Poco tempo fa ci era capitato di vedere in TV il film “Kingsman – Secret Service” del 2014 e allora ieri sera eccoci a cinema a seguire e a ridere con le superspie di “Kingsman – Il cerchio d’oro” che, pensavamo, essendo un “secondo di una serie” fosse meno attraente del primo. La trama è stata più avvincente su un tema sociale diffuso nel mondo e gli attori , diretti sempre da Matthew Vaughn, sono tutti più convincenti nei loro ruoli: Mark Strong che cresce, grande Colin Firth col suo aplomb, superbo Taron Egerton, ilare Julianne Moore, bella e brava Halle Berry, e, sorpresa, un ironico ed esaltante Elton John. Non si tratta di livelli alla 007, altra stoffa, ma di un film d’azione, anche esagerato, un film comico … che svolge la sua missione: far passare il tempo, rilassando gli spettatori che escono dalla sala col buonumore e voglia di una … pizza (non consigliato l’hamburger …: se andate a vedere il film, lo capirete!).
Tom Cruise nel film “Barry Seal – Una storia americana” interpreta non solo un uomo che, per buona parte della sua vita molto contrastante, diventa talmente avido da mettere a rischio la propria famiglia, ma anche un Paese, gli Stati Uniti, che nella loro storia ha molti scheletri negli armadi come quando, nel nome della democrazia, ha dato aiuto a questo a quel regime. Si tratta, comunque, di una storia realmente accaduta e quindi c’è da riflettere. Il film diretto da Doug Liman. è d’azione, con impostazione semi-seria, e si fa seguire con interesse. Non mi è sembrato un “capolavoro” o, più concretamente, uno dei migliori film con Tom Cruise che comunque matura e recita con più convinzione e ironia. E’ affiancato dalla bellissima Sarah Wright e da bravi attori più o meno noti: , Domhnall Gleeson, Jesse Plemons, Lola Kirke, Alejandro Edda … Colonna sonora: non ricordo …
Una serata nella storia, vivendo una delle tragedie più grandi e di importanza enorme per la svolta della Seconda Guerra mondiale: a Dunquerque, nel nord della Francia, varie centinaia di migliaia di soldati inglesi e francesi furono stretti in ritirata sulla spiaggia dall’armata tedesca: una trappola mortale. Non si sa il perché, ma Hitler a un certo punto ordinò la sospensione degli attacchi e la Gran Bretagna di Churchill organizzò un salvataggio avventuroso di 350mila uomini, prima inglesi e poi francesi.
Fin qui è storia. La trama del film “Dunkirk” è impostata proprio sulle modalità del salvataggio e, come abitudine non la raccontiamo. Ci è piaciuta l’impostazione data: un racconto visivo e sonoro delle situazioni visto da tre diverse ottiche e cioè in terra, in acqua e in cielo con tempistiche diverse e intrecci continui. Un modo di fare cinema che tiene lo spettatore ansioso e coinvolto. Il film non è quindi basato sulla “guerra” ma sui momenti, i pensieri, le scelte, i sentimenti di coloro che vissero quei momenti di una sconfitta degli Alleati che passò, proprio per il salvataggio di tanti soldati, come una vittoria che vittoria non fu … Bravo quindi a Christopher Nolan che ha ben studiato la storia prima di farne una sceneggiatura attraente e una grande regia, buona la fotografia e i primi piani, ottima la colonna sonora di Hans Zimmer che diventa co-protagonista, ben scelti gli attori, tutti protagonisti a pari importanza e ricordiamo Fionn Whitehead, Tom Glynn-Carney, Jack Lowden, Harry Styles, Aneurin Barnard, James D’Arcy, Barry Keoghan, Kenneth Branagh, Cillian Murphy, Mark Rylance, Tom Hardy, Kevin Guthrie, Elliott Tittensor …
Le cronache reali raccontano che Churchill smorzò i toni: “Dobbiamo stare molto attenti a non assegnare a questa liberazione gli attributi della vittoria. La guerra non si vince con le evacuazioni”.