“Un nemico che ti vuole bene”: italiano.

Un film finalmente italiano di un buon livello di piacevolezza e di curiosità. Ognuno di noi è una brava persona e ritiene di non avere nemici … nemmeno uno. La storia gira su un tema delicato vista in maniera a tratti anche semi-comica ma fortemente seria.  Denis Rabaglia ha organizzato bene il dilemma con una buona regia e la scelta di attori aderenti ai ruoili: Diego Abatantuono che nella maturità piace perché lontano dalla stereotipo che si era creato, Antonio Folletto che ha fatto molta gavetta nelle fiction e ci sembra ormai bravo e poi un cast di buon livello che comprende Sandra Milo, Antonio Catania, Ugo Conti, Massimo Ghini, Andrea Preti, Roberto Ciufoli, Mirko Trovato… Una colonna sonora di accompagnamento molto leggera, non invadente. Il tempo è trascorso con serenità e, tornando a casa, il continuo pensiero a quel dubbio: “Ma io, ho nemici?”

Locandina da internet

Fatti seri, titolo difficile, trama facilona: “BlacKKKlansman”

Diciamolo subito: questo film poteva essere l’occasione di denunciare il persistere negli USA di problemi di razzismo, contro i neri e gli ebrei, per la conferma della razza bianca nel segno di “America first”, quel grido continuo di Trump. Probabilmente, pur riferendosi a fatti veri accaduti nel corso della storia americana fino ai fatti di agosto 2017 con i terribili scontri di Charlottsville fra neonazisti e oppositori, il grande Spike Lee ha voluto intenzionalmente ricorrere anche a momenti leggeri, quasi superficiali, direi per regalare un sorriso in tanta complessità sociale. E, pur ricorrendo a filmati e documentari, secondo il suo stile, Lee questa volta ne esce un po’ limitato. Il film è da vedere perché comunque di un certo livello rispetto ad altri in circolazione. Io ho apprezzato molto la colonna sonora che ricorre a canzoni famose. Molti attori devono “crescere”: John David Washington, figlio di Denzel, deve marciare molto per avvicinarsi alla bravura del papà, Adam Driver è un po’ statico mentre più credibile è David Duke e momenti di buona recitazione si vivono quando l’anziano Harry Belafonte racconta scontri tra neri e bianchi avvenuti in anni precedenti al tempo della storia del film che vede coinvolti gruppi come il Ku Klux Klan e Black Power che tentano ancora di affermare i loro fondamenta, in cui si trovano a muoversi e indagare, in particolare, due poliziotti, un nero e un bianco ebreo …

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Una storia senza nome: un film di qualità.

Finalmente un film italiano di qualità. Da vedere, questo “Una storia senza nome”, per la trama che attrae man mano, per la colonna sonora, per la bravura del regista Roberto Andò, per la fotografia e per la scelta degli attori, ben adeguati ai personaggi e per eleggere finalmente ad “attrice” Micaela Ramazzotti che da tempo stiamo seguendo nella crescita e stavolta ci ha convinto molto. Un film che, come tanti, ci racconta una storia di mafia e suoi traffici, ma con intrecci molto interessanti. Un applauso agli altri  interpreti: Renato Carpentieri e Laura Morante in primis, poi Jerzy Skolimowski, Antonio Catania, Gaetano Bruno, Marco Foschi, Martina Pensa, Renato Scarpa, Silvia Calderoni, Emanuele Salce, Paolo Graziosi, Filippo Luna, Michele Di Mauro e poi Alessandro Gassmann che, però ci sembra un po’ troppo uguale nelle espressioni e nei movimenti in tutti i film cui partecipa,siano essi comici oppure seri: ci aspettiamo di più da lui che è già bravo. Siamo usciti soddisfatti per non aver visto la solita commedia italiana, facilona e goliardica … Qui c’è il “cinema”.

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