Dalla Qualità alla Sostenibilità. Più o Meno…

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23 ottobre 2015 – Nelle scorse settimane su QuiArese, abbiamo scritto sull’importanza della Qualità dei prodotti e servizi e descritto, a grandi linee, la gestione di un processo come insieme di attività, migliorabili nel tempo, che chi ne è responsabile deve attuare per soddisfare chi fruisce di tali prodotti e servizi. L’Italia si è molto impegnata per raggiungere alti livelli di qualità e, occorre dire, che nel mondo il “Made in Italy” riscuote un buon successo. Questo, però, è solo un passo e il prossimo passo deve essere un salto culturale di tutti i cittadini, imprenditori, fornitori di servizi e clienti o fruitori: bisogna pensare alla sostenibilità, mantenendo i livelli raggiunti, cercando di essere credibili agli occhi di chi vive vicino o a quelli del mondo, visto che siamo nell’era della globalizzazione. Esempio: non si può pensare di abbattere le foreste per creare distese di asfalto perché se servono piazze o parcheggi, serve anche la sopravvivenza delle piante che forniscono ossigeno, frutti, legno. Ulteriore passo è quello verso l’etica, assumendo la responsabilità sociale dell’impresa o dell’ente di cui si è leader e quindi assumendo la propria responsabilità nei confronti dei clienti, dei cittadini, dei fruitori di prodotti/servizi, dei propri dipendenti, di tutti quelli che impattano in un modo o in un altro, per vicinanza fisica o per interattività con l’impresa/ente stesso, dell’ambiente e degli altri modi di vivere per usanze, religioni, politiche eccetera. Ciò si ottiene senza pensare a profitti o successi immediati, ma pensando anche di “restituire” qualcosa a tutto e tutti ciò che ci circondano (esempio: Bill Gates, guadagna moltissimo con la sua azienda mondiale, ma fa anche beneficenza e non solo per risparmiare sulle tasse), inoltre bisogna ridurre gli sprechi e, possibilmente, creare energia, usare materie prime e utilizzando i resi, fare il riciclo. Un esempio: la filiera alimentare deve essere integrata nel territorio, attenta ai costi e alla qualità, ma anche il riutilizzo di alimenti in scadenza o scaduti da poco, possono essere importanti, dietro controlli accurati, per chi ha bisogno o essere ancora buoni per gli animali.

Nell’era del web è fondamentale curare molto l’informazione, la trasparenza: chi fornisce un servizio o un prodotto deve essere “chiaro” e spiegare cosa offre e cosa fa. Un esempio: dicono che le farine 00 fanno male, ma il consumatore non ne mangia quantità enormi e poi le unisce ad altri alimenti che fanno da compensazione, come frutta, verdure, fibre, ciò fa capire che non bisogna lanciare proclami in maniera generica, ma valutare gli equilibri. Altro esempio: non si può pensare di dotare una cittadina di autostrade se non è grande come New York o Mosca oppure pensare di vendere prodotti surgelati nei paesi poveri dove non hanno ancora i frigoriferi. Ovviamente, di tutto ciò devono essere convinti i responsabili, credendo nelle politiche d’impresa/ente per la qualità, per l’ambiente, per la responsabilità sociale, emanando politiche in merito e attuandole.
Pochi giorni fa abbiamo appreso dello scandalo, nato negli Usa, dei motori inquinanti di una nota casa automobilistica tedesca: è un bene che si sia scoperto ciò e onore va a chi ha avuto il coraggio di rendere noto a tutti il problema. Lo stesso presidente Usa si è molto lamentato, ma… c’è da dire che proprio quella nazione a Kyoto, nel momento dell’approvazione della Carta per la salvaguardia dell’ambiente e per la riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera, non firmò gli accordi. Ciò vuol dire, senza emettere sentenze, che forse ci sono sempre interessi in gioco e non sempre c’è coerenza: ecco perché chi assume grandi responsabilità di gestione deve essere molto attento ed avere un comportamento etico.

Ovvio che anche i fornitori, i clienti/cittadini/fruitori, e non solo i responsabili, devono fare la propria parte. Le grandi o piccole aziende, gli enti, le istituzioni devono programmare, progettare e realizzare, tutti gli altri coinvolti devono dare il loro contributo. Un esempio: la Carta di Milano, diffusa proprio questo 16 ottobre in occasione di Expo 2015 in tutto il mondo, come impegno di assicurare il diritto di accesso a tutti i popoli di una quantità di cibo sufficiente per la sopravvivenza e che sia sano e nutriente, è molto importante: ma solo il passare degli anni dimostrerà se questo impegno verrà mantenuto. Intanto, bisogna impegnarsi a ridurre sprechi e organizzare e formare le genti al rispetto della Carta, fin dall’età scolastica e ciò vuole la partecipazione di molti attori, tra cui le istituzioni, i genitori, i bambini. Curiosità: siamo consapevoli che un kg di manzo sulla nostra tavola è il risultato anche del consumo di 15 mila litri di acqua?

Una domanda che ci si deve porre: la sostenibilità è un costo o un’opportunità? Sicuramente essa deve far parte delle convinzioni personali dei singoli, della cultura e dell’educazione. Si dice, ad esempio, che sostenibilità ambientale è per la “salvaguardia della Terra”, invece è ciò che si deve fare per proteggere la Terra per far “vivere più possibile l’uomo”: questa visione diversa fa pensare all’immagine di una clessidra che indica il tempo che passa e fa pensare che la Terra c’è da milioni di anni mentre l’uomo vive per un tempo infinitesimo… L’etica allora diventa fondamentale: le persone, in genere, si muovono per convenienza, per fascino di uno scopo, spesso anche al di fuori della Legge. Negli ultimi tempi, si confonde “etica” e “legalità”. Una legge, spesso, è il risultato di contrattazioni o promesse politiche, idee, scopi diversi e può non tener conto di situazioni reali e comunque essa serve per la prevenzione, per sconfiggere patologie di devianze umane, per educare le coscienze e deve, quindi, essere rispettata. L’etica è un qualcosa che fa parte delle convinzioni della persona stessa, della passione che ha per il suo ruolo, per il suo lavoro, al di là anche della convenienza economica ma nel rispetto dei propri principi e degli altri, rispondendo alla propria coscienza. Un esempio: le tasse, specie nel nostro Paese, hanno raggiunto livelli elevatissimi e possono indurre al mancato pagamento o a creare sedi legali all’estero quasi come una “legittima difesa”, ma esse sono imposte per legge e la legge deve essere rispettata, quindi le tasse devono essere pagate e da qui si innesca il discorso etico-morale di ognuno. L’etica pesa molto anche sull’asimmetria che esiste tra professionisti/responsabili/fornitori e clienti e questa oggi sembra essere molto più debole rispetto a certe decisioni che devono comunque rispettare una certa “deontologia”.

Conclusione: la qualità di un prodotto/servizio può essere percepita in maniera diversa da persone diverse, nella stessa realtà o di paesi diversi, le esigenze di ognuno sono varie e quindi chi è responsabile deve prestare attenzione a tutte le situazioni, alle necessità, alle richieste/segnalazioni dei clienti/fruitori, anche arrivando ad una variazione di un processo, di un progetto, in modo che il risultato sia adattabile alle esigenze della maggior parte di essi, ma anche dell’ambiente circostante, delle situazioni artistiche e paesaggistiche o territoriali, della dignità e convivenza di ognuno che deve essere soddisfatto, felice, della scelta che ha fatto a favore di un prodotto/servizio o di un posto dove vivere, sperando nella sostenibilità per se stesso e per le future generazioni. Il tutto in  un’area di profonda etica personale e sociale. Lo schema che segue riassume i vari concetti.

(Sintesi appunti personali dall’incontro del 25.09.2015 c/o Camera Commercio di Milano)

Servizio di Francesco Gentile                                                           © riproduzione riservata

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Città Metropolitana e mobilità. Più o Meno… e Arese.

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12 febbraio 2015 – Questa settimana Francesco Gentile dedica lo spazio del Più o Meno al resoconto del Mobility Conference 2015, che si è tenuto pochi giorni fa e al quale ha presenziato.

Nei giorni 9 e 10 di febbraio si è tenuta a Milano la “Mobility Conference 2015” sul tema “Destinazione domani – Città Metropolitana e mobilità intelligente”, organizzata da Assolombarda e Camera Commercio di Milano, con vari patrocini. Avendo avuto l’invito a partecipare, ho pensato di raccogliere appunti e penso possa essere utile riportare su QuiArese, dopo una parte generale sugli interventi dei Relatori, le note che riguardano la zona a Nord Ovest della Città Metropolitana, di cui fa parte Arese.

Foto F. Gentile

Il Sindaco di Milano e della Città Metropolitana, Pisapia, ha fatto notare che solo 10 anni fa Milano era tra le prime dieci città più congestionate d’Europa, ora è tra le prime città a buona mobilità (fonte Tom Tom). Ha detto che le criticità ci sono e non si possono negare, ma è necessario stabilire priorità se si vogliono risolvere. Milano ha fatto le scelte dello sharing: bike, moto e auto e ciò si sta rivelando vincente, quindi la Città Metropolitana, dal territorio più esteso, comprendente la ex Provincia di Milano, deve recepire queste innovazioni. La realizzazione della Città Metropolitana sta avanzando lentamente perché la legislazione spesso non è chiara perché, sull’esempio di realtà analoghe in Europa, non si tratta di sostituire semplicemente la Provincia ma avere una nuova mentalità di gestione che vede la collaborazione della Città di Milano e tutti i Comuni interessati per una crescita integrata, senza che alcuni soverchino altri. L’organizzazione e in particolare la mobilità, deve essere intelligente. Ovviamente Regione e Governo devono aiutarne lo sviluppo e occorre rivedere il Patto di Stabilità che oggi non premia i Comuni virtuosi e penalizza l’operato dei Sindaci che, senza risorse possono solo sperare nel coinvolgimento di privati in alcune realizzazioni. Pisapia ha proposto la costituzione di un gruppo di lavoro, operativo, che prepari un’agenda di avanzamento verso la Città Metropolitana, stabilendone le priorità.

Il Sindaco di Milano Pisapia - Foto F. Gentile

Il presidente della Camera di Commercio, Sangalli ha esordito con una frase di Einstein: “Non penso mai al futuro: arriva così presto!” e ciò con riferimento all’Expo 2015 che tra meno di tre mesi partirà nella zona di Rho-Fiera, e poi alla Città Metropolitana che ha più tempo per la realizzazione ma che deve andare avanti per motivi di competitività  globale, limitando la burocrazia e facendo scelte realizzabili: si è studiato che vale un incremento di produttività del 6 per cento la formazione della Città metropolitana che soddisfi le richieste del mercato e dei cittadini. Ovviamente è fondamentale la mobilità e quindi avere le infrastrutture necessarie, che spesso trovano blocchi nell’intreccio di competenze. Ha detto, infine: “L’innovazione non nasce dalla burocrazia, ma dalla collaborazione di tutti gli interessati: cittadini, aziende, negozi, enti e istituzioni”.

Il presidente di Assolombarda, Rocca ha molti problemi ma tantissime potenzialità come idee, università, musei, scuole, artigiani, stilisti… La mobilità, non si può negare, è un problema: molte cose si stanno facendo, ma molte sono in ritardo. Su 43 grandi opere previste, oltre 30 non sono nei tempi previsti. Una commissione europea ha calcolato che i ritardi nelle realizzazioni sono in media per gli altri Paesi europei il 26 per cento, per l’Italia, invece del 88 per cento. I privati sono titubanti nel rischiare se non ci sono certezze e tra burocrazia, conflitti di competenze, infiltrazioni malavitose e non sempre validi ideali, molte opere si fermano. Nelle aziende ormai c’è più lavoro per gli avvocati che per tecnici e ingegneri. Milano, Città metropolitana, può diventare un polo attrattivo per bellezza, arte e scienza. Altro tema è la mobilità internazionale che vede penalizzato l’aeroporto di Malpensa rispetto a Roma, mentre la porta verso l’estero deve passare per i tre aeroporti lombardi, lasciando Linate come city airport che tante città straniere vorrebbero avere, così vicino al centro storico. Importante sarebbe la privatizzazione di Sea. La mobilità cittadina deve essere “intelligente”, non solo per i tempi di percorrenza ma anche per la salvaguardia dell’ambiente, e lo “sharing” è stata un’ottima scelta. Expo si sta costruendo su un’area importante, vicino al centro di Milano, verso Malpensa, con infrastrutture stradali e molta tecnologia di telecomunicazioni, energia e servizi e, dopo il 2015, questo posto va mantenuto e valorizzato: Assolombarda ritiene, come l’Università di Milano, che lì debba sorgere una Città della Scienza e tecnologie e comunque, qualsiasi sia la scelta, bisogna far presto e bene, con la collaborazione di tutti e con la loro responsabilizzazione.

L’Università Bocconi e il Gruppo Clas, con Lanfranco Senn fanno notare che già nel 1873 Milano centro fu coinvolta nell’unione dei Comuni circostanti de “I Corpi Santi” perché si sentì l’importanza di creare un nucleo “coerente” che potesse crescere insieme. La Città Metropolitana è, quindi, importante non solo per Milano città ma per tutti i Comuni interessati con vantaggi reciproci di opportunità come un governo del territorio unitario anche per le risorse pubbliche e una equità fiscale, crescita di efficienza ed efficacia, mobilità in una visione culturale prima che tecnica con strade non più radiali da e verso Milano, ma anche orizzontali e verticali per spostamenti che saltino il centro.

Le Ferrovie per Expo, aumenteranno i treni suburbani da e per Rho Fiera del trenta per cento, tutti treni fermeranno a Rho Fiera, dal 26 aprile 2015 Malpensa sarà collegata con Milano ogni 30 minuti dalle 6 alle 21: l’impegno per la manifestazione è notevole (nota personale: e cosa succederà dopo la manifestazione?).

Con esempio, ha spiegato bene l’importanza delle Città Metropolitane, Piero Fassino sindaco di Torino e Presidente dell’Anci: “A Londra, tempo fa, in una riunione sulle grandi città, un partecipante mi disse che prendevano in considerazione solo realtà con oltre un milione di abitanti e io che a Torino ne avevo circa 960 mila rischiavo di essere escluso. Bene, con la Città Metropolitana, di abitanti ne ho moltissimi di più e ciò fa capire che con questa riorganizzazione si può accedere alle sfide del mercato”. Anche lui ha evidenziato che legislazione carente o complessa, mancanza di risorse, mancanza di una cultura unitaria e collaborativa sono punti critici per creare le nuove realtà amministrative e gestionali dei territori, insieme alla riforma del Parlamento, delle Regioni (che devono dare spazio e collaborazione e svolgere solo un ruolo amministrativo), delle Province di secondo grado, quelle non soppresse e, inoltre, delle unioni di Comuni piccoli. A tutto ciò è legata la mobilità: più un territorio è connesso, più esso è omogeneo e integrato e per le risorse è importante un legame pubblico-privato in quanto gli Enti Locali sono stati penalizzati dalla riduzione di spesa dello Stato più che ogni altra istituzione e non è giusto, poiché i Comuni sono responsabili solo per il 7,6 per cento delle spese e per il 2 per cento del debito pubblico. Sapere, ricerca e innovazione sono i punti su cui converge il rinnovamento della Città Metropolitana di Torino.

Sindaco di Torino e Presidente ANCI Fassino - Foto F. Gentile

Più vicino a noi, cosa succede? Queste le opere, Più o Meno… in corso:
1) Potenziamento ferrovie: terzo binario tra Rho e Gallarate; quarto binario tra Rho e Parabiago; sistemazione Stazione di Rho;
2) Raccordo a Y per connettere Rho Fiera/Expo con Malpensa con un binario “a raso” tra la linea Rho-Arona, all’altezza di Legnano e la linea Saronno-Malpensa;
3) Potenziamento della Sp46 Rho-Monza a livello di “tangenziale” che collega ovest ed est di Milano: la parte che collega la A52 Tangenziale Nord fino allo scavalco della ferrovia Milano-Varese è di competenza della società Milano Serravalle e verrà completata entro l’inizio di Expo solo nel tratto di connessione A52-Sp46. La parte tra lo scavalcamento della ferrovia Mi-Va e le connessioni con la viabilità verso Rho-Fiera e quindi il miglioramento dell’incrocio di Baranzate, si competenza società Autostrade, sarà completato per l’inizio di Expo;
4) Creazione nuova via Cristina di Belgioioso entro marzo 2015;
5) Collegamento viario tra la Sp11 Padana Superiore a Molino Dorino e la A8 dei Laghi per Expo, entro febbraio 2015;
6) Collegamento viario tra la Sp11 e la Sp233 Zara-Expo: apertura da via Eritrea a via Stephenson entro marzo 2015. Il nuovo ponte tra via Stephenson e via Cristina di Belgioioso fino al termine di Expo sarà utilizzabile solo da mezzi di servizio e di trasporto pubblico. La parte da via Stephenson a Cascina Merlata che unisce le autostrade al sito Expo non terminerà per la manifestazione, mentre il Comune di Milano ha stralciato la tratta da Zara a via Eritrea;
7) Collegamento tra Sp11, la A4 To-Mi e la Ss33 e via Gallarate che unisce l’autostrada con il sito Expo e la città di Milano: sarà pronto entro marzo 2015;
8 ) Area a parcheggio di Expo: sono richiesti 22 mila posti auto e in via di formalizzazione accordi e realizzazioni per via Novara (1.500 posti), ex Alfa Romeo Arese (11 mila posti), Fiera Rho-Pero (10 mila posti), Cascina Merlata (550 posti bus turistici);
9) Realizzazione di due passerelle pedonali: Cascina Merlata-Expo a sud, di 350 metri e la Expo-Fiera Rho Pero, di 500 metri di lunghezza e 11 di larghezza e che vedrà il passaggio del 30 per cento dei visitatori;
10) Corridoio interrato, detto Accesso Ovest, tra la fermata ferroviaria e metro Rho-Fiera;
11) M5 Bignami-San Siro: nella primavera 2015 sarà aperta la tratta Garibaldi Fs-San Siro, comprendente anche una fermata Lotto (da marzo 2014 è già aperta la tratta Zara-Garibaldi Fs);
12) M4 Lorenteggio-Linate: si sta lavorando sulla tratta Linate-Forlanini Fs, ma non si sa se i lavori finiranno per Expo; l’intera linea M4 sarà funzionante dal 2022…

Eppure qualcuno prende appunti ...

Francesco Gentile