“Oltre Milano. Idee e proposte per la città di domani”

Camera Commercio Industria Artigianato –  Milano Palazzo Turati –  

Stamattina ho potuto assistere al Convegno sul futuro della Città di Milano. Sono contento perché al di là delle cose sentite e risentite, ho potuto seguire persone di grande livello che non hanno nascosto i problemi.  

Il Presidente della Camera di Commercio Sangalli ha esordito con una domanda: “Investire in Italia?” e ha dato una risposta: “Impossibile. Troppe tasse, troppa burocrazia, banche insensibili a fronte di una clientela sempre più esigua …” e questo è ciò che si sente dire ogni giorno da vari imprenditori, grandi, medi, piccoli: la crisi colpisce tutti e ci siamo dentro in pieno. Ogni giorno chiudono negozi, imprese e sappiamo tutti di persone che si tolgono la vita perché non ce la fanno. Parlare del futuro significa partire da qui: capire il presente per programmare un futuro migliore, andare OLTRE.

Il Presidente CCIAA MI - Foto da internet

 Milano deve essere una città intelligente, che guardi a tutti e agevoli i cittadini, i disabili, gli immigrati … Se funzionano le imprese, funziona tutto, commercio, servizi, ambiente, economia. Oggi siamo al collasso e dobbiamo impegnarci tutti per capire quali sono le prospettive che si possono mettere concretamente in campo, tenendo presente ciò che disse Lincoln: “LA COSA MIGLIORE DEL FUTURO E’ CHE ESSO ARRIVA UN GIORNO PER VOLTA …”  

È stato presentato dal prof.  Mannaheimer dell’ISPO il resoconto di un sondaggio eseguito a Milano su un campione della popolazione e di imprenditori.

NEGATIVITA’:

  • per il 39% delle persone e per il 56% delle imprese, aumenterà la diseguaglianza sociale che, per il 53% degli intervistati oggi già esiste.
  • per il 31% della popolazione e 22% delle imprese, aumenterà la disoccupazione
  • per il 30% degli intervistati aumenterà la difficoltà di trovare abitazioni
  • per il 29% della popolazione e il 21% degli imprenditori, aumenterà la criminalità organizzata che per il 35% della gente e il 70% delle imprese oggi è già percepita come presente nell’area milanese.

POSITIVITA’:

  • Milano è già una città solidale e per il 20% delle persone aumenterà la solidarietà verso gli immigrati, stessa percentuale per gli imprenditori
  • Per il 20% sia di imprenditori che di popolazione, la qualità della vita è percepita positivamente a Milano, ma per entrambe le categorie essa peggiorerà nei prossimi anni
  • La dimensione cosmopolita di Milano è reale per il 30% della popolazione e per il 50% degli imprenditori e tende a migliorare.

La Milano IDEALE deve essere cosmopolita/internazionale per il 90% dei giovani intervistati, per il 66% di adulti e per il 60% delle imprese. Milano deve essere una città da giorno per il 53% delle imprese, 62% della popolazione o da notte per il 38% dei giovani e 24% degli adulti. Una città solidale per il 59% delle imprese e 58% della popolazione di cui il 74% donne e 30% studenti. Per il 43% della popolazione e il 29% delle aziende, deve essere una città organizzata in settori, mentre per il 57% della gente e 71% delle aziende deve essere “mescolata” nel senso che tutto deve esserci dappertutto e tutti devono vivere ovunque.

La VISIONE preferita per Milano è un poco superiore per quella di Città della cultura, ma quasi allo stesso punto si preferisce la Milano economica, la Milano solidale e la Milano innovatrice e creativa. I giovani maggiormente si sono espressi per una Milano Smart City. Ciò significa che i milanesi vogliono un mix di tutto e operare per migliorare in tutti i campi. Quindi: la cittadinanza è consapevole dei problemi, ma è speranzosa.  

Il prof Magatti della Cattolica ha evidenziato che la crescita avutasi dal 1988 al 2008 sembra irripetibile: in quegli anni Milano diventò a ragione un nodo della Rete-Valore e ora il valore economico-sociale è fermo. Occorre impegnare le forze diversamente dal passato, cambiando gli atteggiamenti, le relazioni, elaborando sistemi di priorità su obiettivi di SENSO ed ECONOMICI e quindi necessitano nuove alleanze. Globalizzare implica non andare avanti col vento, ma avendo precise mete per produrre valore attraverso obiettivi concreti su RICERCA E CREATIVITA’, INFRASTRUTTURE MATERIALI ED IMMATERIALI ed infine WELFARE ED INTEGRAZIONE. Non bisogna dimenticare che PROGETTO significa “GETTARE AVANTI” e ciò fa immaginare una Milano proiettata nella SOSTENIBILITA’ TOTALE, superando il concetto di QUALITA’ TOTALE di 20 anni fa …  

Interessanti i tre filmati brevi presentati da Massarotto di Hagakure per far capire che la “rete” non crea solo disgregazione, ma anche nuove opportunità dis viluppo e commercio. Abbiamo visto, quindi, applicazioni fatte a Gutenborg (un software che guida i turisti per la città usando solo mezzi pubblici), in Corea ( manifesti interattivi rappresentanti mensole di un supermercato con codici a barre che con uno smart phone possono essere acquistati ovunque ci si trovi, anche in metropolitana) e negli USA il monitoraggio della salute (attraverso le pillole che passano nel corpo o cerotti o telefoni mobili). Egli ha detto che con questi strumenti, è vero, chiudono negozi ma aumentano le possibilità di scambi di danaro e merci … e quindi di sviluppo.  

Il prof Sironi della Bocconi ha puntato il dito contro le mancate agevolazioni per far arrivare nei nostri atenei giovani dall’estero (es: strutture ricettive, sconti, borse di studio). Anche se le Università milanesi sono molto attive, non si capisce perchè i nostri giovani vanno ormai sempre di più a studiare all’estero mentre studenti pregiati che arrivano in Italia son pochi. Anche questo è un mezzo per importare idee e capitali.  

L’architetto s.ra Vedani, unica donna al tavolo del Convegno, è stata molto efficace nel far capire che INNOVAZIONE SIGNIFICA SOGNARE, ma un imprenditore tra problemi burocratici, guerra con le banche, controlli a volte pignoli ed inutili, crisi incombente, non riesce più a sognare e quindi a creare. Ciò fa capire che è necessaria un’attenzione dei Governi e una sensibilizzazione ai problemi di chi crede nel proprio lavoro per se e per i propri dipendenti che deve salvaguardare … I piccoli imprenditori – ha detto – vogliono VOLARE e allora si dia loro la possibilità di SOGNARE.  

Il Presidente degli imprenditori cinesi a MI ing. Wu, ha detto che bisogna guardare con simpatia l’ingresso di imprese straniere in Italia perché esse portano novità, economia e sviluppo. La storia dell’Italia dice che per la penisola fin da millenni son passati popoli diversi da est, da sud, da nord, da ovest e che gli italiani hanno cresciuto la loro creatività con l’apporto di tante culture. L’internalizzazione è questo: dare possibilità di crescere e crescere insieme … Gli imprenditori che vengono in questo Paese, arrivano per “fare” e insieme bisogna creare e lavorare per crescere.  

Il massimo responsabile di EXPO 2015 Sala si è detto preoccupato per il poco tempo a disposizione da qui al 1 maggio 2015 quando improrogabilmente la manifestazione deve partire attirando milioni di visitatori e imprese dal mondo. Ci si può ancora arrivare, impegnandosi alacremente nelle infrastrutture, nella velocizzazione della burocrazia, senza perdere di vista la minaccia di infiltrazioni mafiose. Ha raccontato che per un semplice rendiconto, oggi, occorre passare 7 livelli di controllo e accumulare numerosi faldoni di documentazione cartacea e questo è un blocco tremendo al rispetto degli impegni presi di fronte al mondo intero. Ci vuole un Commissario unico che segua tutto a tempo pieno, cosa che è stata ribadita dal Presidente della Regione Maroni che ha l’appoggio del Sindaco di Milano Pisapia, entrambi, con il Presidente della Provincia Podestà, intervenuti a conclusione dei lavori.

Women & Technologies: e-Nutrition

Stamattina ho avuto l’onore e il piacere di assistere ai dibattiti sull’e-Nutrition presso la Camera di Commercio e Artigianato di Milano. La manifestazione, organizzata da Women & Technologies con lo scopo di premiare, con il Patrocinio della Presidenza della Repubblica, le “Tecnovisionarie”: donne, ricercatrici, imprenditrici e manager, impegnate nel campo dell’alimentazione e dell’innovazione al fine della salvaguardia della salute e della sostenibilità delle risorse naturali. Alla base, tre concetti: la responsabilità sociale e di impresa,  il consumo responsabile e l’etica: le donne “c’entrano” in tutti e tre i temi dando quotidianamente il loro contributo. Il tema di quest’anno è coerente al tema del prossimo EXPO 2015 che è intitolato “Nutrire il Pianeta”.

Al mondo, oggi, ci sono cca 900 milni di persone che muoiono di fame e cca 1 miliardo di persone che soffrono di problemi legati alla alimentazione sia per effetti dell’obesità e sia per la malnutrizione. In Italia, il comparto alimentare è secondo solo a quello della meccanica e ci da un’immagine importante in tutto il mondo: l’EXPO ci farà riflettere sulle strategie per l’alimentazione affrontando i limiti dello sviluppo perché la popolazione mondiale aumenta e le risorse diminuiscono. Le donne, con la loro capacità di comunicazione e innovazione, già oggi danno un grosso contributo e possono darne molto di più, specie se riescono ad entrare in certi posti ancora troppo “maschili” … I corsi di Scienze dell’alimentazione ed istituti di ricerca in questo campo sono già molto al “femminile”; come avvenne ad esempio, nel tempo,  per l’insegnamento, anche nel campo imprenditoriale e scientifico le donne contribuiranno sempre di più.

All’alimentazione sono legate l’obesità, le malattie cardiovascolari, il diabete, molti tipi di tumore: il rischio è enorme, specie negli USA dove i decessi per tumori legati all’obesità sono il 30% per gli uomini e il 20% per le donne. In Italia l’8% della popolazione è obesa e 30% in sovrappeso e stiamo meglio degli USA e dei Paesi nord-europei, ma l’attenzione deve essere massima ed è fondamentale l’educazione alimentare fin dai primi anni di vita. La dieta mediterranea aiuta molto rispetto a questi problemi, ma non è detto che tutto ciò che indicano come alimento che “fa bene” lo sia effettivamente, poiché il genoma umano è formato da circa 30.000 geni e ogni individuo è diverso dagli altri. Anche le molecole studiate nei laboratori forniscono certi risultati, ma una volta immesse nel corpo umano possono avere effetti molto diversi: ciò fa capire la complessità degli studi e delle applicazioni. Ad esempio: ci hanno detto per anni che l’olio extravergine d’oliva non va fritto perché fa male, ma è dimostrato che tale olio mantiene le sue caratteristiche a temperature alte e addirittura viene dato a malati di tumore in terapia per sollecitare fegato e bile … Oppure, anni fa molte ragazze mangiavano solo pompelmo, come prevenzione dei tumori al seno, salvo scoprire che ciò provocava altri disturbi … E anche: far mangiare il mango, che dicono avere proprietà preventive. a una finlandese cresciuta in condizioni climatiche e naturali completamente diverse da un abitante delle zone tropicali e addirittura potrebbe provocarle problemi gastrointestinali …  Il tè verde ha proprietà curative, come un farmaco, per i tumori, ma non si può bere sempre e solo tè verde perché si possono avere reazioni. Quindi: tutti possibili cibi possono far male o bene, ma è importante conoscere quantità, abbinamenti e variazioni … Fondamentale è la “comunicazione” e come essa fa passare certe notizie e certe scoperte: i tempi per capire certi fenomeni sono lunghi e spesso a distanza di anni le indicazioni possono cambiare.

In Molise, è stato portato avanti un Progetto che ha monitorato la popolazione di varie età, in base all’alimentazione, alle abitudini di vita e alle malattie e un primo risultato è stato che chi non seguiva la dieta mediterranea aveva più problemi … anche se non è detto che polifostati e fibre contenuti in frutta, verdure, olio d’oliva portino benefici per tutti e allo stesso modo … C’è ancora molto da studiare! Gli alimenti e gli antiossidanti non curano, ma possono aiutare il corpo umano. L’evoluzione della scienza può portare a contraddizioni. la singola molecola non cura e non previene, ma l’insieme di molecole e le loro combinazioni possono aiutare l’umanità: l’ideale sarebbe usare gli “alimenti come farmaci” e i “farmaci come integratori alimentari”, ma ciò è lontano a venire … E intanto ci poniamo, studiando, il problema: conviene mangiare uno yogurt o un panino con la mortadella? E’ tutto molto difficile e la Genomica studia i collegamenti nel tempo tra alimenti e reazioni dell’organismo. L’educazione alimentare è importantissima: già nei primi mesi di vita è necessario prestare attenzione e, dopo il latte materno, lo svezzamento deve già aiutare la crescita del sistema immunitario.

La Sostenibilità è un processo ed è un concetto illimitato che coinvolge vari campi. Ad esempio l’economia deve essere ECONOMIA del PROGRESSO e le innovazioni devono essere rese possibili. SOSTENIBILITA’-NUTRIZIONE-SALUTE sono legatissime e il modello deve essere: “dalla produzione agricola alla nutrizione in salute” col coinvolgimento di scienziati, nutrizionisti, imprenditori, politici ovvero tutti i livelli della società, compreso la “famiglia”, la scuola … La sostenibilità deve partire dalle nostre case, dall’educazione dei nostri figli. Ristoranti, mense, ospedali devono essere attenti a evitare sprechi e a fornire alimentazione corretta, comportando anche notevoli risparmi: mangiar bene significa stare bene e spendere meno in sanità, ad esempio. Anche gli agricoltori devono essere formati a non usare pesticidi, a non sprecare acqua, utilizzando attrezzature e impianti di irrigazione giusti e tecnicamente avanzati.

Questa raccolta di appunti non è esaustiva, ma spero faccia capire un mondo che spesso non guardiamo e ci faccia riflettere su cose che spesso non apprezziamo. L’esperienza positiva di oggi e la buona organizzazione, mi hanno fatto capire che le donne, quando si impegnano, lo fanno con serietà e professionalità e che buona parte del futuro è nelle loro mani e cervelli.

“Un’aria pulita è possibile: una strategia per combattere l’inquinamento”

Ieri ho avuto il piacere di partecipare al Convegno in oggetto, presso la Camera Commercio Industria Artigianato di Milano e ho preso alcuni appunti che penso possano essere di utile informazione a chi è sensibile ai problemi trattati.

Le note, in particolare l’intervento del prof. Ballarin Denti ordinario di Fisica dell’Ambiente e del Territorio e Direttore del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, possono essere integrate alla lettura dell’articolo di QuiArese pubblicato ieri, dal titolo “Arese e i livelli di PM10 oggi e domani” di Alessandro Corniani e Massimiliano Seregni.

Chiedendo scusa per la lunghezza, assicuro che ho cercato di ridurre il possibile, ma la giornata è stata molto interessante.

Il Presidente della CCIAA, Sangalli, ha messo in evidenza che per quanto riguarda le problematiche ambientali tutti sono coinvolti e Commercianti e Industriali di MI fanno la loro parte. Le responsabilità per l’ambiente si dividono in negative che sono quelle di chi inquina (20% cause domestiche e 80% cause industriali, agricole, trasporti, ecc.) e positive che sono quelle di chi vuole evitare l’inquinamento prendendo opportuni provvedimenti. Tutti concorrono a creare problemi, tutti devono concorrere a migliorare l’ambiente come protagonisti di un cambiamento anche culturale. 

Nonostante la crisi economica, le imprese sono impegnate in innovazioni che tengono conto di fattori ambientali e quelle che investono in tal senso  risentono meno della crisi perché creano sviluppo. Lo Stato sta facendo la sua parte da qualche tempo. La CCIAA ritiene necessario un coordinamento delle misure da adottare per tutto il bacino padano e che bisogna prestare attenzione all’inquinamento del suolo, oltre a quello dell’aria; infine, bisogna premiare le Aziende che investono in Ambiente anche con incentivi e benefici fiscali, prestando ascolto al mondo imprenditoriale e del lavoro. Ribadendo l’enormità del problema e delle difficoltà economiche per risolvere, ha finito citando s. Francesco d’Assisi Patrono d’Italia, dei commercianti e degli ecologisti. Egli diceva: “ Cominciate col fare ciò che è necessario e non l’impossibile. Man mano vi sorprenderete nel vedere che l’impossibile lo state già facendo …”. 

Il Ministro per l’Ambiente, Clini, ha detto che le strategie ambientali devono essere legate alle politiche di sviluppo e la cultura vecchia e sbagliata che le tiene separate deve essere sconfitta: i sistemi produttivi e i prodotti stessi devono nascere da obiettivi ambientali e le innovazioni portano alla crescita del Paese. Rispetto agli anni ’80 le emissioni in aria si sono ridotte del 75% e gli obiettivi europei per il 2020 comportano grandi cambiamenti e ciò riguarda anche il risparmio energetico, con la diffusione di sistemi di calore ed energia distribuiti ad alto rendimento. Le tecnologie si evolvono verso l’integrazione industria-ambiente e chi investe in tal senso deve essere premiato poiché consuma meno risorse e salva l’aria che respiriamo. Ciò non comporta oneri per lo Stato: un esempio sono le detrazioni per la ristrutturazione energetica degli edifici che hanno un costo ma il rientro in benefici è superiore. Il recente provvedimento sulle Start up, che agevola innovazioni e progetti di nuove imprese e dei giovani è un’occasione importante guardando a cosa si può fare per l’Ambiente. 

 La qualità dell’aria nelle regioni del Nord Italia è critica per ragioni geografiche e climatiche e gli obiettivi europei sono difficili da raggiungere: occorre trovare “misure gestionali” raggiungibili concretamente anche con l’aiuto tecnologico e tali misure dovrebbero essere uguali a Torino come a Bologna, a Milano come a Padova perché è inutile avere limiti diversi a distanza di pochi km. Ad esempio, se Milano chiude il centro storico e le tangenziali e i Comuni limitrofi sono intasati di mezzi, è inutile: occorre un coordinamento. Bisogna intervenire sul trasporto merci passandolo su rotaia, cosa che in Italia è stata sempre ostacolata: occorrono le infrastrutture adatte. Per il traffico urbano occorrono più mezzi pubblici ibridi o elettrici: la struttura del territorio lombardo  e dell’occupazione è tale che la libertà di movimento dei mezzi privati non può essere limitata, ma deve essere ben gestita. Purtroppo la maggiore Casa automobilistica ha trascurato lo sviluppo e la diffusione dell’auto elettrica e dobbiamo sperare che ci ripensi. Fondamentale la diffusione delle Smart Cities con uso intelligente delle reti e la diffusione della larga banda per le comunicazioni, per il telelavoro e la riduzione d’iter burocratici. Tutti devono aiutare l’Ambiente e il Governo sta facendo la sua parte. 

È stata , poi, presentata la qualità dell’aria nell’area Milanese e nel bacino Padano: lo stato, le sorgenti e gli impatti. Il prof. Giugliano del Politecnico di MI, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale ha mostrato i dati d’inquinamento mostrando le criticità della zona aggravate dalla conformazione geografia e al clima, che è la più critica d’Europa insieme a qualche piccola area della Germania e in Belgio. 

Il dott. Lanzani di ARPA Lombardia ha elencato come maggiori inquinanti il PM10, la cui sigla  (Particulate Matter o Materia Particolata, cioè in piccole particelle) identifica materiale presente nell’atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro aerodinamico è uguale o inferiore a 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro.e il biossido di azoto NO2, il BaP (Benzo-a-pirene) e il Carbonio Elementare EC (Black Carbon): essi hanno un valore costante in tutte le zone e presentano picchi molto elevati nelle aree urbane, dove il trasporto e il civile influiscono molto per le emissioni di NO2. Il trasporto ha più peso a Milano per la presenza di PM10, specie per la circolazione di mezzi diesel di privati e per l’usura di pneumatici e freni, mentre nella Regione pesa molto il traffico pesante. In Lombardia il riscaldamento a legna, molto diffuso, causa l’emissione di carbonio organico.  

Il dott. Migliavacca di Innovhub ha ripetuto che l’inquinamento maggiore è dovuto al traffico, all’industria e al riscaldamento evidenziando che la massima emissione delle caldaie si ha in fase di accensione e di spegnimento. Ha anche spiegato che il FATTORE DI EMISSIONE è direttamente proporzionale all’inquinamento (mg di PM10 o CO2 o NOx o SO2 …) ,  e inversamente proporzionale all’utilizzo (espresso in valori di GJ o KWh o Km …).  

Grande attenzione al prof. Bertazzi dell’Università di MI Clinica del Lavoro che ha presentato i dati dell’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute della popolazione in Lombardia, ricavati dal Progetto ESSIA (Effetti Sulla Salute da Inquinanti Aerodispersi) con riferimento al periodo 2003-2007 e al PM10 e NO2.

Gli effetti possono essere a breve termine, con ricoveri ospedalieri e casi di morte dopo 0-5 giorni da repentine variazioni di esposizioni a inquinanti rispetto al livello medio giornaliero, e a lungo termine con effetti che si risentono anche dopo anni.

Esaminando i valori di VP%, Variazione Percentuale di ricoveri/decessi per l’incremento di 10 microgr/m3 d’inquinanti, la mortalità aumenta di 0,30 per ogni incremento di PM10 in Lombardia e di 0,63 a Milano, mentre i ricoveri per cause cardiache sia in Lombardia sia a MI aumentano di 0,14; aumenti pure per decessi dovuti a  cause respiratorie e ricoveri dovuti a problemi cerebrovascolari. I valori di PM10 aumentano molto in estate a causa della temperatura e dell’ozono e colpiscono di più persone con più di 75 anni di età. Il limite europeo di emissione di PM10 è 40 microgr/m3 : se si andasse al di sotto del 20% di questo valore, si è dimostrato che in Lombardia si eviterebbero 170 decessi l’anno essendo il 6,7% a MI e il 3,4% in Provincia di MI. Da notare che la mortalità nelle altre Province e città, dove il massimo è lo 0,9% di Cremona che è inferiore rispetto a MI e Provincia. 

Il prof. Balzacchini dell’Università Bicocca Scienze Ambientali, ha parlato del cambiamento climatico con riferimento alla meteorologia locale e riflessi sui livelli d’inquinamento. In Lombardia si superano i 35 giorni di superamento del limite di 50 microgr/m3 di PM10 fissati dall’Europa e si è visto che gli inquinanti si mantengono entro i 300 metri di altezza e specie nei primi 40 metri che è la media dell’altezza degli edifici a MI. La pressione atmosferica è aumentata negli ultimi 50 anni e le precipitazioni sono diminuite per lo spostamento verso le nostre regioni degli anticicloni caldi a causa dei cambiamenti climatici, ed è aumentata la radiazione dal suolo. Tutto ciò ha comportato che la diminuzione d’inquinamento PM10, ottenuta negli anni nella Valle del Po, è stata contrastata dall’aumento di concentrazione proprio nei primi 500 metri di altezza e che deve essere limitata con opportuni provvedimenti. 

Interessante l’intervento del prof, Ballarin Denti dell’Università Cattolica, Fisica che ha illustrato il problema del risollevamento da traffico del particolato e il ruolo dei suoli e delle superfici delle reti viarie. Quasi sempre si seguono i valori delle emissioni in atmosfera, ma la concentrazione al suolo è importante e anche la rimozione degli inquinanti. Un esempio: la Germania del Nord è la migliore in Europa per la qualità dell’aria, ma è la peggiore per l’inquinamento al suolo a causa della grande presenza di piombo dovuta a esperienze industriali passate. A Milano, il biossido di azoto è diminuito dal 1990 a oggi, l’ozono si è tenuto quasi costante e il PM10 è un po’ diminuito: tutti i valori sono legati alle condizioni atmosferiche. La tecnologia aiuta: in Lombardia, tranne Milano, è molto diffuso il riscaldamento a legna che inquina tantissimo pur essendo una grande fonte energetica (cca 10%) e si stanno studiando nuovi sistemi a legna con alto rendimento e basse emissioni. Da notare che in Lombardia ogni giorno l’equivalente di sette “piazza Duomo” di suolo viene convertita ad altri usi, abbandonando superfici verdi con conseguente diminuzione della cattura d’inquinanti. Nelle città ha molto peso il particolato che viene risollevato dal suolo e l’asfalto usurato aumenta questo problema: con gli asfalti drenanti, come quelli in autostrada, si può avere l’80% di diminuzione di polveri sottili. Si è sempre pensato che il tasso di rimozione di un inquinante fosse indipendente dall’intervento umano e fosse costante, invece esso dipende dal tipo di suolo e dalle condizioni atmosferiche. Ad esempio le superfici rugose hanno ruolo primario nell’intercettazione di PM10: di qui il noto effetto delle barriere verdi al trasporto delle polveri e la loro cattura fino al successivo episodio di pioggia che lava dall’inquinante e lo trasporta in acque superficiali e ciò vale non solo per i suoli naturali, ma anche per quelli artificiali ed ecco il vantaggio dell’asfalto drenante o di sostanze catalitiche nei cementi e nelle vernici degli intonaci o su come fare i tetti delle case e dei capannoni, quanto e quando pulire le strade e al tipo di vegetazione a verde da piantumare; anche in agricoltura ad esempio il passaggio da coltivazione ad umido e a secco del riso, possono aversi effetti vistosi sull’assorbimento o risollevamento del particolato. LE POLITICHE LOCALI di contenimento delle emissioni da diverse sorgenti (trasporti, riscaldamento civile e combustioni industriali) non sono sufficienti per migliorare aria e salute dell’uomo, occorre, quindi, prendere le opportune preventive cautele e usare nuove tecniche: da qui il legame ambiente e sviluppo.

 Il giornalista Schiavi del Corriere della Sera ha ricordato che nel 1989 a Milano fu fatto il primo blocco di tir e auto e sembrò una cosa “tanto per fare”, ma oggi possiamo dire che molto cammino è stato fatto contro l’inquinamento, specie per la salute. Indro Montanelli, licenziando il vice Direttore del suo Giornale che aveva messo questa notizia nelle “brevi”, mentre il Corriere aveva fatto un titolone, disse: “Milano deve chiudere alle auto!”. La lotta allo smog purtroppo è una LOTTERIA ALLO SMOG perché sono tante le carenze della politica e la mancanza di un coordinamento non solo tra Regioni, ma persino tra Comuni, è un errore perché ognuno prende propri provvedimenti creando solo problemi ai Cittadini. E, comunque, divieti, obiettivi e incentivi in Lombardia sono stati introdotti prima di altre Regioni, nonostante la crisi economica. I Sindaci spesso si trovano in situazioni contrastanti e interessi diversi, ad esempio a Milano si prolunga la metro a Linate, mentre a livello nazionale si pensa di ridurre il traffico aereo su Linate … Inoltre, c’è carenza di piste ciclabili, l’Area C non risolve i problemi ma li limita e forse è da allargare, mentre si pensa a un limite di velocità dei veicoli a 30 km/h in città per ridurre il sollevamento delle polveri: non tutti sono in accordo.

 

 Il Governatore Formigoni ha ribadito che non esiste un Piano Nazionale Ambientale e l’Unione Europea stabilisce limiti che la Regione deve rispettare facendo iniziative in proprio, con pochi aiuti statali. Inoltre, gli obiettivi ambientali europei sono uguali per tutti i territori e ciò non va bene perché la Lombardia ha situazione climatica e geografica molto difficile ed è la più critica in Europa secondo diversi studi e scienziati, quindi andrebbe aiutata con fondi speciali e obiettivi diversificati.

Già nel 2006 la Lombardia aveva proposto un blocco di vendite di veicoli diesel, salvaguardando chi possedeva un tale mezzo, ma gli ostacoli furono enormi specie per il problema della concorrenza a livello europeo tra le Case automobilistiche. Nonostante tutto ciò, la Lombardia ha un proprio Piano per la Qualità dell’aria dal 2006 e molto è stato fatto, ma occorre un coordinamento d’iniziative tra Regioni e tra Regione, Provincia e Milano: proprio in questi momenti è in corso un tavolo con i Comuni con più di 40mila abitanti per stabilire provvedimenti omogenei e allargare la “zona critica”, fermando 700mila veicoli inquinanti come gli Euro 0 benzina e 1, 2, 3 diesel dalle 7 alle 19,30 nel periodo invernale. Si sta per riemettere un Piano tenendo conto delle esigenze di commercianti, imprenditori, cittadini, associazioni. Alla Lombardia erano destinati 2mildi e 200mila euro dallo Stato, nel 2012 ne sono stati dati 1mildo e 700mila e allora bisogna trovare fondi: c’è stato già un aumento del 23% dei biglietti per il trasporto e non si può chiedere di più ai cittadini, allora bisogna spostare i pendolari su strade ferrate anche rinnovando il parco carrozze, aumentare le infrastrutture creando una ruota virtuosa “investimenti – spese – aumento utenti –entrate .investimenti e così via”. Entro il 2015, in tempo per EXPO, saranno pronte BREBEMI, tangenziale esterna e Pedemontana con una spesa del 20% dello Stato e 80% dei privati: questo è un esempio da seguire. 

Il Presidente della Provincia di MI Podestà rileva la presenza di 3.500.000 abitanti con un hinterland che non ha soluzione di continuità, una Città metropolitana, quindi da salvaguardare con uniformità, senza avere una Milano egocentrica: gli abitanti hanno uno scambio continuo per il lavoro, divertimento, cultura e quindi provvedimenti a macchia di leopardo non sono più pensabili. Va bene lo spostamento su ferro, ma le strade comunque vanno fatte per garantire libertà di movimento agli abitanti e devono essere prolungate verso l’esterno le metropolitane, creando interscambi fuori dal centro. Il traffico automobilistico deve essere agevolato con movimenti continui perché lo stop and go inquina molto di più: quindi strade larghe e fluide. Importante la realizzazione della Banda Larga che permette riduzione di movimento, comunicazioni veloci, telelavoro e meno iter burocratici. Tutto ciò richiede disponibilità economiche.

 Il Sindaco di MI Pisapia ha detto che bisogna guardare al futuro eppure non si può trascurare che la metropolitana ha vetture vecchie di 40 anni e il rinnovo che si sta facendo, per mancanza di fondi, non può essere immediato. Milano non è più “egocentrica” in quanto è sempre più aperta all’ascolto di tutti, prendendo iniziative concordate e non solo dei Comuni limitrofi. L’Area C, nonostante le critiche, ha fatto diminuire traffico, incidenti, inquinamento. Il limite di 30 km/h in centro non è ben visto dal Sindaco in quanto è poco fluido e ritarda lo spostamento con i mezzi pubblici e forse è più importante l’impegno a far rispettare i 50 km/h previsti dalla Legge. A MI molti controlli vengono fatti sulle caldaie per riscaldamento e anche molte sanzioni e va spiegato ai Cittadini i vantaggi dei lavori per il teleriscaldamento rispetto ai disagi momentanei: ciò spiega l’importanza della comunicazione nel prendere iniziative importanti. Le Domeniche a spasso anche non sono rivolte a risolvere il problema ambientale, ma certamente a sensibilizzare la cittadinanza, a spronarle a usare bici e mezzi pubblici e godere la città. A tale proposito, le piste ciclabili vanno fatte, ma devono anche essere sicure e anche qui occorrono fondi e molta educazione agli utenti. Il Sindaco ha terminato dicendo che Ambiente e Mobilità devono rendere Milano più “umana”.

 Il dott. Schiavi del Corriere ha evidenziato l’importanza del Convegno e che esso sia stato organizzato dalla Camera di Commercio e Imprese Artigiane per contrasto a quanto si ritiene comunemente e cioè che Commercianti e Imprenditori non vogliano limitare l’uso di veicoli, mentre si dimostra con questa e altre iniziative la sensibilità al problema ambientale, anche proponendo piccoli passi e facendone tanti, nonostante la crisi e Milano, col contributo di tutti, deve essere sempre “apripista” in Italia. 

Curiosità finale. Nel corso dei saluti, un presente nel pubblico ha preso la parola dicendo di essere un inventore, di avere a disposizione progetti e sistemi a forte risparmio energetico e poco inquinanti, che sono anni che non riesce a essere ricevuto da politici e istituzioni, che è stato invitato all’estero e ha posto la domanda: “Devo proprio andare all’estero a portare le mie proposte, lasciando il mio Paese come tanti sono costretti a fare?”. Anche oggi non ha avuto risposta …