Mi è sempre piaciuto osservare i quadri del colombiano Fernando Botero: le immagini a forme grandi e colori quasi mai esaltati con giochi di luci e ombre che, come dice, ” sporcherebbero l’idea del colore che desidero trasmettere”. I suoi personaggi sono quasi sempre buffi al primo impatto, ma analizzandoli si nota che hanno messaggi più seri, quasi sempre lo sguardo spento, perso nel vuoto a conferma della dilatazione delle immagini sia fisiche che psicologiche … La sua attenzione è sempre rivolta a scene quotidiane con attenzione al tempo che passa oppure alle violenze che impauriscono e, come per i bambini fanno sembrare tutto enorme, tutto esagerato …
Ho scelto di riprodurre col mouse al PC questo “Sala da pranzo” del 2002 per addestrarmi a disegnare le varie dimensioni e qualche prospettiva, oltre alla difficoltà dei colori del programma di cui dispongo che non permette di miscelare le tinte: quando individuo il colore più vicino all’originale e lo inserisco, non posso fare giochi di pennello classici del dipingere e creare sfumature … Ma questo passatempo, che mi sta facendo abbassare un po’ la vista e aumentare i dolorini alla mano destra, mi attrae e mi aiuta ad essere sereno in quei momenti …