Red Sparrow. Tra spie e espiazioni …

Dopo una settimana di bombardamenti in tutte le trasmissioni TV di ospiti che presentano filmetti più o meno comici, commedie leggere all’italiana, la pioggia ci ha spinto verso il cinema e, controvoglia, sono andato a vedere un film scelto da mia moglie, che ho pensato essere uno dei soliti film d’azione, con scene computerizzate e movimenti da … vertigini, un’americanata, insomma. Mi sono trovato a vedere un film di spionaggio, girato con tecniche moderne, ma veramente “all’antica”: personaggi reali che si trovano implicati in cose più grandi di loro e devono darsi da fare per sopravvivere al tempo della nuova guerra fredda tra Russia e Stati Uniti, ai giochi tra servizi segreti SVR e CIA, con arruolamenti di agenti capaci e “attrattivi” e colpi di scena. “Red Sparrow” è tratto dal romanzo di successo “Nome in codice: Diva”, scritto da Jason Matthews, ex agente CIA, e quindi fa capire bene certi meccanismi tecnici, anche psicologici e di giochi di potere tra forze diverse, tra Capi e Collaboratori, tra parenti-serpenti, tra uomini e donne … Una stupenda attrice, Jennifer Lawrence, dà imponenza col suo fascino magnetico al personaggio principale e tutti gli altri attori principali, di grande fama, Joel Edgerton, Matthias Schoenaerts, Charlotte Rampling, Jeremy Irons, danno un contributo d’esperienza. Bella la colonna sonora e la fotografia che insiste spesso sugli occhi “magnetici” della Lawrence o su particolari di oggetti, con la regia di Francis Lawrence (che non è parente, ma grande sostenitore della Jennifer che ha diretto in altri film, come Hunger Games etc ). La sensazione, uscendo dalla sala è che al pubblico il film sia piaciuto anche se qualche approfondimento è stato evitato. Tornando alla mia introduzione, mi chiedo: come mai di certi film si sa poco e niente, guardando le TV? E’ vero che siamo in Italia e bisogna tirare acqua al proprio mulino, ma almeno alcune trasmissioni dedicate al cinema dovrebbero accennare a trame così importanti …

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Quattro donne, una canaglia e tante risate.

Ieri sera a Teatro, una serata rilassante, che ci ha distratto dai problemi di questo inizio anno brutto. Ero andato convinto di vedere uno spettacolo da terza età, ma  “Quattro donne e una canaglia” è una commedia leggera di Pierre Chesnot, senza grandi pretese se non quella di regalare buonumore con una trama già vista tante volte, un uomo che si dibatte tra più donne, e con attori che sanno come attrarre l’attenzione del pubblico. Interpreti adatti ai propri ruoli Corinne Clery (più effervescente), Barbara Bouchet (più di scena), ben inseriti i giovani Paola Caruso e Nicola Paduano, esattamente nei suoi panni di intrattenitore e comunicatore col pubblico Gianfranco d’Angelo e, vera attrice di palcoscenico e perno delle vertiginose performance, con brevi battute incisive in napoletano, Marisa Laurito.  Il pubblico ha applaudito con convinzione. Siamo usciti ancora sorridendo a certe situazioni. Ci siamo un po’ incupiti quando abbiamo saputo che il Napoli ha perso, nel proprio stadio, con La Roma, regalando possibilità di fuga alla Juventus e allontanando l’obiettivo Champions per il prossimo anno, dell’Inter … che questa sera ha anche il derby con il Milan ringhioso e in ascesa (cosa che fa ancora più male).

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“A casa tutti bene”. Più o meno …

Un film che, come tutti i film che vogliono essere importanti, mette di fronte a personaggi e situazioni della vita reale che ci sono sempre state nella storia dell’umanità, ma in una società, quella attuale, che è sempre più fatta da uomini e donne egoisti, sfacciati, innamorati più di se stessi che degli altri, insoddisfatti e alla ricerca di sogni vietati. In evidenza una famiglia, come si dice oggi, “allargata” con ex coniugi, figli avuti in coppie precedenti e così via. Questa famiglia che “appare” in un modo e si rivela quasi tragicamente ricca di tutti i problemi dovuti a debolezze, a malattie, a problemi di lavoro, a desideri che in molti hanno e che non molti sanno mettere da parte a fronte di un equilibrio, di una tranquillità, fatta anche di compromessi a favore dell’unione e del futuro anche dei propri figli. Gabriele Muccino ha confermato di saper mettere insieme una sceneggiatura solida e attori di grande esperienza, veramente tanti e tutti bravi (compreso i più piccoli), che hanno dato ai propri personaggi qualcosa di se stessi, per convinzione o per aver provato nella loro vita privata e allegria, emozioni, sentimenti sono nati, secondo me, spontaneamente durante le riprese e si nota anche una grande sintonia tra tutti loro. L’elenco è lungo e si corre il rischio di dimenticare qualcuno:  Stefano Accorsi, Carolina Crescentini, Elena Cucci, Tea Falco, Pierfrancesco Favino, . Claudia Gerini, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore (che ha contribuito anche alla sceneggiatura), Ivano Marescotti, Giulia Michelini, Giampaolo Morelli, Stefania Sandrelli, Gianmarco Tognazzi, Valeria Solarino, Renato Raimondi, Elisa Visari, Elena Rapisarda, Sandra Milo … Coinvolgente la scelta delle canzoni e belle le musiche di Nicola Piovani, una certezza. Il film può dividersi nei giudizi di ogni spettatore, ma sicuramente scorre creando interesse e riflessioni. Chi non si è mai trovato in una situazione simile?
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