotti che richiedono gestione RAEE con apposizione simbolo e spiegazioni, educazione scolastica, corretti esempi inviati alle famiglie.

Daniele Faverzano – Ecosportello (Legambiente), organizzatrice del concorso Il Miglior Comune Riciclone, giunto alla 17^ edizione e che vede coinvolti molti Comuni.

L’UE ha calcolato che ogni cittadino europeo produce 17 kg di tecno trash all’anno.

In Itala, nel 2008 la produzione di rifiuti tecno è 540 kg/anno per abitante e, come detto, oggi vengono trattati come RAEE 4,1 kg/anno per abitante. Svezia e Norvegia smaltiscono 15 kg/anno per abitante e la media europea è 3,5 kg/anno per abitante.

Il cattivo smaltimento fa si che in Paesi come Cina, India, Ghana ci sono posti dove vengono accumulati prodotti elettrici ed elettronici e smaltiti in qualche modo, malissimo, con danni per la salute di uomini che smontano e recuperano tra sostanze pericolose, spesso bambini, e ambiente. Tali prodotti contengono infatti sostanze quali piombo, mercurio, CFC, HCFC …  Le lampade fluorescenti, compreso quelle a risparmio energetico, contengono sostanze come il mercurio e vanno smaltite correttamente.

Molti materiali possono essere recuperati, ad es parti in alluminio.

Esiste quindi un seria difficoltà per i cittadini di capire se un prodotto va smaltito come RAEE o no ed ecco la necessità di chiarezza, informazione … Il consumatore deve sapere se nel prezzo che paga è compreso l’Ecocontributo che, purtroppo è a suo carico, ma che lo rende consapevole e sensibile verso l’ambiente. Bisogna anche ridurre l’eccessivo consumismo, come il cambio continuo di cellulari quando non serve, ma solo per moda oppure imparare come comprare un nuovo prodotto e regalare il vecchio ad es a strutture che ne hanno bisogno, ad es un computer alla scuola o un ospizio … Le aziende devono produrre prodotti poco inquinanti oppure rigenerare elettrodomestici rivendendoli a prezzo economico, costruire apparecchi a eco design con materiale smontabile e riciclabile…


Danilo Bonato – Presidente Centro di coordinamento RAEE, previsto dal D.Lgs 151/2005 e sottopoto al Comitato di vigilanza e controllo del Governo ed è composto da Associazioni di operatori del riciclo e dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche, certifica i riciclatori (75 impianti certificati al 2010) e monitora i livelli di servizio (98% di puntualità su 140mila missioni di ritiro) assistenza ai Comuni, equità tra sistemi collettivi a livello nazionale, controllo performance e applicazione sanzioni.

In Italia la raccolta è iniziata nel 2008 e in 2 anni è raddoppiata, di conseguenza, i costi unitari di trattamento sono diminuiti del 40% in 2 anni: da 150€/ton a 90€/ton e gli Ecocontributi (€/unità) sono diminuiti perché è aumentata la sensibilità.

I RAEE domestici vedono coinvolti 6246 Comuni, il 90% della popolazione con 3564 Centri di Raccolta: al Nord ci sono circa 10 centri per 100mila abitanti, al Centro 4 e 3 al Sud.

DOMANDA: visto che 15 kg/abitante/anno sono i RAEE in Italia e  sono trattati solo 4,1 kg/abitante/anno, che fine fanno gli altri 11 kg? Finiscono nella raccolta indifferenziata o nel riutilizzo (ad es nei mercatini dell’usato) o raccolti da operatori privati, ONG, che vanno a Broker, Dealer, riciclatori e da qui possono anche andare a impianti autorizzati e ciò va bene, ma anche a rottama tori o export illegali e ciò va controllato e gestito con sanzioni e da qui viene l’importanza degli Stati membri dell’UE per il governo dei flussi di RAEE.

L’obiettivo 2016 UE è 85% del totale RAEE generati devono essere trattati e ciò significa 12 kg/abitante/anno ovvero tasso di crescita annuo medio di 3 kg/abitante ogni 2 anni dal 2011 al 2016 che è poco realistico perché è, ad es, più del doppio di quello che deve fare la Francia che ne 2010 era già a 8 kg/abitante/anno … In poche parole, l’UE dovrebbe dare obiettivi diversificati, tenendo conto delle condizioni di partenza di ogni Paese.

CONSIDERAZIONI FINALI:

  • Tassi di riciclo, oggi, superiore a quelli di Legge
  • Qualità trattamento: in netto miglioramento. Sono in arrivo standard europei (WEEELABEX)
  • Frazioni critiche: vetro e plastica
  • Prodotti in evidenza: Schermi Flat al posto di quelli a tubo catodico
  • Priorità strategiche: recupero materiali preziosi/speciali e terre rare, anche attraverso innovazioni di processo di smaltimento e riciclo

In Cina, ad es, recuperano il 90% di terre rare (lantanidi, leuterizi, …) il che permette anche di salvaguardare l’ambiente, ad es si evita di fare cave per l’estrazione dei lantanidi …

Riflettiamo!

Dagli appunti di F. Gentile-  Foto tratte da internet

Rifiuti Napoli: soluzione De Magistris o Lettieri?

Mi è stato chiesto, da amici napoletani un breve parere sulla disputa da ballottaggio in corso a Napoli per l’aspetto rifiuti.

Ritengo che la soluzione De Magistris sia quella da percorrere, ma bisogna spiegargli che  per differenziare i rifiuti ed educare la popolazione occorrono anni. Questa è una strada da percorrere perché permette il riciclo dei materiali, salvaguarda l’ambiente e la salute, poi produce lavoro . Occorrono molti siti di compostaggio e trovare dove crearli. Inoltre, non tutto il materiale può essere riciclato a fine  vita e deve essere smaltito.  Ma il problema di Napoli è urgente e gigantesco. Nell’attesa e in tempi più brevi si deve comunque realizzare un termovalorizzatore che sfruttando il calore prodotto dall’incenerimento dei rifiuti, produce anche energia e risparmio come si fa qui a MILANO, a Brescia etc … Se vengono usati progetti seri e tecnologie nuove, le dispersioni di cenere in aria sono minime e i tempi di realizzazione possono essere anche meno di un anno, se non ci sono intralci di altra natura ….

- 25 maggio 2011 -