Qui rido io. Il teatro in pellicola …

Sabato sera al cinema: un piacere ritrovato e un bel film che non volevamo perdere. La storia di una parte della vita di Eduardo Scarpetta, grande commediografo e attore, grande famiglia sia perché numerosa e mista sia per i grandi figli noti nel mondo per la loro bravura e loro opere. Un film fatto con passione, immagini dai colori stupendi, primi piani profondi, sentimenti, paure, problemi e piaceri quotidiani, coinvolgimento di gente umile e personaggi famosi dell’epoca. Certo, non tutti conoscono la storia dell’uomo e dell’attore Scarpetta e non tutti hanno visto le sue commedie, ma questa pellicola è per tutti, specie per chi ama il “Teatro”. Una colonna sonora che offre classiche canzoni napoletane. E proprio Napoli non viene “usata” con i suoi bei panorami per attrarre spettatori, ma viene esaltata attraverso il linguaggio, la mimica, i ragionamenti più o meno filosofici, le battute spontanee, i drammi e i suoi piatti gustosi che fanno acquolina allo spettatore come se fossero su una tavola davanti a loro … Il ruolo delle donne deboli e forti, degli amici fedeli e traditori, dei figli che danno gioie e dolori. Questo film, sottotitolato per i non napoletani, e ciò potrebbe essere un limite, non perde fascino anzi diventa internazionale. L’immensa interpretazione di Toni Servillo meriterebbe alti riconoscimenti perché è un attore vero, che indossa gli abiti dei suoi personaggi e ne vive i battiti, le emozioni, il saper piangere e saper perdere … Ottima scelta di tutti gli altri attori come Maria Nazionale, Cristiana Dell’Anna, Antonia Truppo, Eduardo Scarpetta (II) e tutti gli altri. Menzione particolare ai ragazzi, guidati da mani sagge del regista Mario Martone, una garanzia ormai e non solo perché ha già vinto tanti premi. Eravamo in una sala a Milano eppure alla fine è nato spontaneo un applauso del pubblico, proprio come a teatro. Quel teatro che era la vita e la libertà di quella famiglia. Quel teatro che è vita e che amiamo.

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Fast & Furious 9: un buon minestrone

Certamente questo n. 9 non è il più bel film della saga, ma non ha tradito l’adrenalinica dinamica, spesso esagerata e non credibile più di altre volte. La novità è che la storia non evidenzia soltanto l’amicizia e l’intesa del gruppo ma anche l’aspetto familiare, i rapporti tra fratelli e col padre: una storia parallela che i Toretto vivono accanto a quella che racconta la salvezza del mondo … Non mancano i soliti salti mortali di auto in fiamme, di colpi di scena.  Colonna sonora interessante. Attori ormai consolidati nelle loro parti e nuovi ingressi ben scelti anche con furbizia con occhio al botteghino: Vin Diesel, Lucas Black, Tyrese Gibson, Charlize Theron, Helen Mirren, Finn Cole … Il regista Justin Lin ha ripreso in mano la saga e la porta aventi con un po’ di stanchezza, mettendo insieme fantastoria e sentimenti e regala due ore di un buon minestrone.

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“Come un gatto in tangenziale. Ritorno a Coccia di Morto”: non solo risate

Avevamo voglia di vedere un film divertente, una commedia all’italiana come ai vecchi tempi, quando alla risata si univano le pecche di una società ammalata, divisa tra ricchi e poveri, tra gente di sinistra che aiuta gli altri e ama gli agi e gente di destra che snobba i problemi pensando a se stessa ma capace di tendere una mano quando le situazioni diventano pesanti. A differenza del primo film della serie, questa volta è stato seguito uno schema che approfondisce temi e personaggi, non solo i principali, ma anche quelli che dovrebbero fare da contorno e invece lasciano impronte. Quindi, un bravo a Riccardo Milani che ha saputo liberarsi dalle gag scontate e circondarsi di attori bravi e collaudati come Antonio Albanese, Paola Cortellesi (un gradino più su), Sonia Bergamasco, Luca Argentero, Claudio Amendola sempre a suo agio nelle parti del borgataro, tanti altri ben scelti e caratteristi. Importanti immagini di Roma e anche quelle che evidenziano le brutture di certi quartieri … Forte l’accento sulla cultura che non fa “magnare” secondo alcuni e invece può rivoluzionare la vita di una città e la crescita di persone. Insomma. siamo usciti soddisfatti e Coccia di morto, con la suora fantasma non ci ha proprio fatto paura!!!

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