Il futuro con i piedi per terra …

Non sono un appassionato di film futurisutici da supereroi, né conoscevo gli Avengers al contrario della mia consorte che con entusiasmo ha scelto di tornare a cinema con questo film. Ammetto che l’adrenalina prende lo spettatore e molte scene sono fatte veramente bene, come i colori e i suoni. La storia è sembrata interessante ma alla fine mi è è sembrata un “già visto” e anche il trucchetto di collegare la trama al passato e finire con una preparazione di un nuovo episodio in futuro lascia perplessi. Non aspettavo invece i momenti di forti emozioni e l’inno alla famiglia: sentimenti che fanno sempre bene a chi guarda una pellicola.  Forse si poteva fare meglio. Certamente la regia di Cate Shortland è superba e gli attori sono bravi con tre stelle splendenti Scarlett Johansson, la giovane Florence Pugh, Rachel Weisz e poi William Hurt, David Harbour, Jade Ma, Ray Winstone, O-T Fagbenle, Olivier Richters, Michelle Lee … Che dire? Un film di fantascienza con i piedi per terra: mi sembra la definizione giusta.

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“Una donna promettente”: vola …

Ieri sera al cinema: in sala noi, un’altra coppia, un signore, disposti ai vertici di un triangolo equilatero con centinaia di posti vuoti. Peccato, ancora il cinema non vola. Il film che abbiamo visto, invece, vola perché racconta di fatti molto attuali come lo stupro, le follie giovanili, i comportamenti degli uomini e delle donne, i pregiudizi della gente, il giudizio della Legge e il desiderio di farsi giustizia da soli. Tutto sulla base di un’amicizia profonda tra due ragazze che, al di là degli eventi, supera tutto e tutti. Il forte carattere di una donna che tra stranezze e trasformazioni sa dove vuole arrivare. Il tema è difficile, il cammino da percorrere per capire certe situazioni e le interpretazioni dei fatti è ancora lungo e il film non può rispondere a tutti gli interrogativi. Psicologicamente forte, a tratti piacevole con qualche sbandata verso la leggerezza, l’originale racconto, premiato con un Oscar, viene ben rappresentato dalle scelte della regia di Emerald Fennell, al suo debutto e dalla bravura degli attori tra cui  Carey Mulligan che primeggia su Bo Burnham, Laverne Cox, Clancy Brown, Jennifer Coolidge … Ottima la scelta della colonna sonora sia per le musiche che per le canzoni.

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“Maledetta primavera”, il film

Tornare a cinema è un piacere: altra visione, altri suoni, altra atmosfera … Di domenica ci andavo spesso da bambino con i miei genitori, quando la famiglia si univa a sognare o vivere tante storie … E la famiglia è al centro di questo film di Elisa Amoruso che ha attinto dai suoi ricordi. Una famiglia degli anni ’80 trasferita in un quartiere difficile. Un padre e una madre in conflitto continuo tra amore e problemi quotidiani, un bimbo curioso che si aggrappa all’affetto della sorella adolescente la quale vive i suoi anni di sviluppo fisico, mentale e sentimentale tra molte difficoltà e aggrappandosi all’amicizia di una ragazza difficile, dal passato tormentato. La storia ha tratti delicati, altri un po’ da cose già viste ma narrate in buona fattura, bei primi piani e un pregio è il pudore con cui sono ripresi i corpi delle ragazze senza mai arrivare al voyerismo o alla volgarità, ma mettendone in evidenza l’innocenza dell’età particolare. Una colonna sonora facile, fatta di note canzoni, usata anche con qualche richiamo a scene analoghe di altri film, comunque godibile. Bravissime le due attrici-ragazze: la debuttante Emma Fasano e Manon Bresche, poi il piccolo Federico Ielapi, già rodato in “Pinocchio” mentre Micaela Ramazzotti ripete i suoi ruoli di donna alle prese con problemi e dubbi sull’esistenza e dovrebbe lanciarsi in qualche parte diversa per dimostrare di essere diventata attrice “matura”, Giampaolo Morelli pure sembra recitare con uno stampo e potrebbe fare cose migliori come, a sprazzi, ha mostrato in altri film. Comunque il film si fa vedere e vale sempre la pena ritrovarsi nelle sale, anche se, ancora, il pubblico è scarso nonostante le precauzioni prese dai gestori per tenere lontano la “Maledetta pandemia”.

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