Ho partecipato al 5° Seminario sulla Green Economy organizzato dall’Associazione Italiana Qualità e dalla Camera di Commercio di Milano, e come al solito riporto, per gli interessati, una parte dei miei appunti.
Romano – CCIAA : L’obiettivo 20-20-20 (vedi articoli precedenti) è tanto importante che l’Europa sta elaborando una Direttiva sulla “fiscalità verde”.
Baldin – AICQ: Presenta il programma, orientato alle novità per la Green Economy.
Gastaldo – ICIM: La norma ISO UNI EN 16001 favorisce la Gestione Energia per un uso ottimale delle risorse in Azienda.
Il Protocollo di Kyoto è teso al risparmio energetico e all’utilizzo di fonti alternative.
Il D Lgs 115/08 art.16 in Italia recepisce l’obiettivo 20-20-20 per l’organizzazione e gestione aziendale per una politica energetica efficiente.
La Norma ISO 16001 dice che l’Azienda deve:
– Conoscere i propri consumi energetici
– Rispettare le Leggi
– Assicurare comportamenti a favore del risparmio energetico
– Garantire il miglioramento continuo
– Assicurare la disponibilità delle informazioni e risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico
– Gestire i rischi collegati.
Per fare ciò, l’Aziende deve aver definito la Politica per il risparmio energetico che intende conseguire, creare l’organizzazione, curare gli approvvigionamenti, fare cultura tra i dipendenti sul risparmio energetico e l’attenzione da porre nelle attività, fare audit interni e piani di miglioramento con obiettivi raggiungibili e misurabili, comunicare a fornitori e clienti la propria politica, nominare un rappresentante della Direzione (Energy Manager) col compito di gestire il Sistema e monitorarlo.
La Norma ISO 16001 si integra con le altre Norme sui Sistemi di Gestione (Qualità, Ambiente, Responsabilità Sociale …) e le Aziende posono anche pensare di adottare un SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO e Audit combinati.
Fondamentale è la VOLONTA’ della Direzione nel perseguire la propria politica che non deve essere solo un progetto di facciata, ma qualcosa in cui si crede.
Il Sistema Gestione Energetica viene certificato da un Ente terzo.
Angella –Studio legale Dusi: La Legge 231 riguarderà, a breve, anche i REATI AMBIENTALI: è in fase di approvazione un documento che elenca il tipo di tali reati imputabili alle Imprese.
Il 7/4/2011 il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto recante il recepimento delle Direttive 2008/99 e 2009/123 della Comunità Europea e estende la responsabilità di Impresa del D. Lgs 231 8.6.2001, agli illeciti commessi in violazione alle norme ambientali art.25/DECIES Reati ambientali.
La responsabilità delle Imprese è legata anche a reati commessi dai Manager, ma anche dai dipendenti e prima era circoscritta a reati tra Imprese e Pubbliche Amministrazioni, poi fu estesa a reati societari, finanziari, alla sicurezza sul lavoro e ora, appunto, all’ambiente. Le Imprese devono organizzarsi e prevenire danni, dimostrare quanto fatto in casi di incidenti e incorre, altrimenti, in sanzioni amministrative e penali.
Il sistema sanzionatorio è articolato in Quote Modulari che vanno da 258€ a 1549€ e possono essere “moltiplicate” dai giudici in base alla gravità del danno.
Leggi collegate sono il Decreto n.152 3.4.2006 che agli art 256-260 riporta le sanzioni possibili per danni ambientali e la possibilità di moltiplicare le quote da 150 a 800 volte (cfr comma 2 art.260); la Legge n.250 del 7.2.92 e la 549 del 28.12.93.
Il nuovo schema, che deve essere approvato entro luglio 2011, della 231 è che è sanzionabile l’Impresa e non più solo il Responsabile, inoltre introduce le sanzioni INTERDITTIVE che possono arrivare all’immediato commissariamento dell’Impresa, la sospensione di attività, il divieto di pubblicità e la revoca di autorizzazioni/licenze.
Chignoli – Energy Manager: L’Italia è rimasta ferma negli ultimi mesi per quanto riguarda le energie rinnovabili a causa del Decreto cosiddetto “Ammazzarinnovabili” n.28 del 3.3.2011 che ha coinvolto le aziende del settore vistesi mancare gli incentivi. C’è da dire che molti avevano profittato indebitamente dei generosi incentivi che venivano erogati con una certa facilità. Il nuovo Decreto che deve essere pubblicato sulla G.U. “Quarto conto energetico” maggio 2011, dovrebbe fa riprendere la corsa agli obiettivi 20-20-20 che portano anche guadagni e nuovi posti di lavoro (in Europa: 600mila/1 milne di posti).
Per il solare le incentivazioni saranno “feed in tariff” che premiano l’energia prodotta ritirandola a prezzo maggiore di quello di mercato oppure “quota system” con l’obbligo di fornire un minimo fissato di energia da parte dei produttori.
Per il fotovoltaico i produttori hanno un limite max incentivabile di 3000MW e tariffe incentivanti fisse per 20 anni. E’ possibile lo scambio di energia in loco e la vendita di energia prodotta. Sono previsti anche Premi secondo che il produttore dia in zona industriale o meno, e è in un Comune con meno di 50mila abitanti, se l’impianto non ha amianto, etc… Tali incentivi saranno validi fino al 31.12.2013 e sono diversi secondo le modalità e tecniche di produzione di energia utilizzate.
Altri incentivi riguardano la Certificazione energetica degli edifici, la creazione di calore: i Comuni con più di 50mila abitanti devono pianificare impianti di tele riscaldamento-raffreddamento.
Andretta – Assoreca CSIT (Confindustria): La Confederazione sta portando avanti il PROGETTO SVILUPPO SOSTENIBILE: come cogliere le opportunità della Green Economy sulla base delle politiche europee a sostegno della produzione e dei consumi sostenibili (SCP) per far conoscere alle Imprese quali strumenti si possono utilizzare e come orientarsi per ottenere obiettivi di risparmio energetico, nonché i metodi di comunicazione efficace nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni e dei clienti.
I MODELLI ORGANIZZATIVI che possono essere implementati per la sostenibilità ambientale sono:
– Sistemi di Gestione Ambientale (ISO 14001, EMAS …)
– Responsabilità Sociale (SA8000, ISO 26001)
– Gestione Sicurezza (OHSIS 18001)
Mentre per la sostenibilità della produzione:
-Progettazione e diffusione prodotti sostenibili (Ecolabel, EPD, Carbon FootPrint)
-attenzione al mercato
-conoscenza strumenti e disponibilità risorse
-efficienza energetica e Gestione Energia (ISO 16001)
-riduzione emissioni CO2 (ISO 14064 Carbon Green e ISO 14067
-sostenibilità dell’Impresa e relazioni con comunità e territori.
Il Progetto può essere anche utilizzato da una RETE di Imprese con possibilità di avere vantaggi fiscali, finanziamenti UE, agevolazioni creditizie …
Pernigotti – Aequilibria srl: Alcune date.
Nel 1992 l’ONU indice la Conferenza UNFCCC (United Nation Framework Convention Climate Change) che pone per la prima volta il problema per ridurre i GAS SERRA.
Nel 1994 Bush padre firma l’accordo UNFCC: oggi la Cina è il primo emettitore di GHG (Greenhouse Gas – Gas serra), ma le responsabilità maggiori sono di USA e Europa.
Nel 1997 viene ratificato il Protocollo di Kyoto: solo i Paesi sviluppati devono ridurre del 5% i gas serra. Gli USA non aderiscono. In seconda battuta aderiscono anche India e Cina.
Nel 1998 Clinton e Gore firmano il Kyoto ma il Senato blocca tutto e così fa l’Australia.
Nel 2005 la Russia aderisce a Kyoto.
Dal 1990 al 2008 L’Europa dei 15 ha ridotto i gas serra dell’1,6%, mentre l’Europa dei 27 è arrivata a -5,6%.
Alla Conferenza di Bali (vedi precedenti appunti) oltre ai Paesi sviluppati e, senza impegni, quelli in via di sviluppo aderiscono e anche l’Australia. Restano fuori solo gli USA.
A nov 2008 viene eletto Obama che sarebbe intenzionato ad aderire, ma sceglie la riforma sanitaria come priorità.
Nel 2009 a Copenaghen per la prima volta partecipano Capi di Stato e di Governo ed è richiesta l’adesione plenaria, ma lo Staterello di Tuvalu (in Oceano Pacifico) non aderisce.
A Cancun avviene la svolta: i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo si impegnano a ridurre del 25-40% le emissioni entro il 2020, con ripartizione specifica per ogni Paese.
L’Emission Trading Scheme (ETS) introduce le riduzioni per le Aziende e per tipologie.
In Italia avremo uno Schema entro il 2012.