Piccola distrazione …

Lasciando la segregazione influenzale, oggi sono andato a seguire il Convegno “La Conferenza di Cancun e le nuove prospettive per le imprese” presso la Camera di Commercio di Milano.

Docenti universitari e giornalisti che seguono da anni l’evolversi degli impegni verso la “sostenibilità ambientale” hanno illustrato con competenza i risultati e le prospettive dopo Cancun.

Alcuni di voi mi hanno chiesto di evitare resoconti lunghi e dettagliati (ma, si sa, io amo prendere appunti …) e quindi vi “telegrafo” quanto segue.

A differenza della Conferenza di Copenaghen che doveva partorire una montagna e nacque un topolino, dove tutti i Rappresentanti dei Paesi del Mondo erano contrari a tutti e giravano per i corridoi guardando il pavimento … a Cancun si è raggiunto un accordo quasi unanime (esclusa Bolivia) per riprendere quelli di Kyoto del 1992.

C’è stato il riconoscimento ufficiale dell’obiettivo dei Paesi industrializzati per la riduzione dei gas serra entro il 2020, l’impegno a sviluppare piani  e strategie per ridurre le emissioni di carbonio, azioni di integrazione dei Paesi in via di sviluppo. I Paesi sviluppati si sono impegnati per 100 miliardi di dollari entro il 2020.

L’evento ha avuto poca risonanza mediatica perché gli USA, nonostante Obama al posto di Bush che non aderì a Kyoto, sono stati presi da altre riforme (vedi quella sanitaria …) e in Italia ci sono state altre attenzioni.

Tra 10-20 anni, comunque, i Paesi saranno diversi: macchinari, strumenti, trasporti … Addirittura si pensa a -80% di emissioni per il 2050 e ciò richiede sforzi enormi. Cina, India, Brasile sono i Paesi più impegnati verso l’Ambiente e in Europa: Germania, Spagna, Francia, UK hanno già fatto Leggi in materia. Molti Paesi vogliono andare avanti e addirittura ci sono città come Barcellona che vogliono escludere i Rappresentanti politici e partecipare come realtà locali alle decisioni.

L’Italia è ferma, dorme: si pensi che alle ultime elezioni né Destra, né Sinistra hanno inserito nei loro programmi una parola sul “clima”. La politica non sente la scienza: i ricercatori e studiosi guardano a cosa succederà nel futuro, la politica guarda all’oggi e la sostenibilità non ha seguaci … Eppure le energie alternative, la gestione dei rifiuti, la produzione di nuovi impianti per riscaldamento, l’efficienza energetica rappresentano un grande viale da percorrere per lo sviluppo tecnologico ed economico delle aziende.

In molti Paesi esistono incentivi, riduzione di tasse per imprese che innovano. In Brasile i biocarburanti costano poco, i Paesi emergenti creano agglomerati urbani “green” e chiedono ai Paesi sviluppati di rivedere le loro vecchie strutture.

Iniziative per le Imprese devono essere colte al volo: in Italia l’EXPO 2015, dedicato proprio all’Ambiente, deve essere un’occasione da non perdere. Dal momento di un’idea al progetto e alla realizzazione occorrono decenni: in Italia negli anni ’90 ci furono vari brevetti ( ad esempio per sfruttare le biomasse) ma poi tutto è immobile. In Olanda addirittura non vengono più dati incentivi: le aziende e la società hanno acquisito mentalità di attenzione all’ambiente: migliorare il clima deve comportareun cambiamento dello stile di vita.

La Cina ha intrapreso una seconda LUNGA MARCIA: dopo il passaggio alla industrializzazione e crescita velocissima, deforestazione e crescita zone urbane, si sta correndo verso il miglioramento del clima perché i danni fatti sembrano irreparabili. Vanno avanti sfidando la millenaria cultura contadina (i rifiuti non raccolti nel Nord del Paese ancora oggi: il vecchio non si butta, può servire ed essere riutilizzato …), hanno poche Leggi ( quattro) e con esse stanno facendo passi da gigante, anche nel campo della formazione e comunicazionale: le Leggi non servono quando c’è cultura…

- Deforestazione Cina - maggio 2007 Foto tratta da internet

L’Unione Europea, comunque, ha questi impegni entro il 2020: il 20 20 20 ovvero

il -20% di emissioni di CO2; +20% di energia prodotta con fonti rinnovabili; -20% consumi energetici.

L’Italia non ha ancora emanato una Legge per l’applicazione della Direttiva. Qualche Delibera è stata fatta per le emissioni nel settore aereo per permettere agli operatori l’attività e, in conseguenza, qualche regola per il monitoraggio.

Finisco con un aneddoto raccontato dalla d.ssa Pozzo, Ordinario di Diritto Comparato: “Ad una delle ultime riunioni sul Diritto per l’Ambiente, un Delegato cinese si è scusato dicendo di aver prodotto poco perché sono impegnate per il progetto “solo” in 400  …

“Ma il vostro impegno è importante: 400 persone sono abbastanza…”

E lui: “Scusi … 400 mila …”.

Nota: il sito della Fondazione Lombardia per l’Ambiente fornisce altre notizie.

Piove ancora: altro Convegno…

Appunti personali. Palazzo Turati, Camera di Commercio di Milano: ho seguito le novità su “Legislazione ambientale e semplificazione normativa”.

L’introduzione di Ferlini della CCIAA: ha ricordato come tutto ciò che riguarda l’Ambiente è, oggi, sotto la Legge Penale e in Italia ci sono normative, tante, vaghe e che lasciano spazio a interpretazioni diverse. Un qualsiasi operatore del settore ha difficoltà per lavorare bene e le Imprese devono assumere le proprie responsabilità sia all’inizio che nella gestione delle attività. E’ necessario che tale assunzione sia certificata, riconosciuta. Tutti, produttori e utilizzatori, devono collaborare per raggiungere gli obiettivi ambientali fissati dalle Leggi a livello nazionale e locale.

La dssa Pozzo dell’Università Studi di MI ha fatto un panorama europeo della legislazione ambientale e di semplificazione normativa. Il diritto sull’ambiente è complesso ed oscuro, si è sviluppato velocemente nell’ultimo decennio, in cui è anche cambiata la sensibilità verso l’Ambiente stesso. Esistono principi normativi a livello molto “alto”: chi inquina, paga, precauzioni, sostenibilità … e poi tante norme in tutte le Nazioni, che devono essere interpretate. Nel 1987 fu fatto un Atto Unico europeo da cui sono scaturite oltre 200 direttive, a loro volta emendate, alcune parzialmente abrogate, in 23 lingue ufficiali, con termini ibridi … Un esempio? La Direttiva 147/CE del 2009 per la conservazione degli uccelli selvatici è la prima ad essere stata “unificata” ed era nata nel 1979 con molte variazioni nel corso degli anni!

E’ nata, perciò, nel 2000 la Guida Pratica Comune per la redazione di testi legislativi: chiarezza, semplicità, precisione della stesura … La direttiva 2004/35 all’art. 2 definisce finalmente il DANNO come “evento negativo misurabile di una risorsa naturale o un deterioramento della risorsa che dia visione delle variazioni arrecate alla risorsa naturale”: chiaro, no? Ecco perché è necessaria una SEMPLIFICAZIONE delle Norme per precisarle e renderle interpretabile da tutti e applicabili in tutti i Paesi membri. Francia, Germania e UK a livello governativo hanno studiato come GESTIRE LA COMPLESSITA’, emettendo CARTA dell’Ambiente, Codice per l’Ambiente e altre iniziative che coinvolgono ministeri, imprese, associazioni, università, cittadini anche in appositi Gruppi di lavoro. In Italia, siamo un po’ indietro e occorrerebbe fare “SISTEMA”, senza perdere di vista la dimensione europea, collaborare con le Università, informare e far partecipare la cittadinanza.

(Foto tratta da Internet)

Il dr Fracchia della Bocconi ha illustrato quanto si sta tentando di fare per semplificare la normativa italiana, perché “l’alto tasso di complessità normativa implica anche un alto tasso di amministrabilità”. L’Ambiente ha specificità che non si trovano in altri campi, ad esempio la globalità dei problemi, l’intersezione della “causa” con lo spazio e il tempo. Ad esempio, una causa di incidente ambientale in Cina può essere risentito in tutto il mondo (spazio) e ripercuotersi per anni sulla sostenibilità per i nostri figli …

In Italia fu fatto un Testo Unico nel 2003 n.229, poi un d.lgs 152/2006 per il Codice ambientale, la  9/2009 art.12 Legge delega in materia ambientale, il d.lgs 128/2010 per la tutela dell’aria e il prossimo d.lgs xxx/2010 per la gestione dei rifiuti in base alla Direttiva europea 2008/98/CE …

Per poter codificare bene ci sono però limiti interni quali materie escluse (inquinamento acustico, elettromagnetico, luminoso …), principi inseriti dopo la definizione della disciplina di settore oppure istituti dimenticati come strumenti di mercato o coinvolgimento dei cittadini … Oggi esistono criteri che derivano dal diritto comunitario per il legislatore e per le Amministrazioni,  una valenza di norma costituzionale che stabilisce il rapporto tra Stato e Regioni, molta burocrazia. C’è un intreccio tra funzioni pubbliche e private, tra paesaggio  e salute e governo del territorio…

In definitiva, un Codice per essere buono deve esserlo per le azioni del giurista, ma anche delle imprese e dei cittadini: esso prevede il principio dello sviluppo sostenibile che non riguarda, però, solo l’ambiente, ma anche le persone, gli atti amministrativi, ecc. Per tale motivo, Egli ritiene che non si debba parlare di DIRITTO AMBIENTALE, ma di DIRITTO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE.

Il dr Biondi, Assolombarda, ribadisce che le norme vanno sempificate, spesso sono incomprensibili. La semplificazione deve essere misurata nella qualità: c’è differenza ta semplificazione annunciata e quella percepita e ciò vale non solo in campo ambientale. In Italia c’è qualche segnale: abbiamo attualmente 2 Ministri per la semplificazione (quello delle Leggi e quello della Pubblica Amministrazione e Innovazione), in Regione Lombardia e in Comune ci sono Uffici appositi. Le Imprese hanno costituito appositi Sportelli Unici per attività produttive e semplificazione e facilitazione nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Si sta perfezionando l’istituzione dell’Agenzia per le Imprese per uno snellimento burocratico utile a legislatori, imprese e controllori.

Importanti, però, sono i CONTROLLI: costituiscono l’anello debole della catena e sarebbe necessario un raccordo tra le diverse banche dati esistenti per avere una COERENZA DI SISTEMA. Inoltre bisognerebbe fare valutazioni economiche sull’applicazione di ogni norma che si introduce.

(Foto tratta da Internet)

La dssa Estrada di Federchimica, ribadisce molti concetti precedenti e pone l’accento sui CONTROLLI che spesso sono fatti da Enti diversi e ripetuti o addirittura si sovrappongono. Ad esempio per il Rapporto di Sicurezza e Certificato di prevenzione incendi, presso lo stesso Ente, ma uffici diversi passano tempi lunghissimi, senza una integrazione o scambio di informazioni e quindi utilità delle banche dati. Molte norme potrebbero essere semplificate per migliorare le attività, ad esempio sarebbe opportuno permettere le manutenzioni degli impianti nei cantieri in esercizio, senza fermare gli impianti …

L’avv. Ferraris dell’ANIDA Associazione Nazionale Imprese per la Difesa Ambientale, lamenta che il Gruppo di Lavoro per la semplificazione non ha tenuto conto dell’anticipazione di alcune osservazioni e suggerimenti fatti e ciò ha rallentato le attività di proposta innovazioni da parte dell’Associazione. Ad esempio molti atti amministrativi fatti in occasione di Conferenza di Servizi e AIA (Autorizzazione Intervento Ambientale) sono duplicati con notevole dispendio di tempo e risorse. Anche le verifiche spesso avvengono in doppio e in tempi diversi e quindi le Autorizzazioni arrivano sempre dopo i 150 gg fissati per il rilascio.

Anche in questo Convegno, alla fine, è stato evidenziato dalla dssa Pozzo, che molti rallentamenti nelle attività di semplificazione normativa dipendono dalla carenza di fondi …

Interessante mattina di pioggia

Oggi ho assistito presso il nuovo Auditorium San Fedele alla presentazione del Piano di Governo del Territorio (PGT) di Milano. L’assessore Masseroli ha iniziato ricordando che il Premier UK, Cameron, sta basando la sua politica sull’indice di Felicità che non tiene conto solo del PIL, prodotto interno lordo, ma anche delle relazioni tra persone e quindi contributo reciproco al miglioramento comune. Ecco perché il Piano viene presentato a cittadini e operatori del settore.

La città, per crescere, ha bisogno di regole su cui lavorare insieme, ognuno per le proprie esperienze e competenze, per amore della città. Si è cercato di fare regolo precise che lasciano poco spazio a interpretazioni diverse.

- Auditorium s. Fedele 16 nov 2010 - Foto F. Gentile

Il Piano, prima di essere approvato in Comune, è oggetto di osservazioni da parte dei cittadini e finora ne sono arrivate più di 4mila… Esse saranno esaminate, anche politicamente oltre che nel merito tecnico, e le migliori saranno inserite nel Piano che deve essere approvato entro il 14 febbraio 2011. Dopo, il Piano inizierà ad essere attuato, sotto l’occhio attento di un Osservatorio.

Simonetti ha detto che il Piano è un documento politico amministrativo. L’ultimo PGT fu fatto nel 1975 e approvato nel 1980: oggi la Legge impone tempi diversi. Il nuovo PGT di Milano non prevede nuovi quartieri, ma sistemazione di quelli esistenti in “Regione Urbana”, con attenzione agli spazi pubblici nel corpo della città e nelle periferie e ai servizi. La città sarà a “rete” e non a isole,  e snella, “veloce”. Parchi pubblici e agricoli verranno risistemati e curati.

Bottini ha precisato che la Legge Regionale n.12 del 11 marzo 205 dispone l’istituzione in parallelo di un Piano Servizi che tenga conto in ogni parte della città della localizzazione o delocalizzazione di centri di servizi alla persona, al trasporto e infrastrutture, al verde e ambiente… A tale proposito sono nati 88 NIL Nuclei di Identità Locali che seguiranno passo passo il Piano: in effetti sono come i quartieri. Il Piano tiene conto dell’ASCOLTO dei cittadini per conoscere criticità e esigenze, della SUSSIDARIETA’ tra pubblico e privato, in un PROCESSO CONTINUO che aggiorna il Piano a seguito di sopravvenute esigenze o rilevazioni di errori.

Paolo Oggioni ha illustrato alcuni esempi che hanno messo in evidenza ad esempio come una ristrutturazione di un edificio lascia spazio ad abitazioni, al verde e all’allocazione di servizi.