I Fratelli Sisters: un western d’oro

Un forte desiderio di film western, dopo anni di attesa e la visione nostalgica, nei giorni scorsi, delle meravigliose storie di Sergio Leone che abbiamo ricordato per i 90 anni dalla nascita e i 30 dalla scomparsa … “I Fratelli Sisters” è il film che aspettavamo, uno di quelli che iniziano con una lenta presa, che ti fanno pensare di aver sbagliato scelta e poi, man mano cresce, attrae, conquista e vince. Due killer al servizio di un “padrino”, alla caccia di un idealista cercatore d’oro sulle tracce di un “pensante” segugio e, a loro volta, continue prede di mercenari … Fratelli “Sorelle”: sembra un contrasto, ma i due personaggi principali sono “sorelle” che si aiutano, si prendono cura dell’altro, “fratelli” che si confrontano in continuazione: uno più riflessivo e con uno sguardo al reale, l’altro più violento e arrivista. Grandi cavalcate, stupendi paesaggi, atroci sparatorie, forti momenti di dialogo tra fratelli che vogliono capirsi e capire quale sarà il loro futuro … in questo western c’è tutto. Una colonna sonora che si amalgama alle varie situazioni e coinvolge come le azioni, grazie alla maestria del francese Alexandre Desplat.  Un benvenuto in questo mondo del cinema al regista Jacques Audiard che vorremmo rivedere per altre belle storie, Grandi tutti gli interpreti, già famosi, che confermano la loro dedizione e professionalità: John C. Reilly, Joaquin Phoenix, Jake Gyllenhaal, Riz Ahmed, Rebecca Root, Haukur Jóhannesson e tanti altri. Non so se il film è fedele al romanzo “Arrivano i Sister” scritto da Patrick deWitt, ma questa storia fatta di pietre pesanti legate al passato, alla famiglia e di pietre d’oro che possono salvare il futuro. Il binomio sentimenti – avidità, sogni – realtà, mi è molto piaciuta e assegno un … oro!

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“John Wick 3 Parabellum”: overdose di adrenalina

L’adrenalina del giorno delle Elezioni Europee mi ha coinvolto tanto che ho dimenticato di descrivere l’altra iniezione di superadrenalina che mi ha fatto il film “John Wick 3 Parabellum” che al cinema mi aveva talmente caricato che stavo per scoppiare … Cosa significa? Che questo terzo film della serie ha raggiunto un limite di azioni movimentate, sparatorie, lotte corpo a corpo, che finisce per distruggere lo spettatore. Esagerato in tutto e, credo, che i dialoghi saranno stati per una ventina di minuti su due ore di pellicola diretta da Chad Stahelski. Una trama non lineare, vie percorse e lasciate in sospeso … non un attimo di non-violenza. Certo, Keanu Reeves è bravo, bello e molto allenato, Halle Berry è professionale, ben scelti Ian McShane e Jerome Flynn, sempre glaciale (come l’abbiamo conosciuta nella serie “Billions”) e con un grande magnetismo  Asia Kate Dillon, ma è proprio l’andamento da Formula1 che stanca e fa sentire la mancanza di una trama, di un sentimento, di qualche bella frase … In “Mai dire mai”, 007 veniva detto: “In missione è tutta un’ altra faccenda. Quando stai rischiando la vita, be’, è l’adrenalina che ti affila l’arma”, ma qui si esagera. Questo film incasserà molto, come i precedenti, ma è meno bello. Aspettiamo il già annunciato n.ro 4 …

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Dolor y Gloria: onore e in bocca al lupo …

Tre i motivi che hanno spinto a vedere il film “Dolor y Gloria”: il regista Pedro Almodòvar, la presenza di due grandi attori di fama internazionale: Antonio Banderas e Penelope Cruz. Ma, io sono stato attratto, guardando i trailer, da una delle canzoni di sottofondo, una poesia musicata, cantata da Mina negli anni ’60 del secolo scorso: “Come sinfonia” di Pino Donaggio, un richiamo sentimentale, una scelta di garanzia.
Il film, oggi in attesa di verdetto al Festival di Cannes, è una bella storia che coinvolge tutti noi perché tutti abbiamo periodi di crisi o soffriamo di qualche “dolore”, anche se reagiamo in maniera diversa: c’è chi si immerge in una vita vorticosa per non pensare, chi cerca la “gloria”, chi si chiude in un eremo e rifiuta di stare con gli altri, di realizzare progetti, trovando sempre una motivazione logica, rifugiandosi nei ricordi e negli affetti dell’infanzia e gioventù …. Fino a quando arriva un “qualcosa” o un “qualcuno”, uno stimolo, che improvvisamente rimette in moto la voglia di vivere, di concretizzare un sogno …
Almodòvar è un grande regista e qui c’è la conferma con le riprese, i primi piani, la scelta degli attori, della colonna sonora. Antonio Banderas raggiunge livelli altissimi di interpretazione, forte caratterizzazione da parte di Asier Etxeandía che è la sorpresa tra gli attori, sempre ad alto livello la breve partecipazione di Penelope Cruz così come Leonardo Sbaraglia. Adeguati al ruolo Nora Navas (un gradino in più), Julieta Serrano. Cecilia Roth, Raúl Arévalo, Eva Martín, Susi Sánchez …  Bravissimo il Banderas-bambino, Asier Flores, dagli occhi lucenti …
Il film, una quasi-biografia e album di ricordi, è una dichiarazione d’amore di Almodòvar verso il cinema, la mamma, la reazione alla vita e proprio la parola “amore” è parte di una delle più belle frasi dei dialoghi: “L’amore non basta a salvare la persona che ami”, insieme alla frase “Non sei stato un buon figlio”, che non tutte le mamme hanno il coraggio di dire … E qui, torna in mente la prima parte di “Come sinfonia”:
Sogno… Sogno…
e tu sei con me
chiudo gli occhi
e in cielo splende già
una luce.
A Cannes, questo film o uno dei protagonisti avranno qualche riconoscimento? Lo auguro. Per me è già un film che “resta” con attori che sanno far bene il loro lavoro.

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