Il film di questo weekend ci ha dimostrato come il cinema non è fatto solo di violenza, sentimentalismi, azioni convulsive, thrilling, sesso e parolacce … ma può essere altamente “poetico”. I sogni si possono avverare? E gli affetti si possono ritrovare? Da cosa dipende quella volontà quasi folle di raggiungere obiettivi impossibili. O tutti gli obiettivi sono possibili? E perché chi sogna, spesso, è preso in giro quando decide di realizzare il sogno? Qui, due fratelli quasi sconosciuti, uno cresciuto a Roma e l’altro nel Nord est, si trovano dopo anni con idee ed esperienze diverse, si devono confrontare con una realtà difficile e una situazione psicologica che sembra incomprensibile, si muovono in un paesaggio e tra persone più che normali mentre, insieme, arrivano a combattere il cammino piatto della vita, la monotonia. Tutta la storia è raccontata con ritmi tranquilli, con momenti di grande simpatia, una colonna sonora non invadente avvolta in un’atmosfera di alta poesia. Conferma per i due, già famosi interpreti principali, simili in stazza e bravura: Stefano Fresi e Giuseppe Battiston, circondati da un cast all’altezza, tra cui Roberto Citran, Camilla Filippi, Teco Celio e il contributo di Flavio Bucci. La regia del giovane Antonio Padovan è tipica del cinema all’italiana, con l’aiuto di ottimi primi piani e lunghi silenzi. Peccato che in questo periodo difficile le sale sono quasi vuote: questo film merita di essere visto perché regala sogni, serenità, sorrisi sfiorando problemi quotidiani familiari e sociali (non a caso i due fratelli hanno vissuto in Regioni lontane …) e portando il pubblico piano piano sulla Luna …
Cristina Comencini e le altre due coautrici Giulia Calenda e Ilaria Macchia, ci hanno immersi in una Napoli – non – Napoli, una Napoli che si intravvede con alcuni suoi stupendi angoli di costa e palazzi sul mare, lontano da vicoli affollati e grida. E il silenzio porta la protagonista Alice, tornata da lontano alla casa paterna, a pensare e ripensare al passato, alla sua adolescenza difficile, alla sua famiglia con i problemi di tante famiglie, agli uomini e ai loro approcci a una bella ragazza, vivace, libera … Uno studio auto-psicologico con pochi personaggi che rende il film interessante, ma lento, pesante a tratti. Giovanna Mezzogiorno è una bravissima attrice e i tanti primi piani valorizzano i contenuti di certe scene e sono state ben scelte le ragazze che in età diverse impersonano Alice, in particolare Beatrice Grannò. Un po’ troppo freddo, ma è voluto dalla regista, Vincenzo Amato, che non entra in empatia con lo spettatore fin dall’inizio. Buona la fotografia, ottima colonna sonora e le canzoni tra cui in qualche momento ci sarebbe stata bene qualche classico napoletano, ma si capisce che la pellicola vuole avere un respiro internazionale … Tornare è un film, ma potrebbe essere una commedia teatrale per le poche scene e ambiente di cui ha avuto bisogno, i tempi lenti e pochi personaggi. Questo thriller all’italiana lascia qualche dubbio ma è sicuramente di qualità.
Prima volta al cinema dopo il Covid, con un po’ di timore e molte precauzioni.
Questo film di Gabriele Muccino raggiunge livelli alti sia per la storia, sia per la scelta degli attori, sia per la colonna sonora e per la fotografia … E’ un film che si fa vedere in crescendo man mano che il tempo trascorre e sono oltre due ore, cosa rara per una pellicola italiana … La trama si legge altrove, qui si vuole evidenziare come gli stati d’animo di una generazione nata in un periodo piatto del nostro Paese, con i primi problemi del dopo boom degli Anni ’60 e verso cambiamenti dei decenni successivi con alti e bassi, con una politica i continua evoluzione e instabilità sociale. Giovani che, partendo dal basso, cercano di farsi strada in modi diversi, in un mondo che diventa sempre più affaristico, egoista e complicato. Ma tutto ruota intorno ai sentimenti, all’amicizia e all’amore e ai momenti esaltanti di emozioni e speranze alternati a eroori e delusioni. Cose che possono capitare e capitano a tutti. Il racconto procede negli anni con i turbamenti, le promesse e i mancati obiettivi con alcuni punti fermi dall’inizio alla fine. Bravissimi gli attori, quelli adulti, ma anche i ragazzi e tanti altri: Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria, Francesco Centorame. Andrea Pittorino, Matteo De Buono, Alma Noce, Nicoletta Romanoff, Emma Marrone … Caratteri diversi, interpretazioni molto vissute. Molte canzoni dei vari periodi, fanno da sottofondo oppure da base importante di qualche momento e la colonna sonora di Nicola Piovani accarezza tutte le scene … Ci si commuove anche. Ci si rivede pure. Si sorride. Si condanna e si assolve. A noi il film è piaciuto moltissimo e resta il dispiacere che sia uscito in un periodo della storia mondiale, quello del Coronavirus, che ha tenuto e tiene ancora chiusi, le sale perchè questa volta Muccino e tutti i componenti del cast e gli altri autori, meritavano un pubblico maggiore e sicuramente premi a cascata. Chissà se sarà possibile recuperare tra qualche tempo un successo per onorarne il merito.