Tramite Amicizia: occasione sprecata.

Trascorrere un po’ di tempo svagandosi senza trovare quella comicità che ci si aspetta da Alessandro Siani. Un tentativo di far riflettere sul valore dell’amicizia che, però, rimane in superfice. Forse, trattandosi di una commedia non si poteva pretendere un esame psicologico interiore dei personaggi e tutto è stato mantenuto in alto, come un drone che passa sui fatti senza imprimerne le caratteristiche. Le premesse erano buone: l’argomento “amicizia” che ai tempi dei social risulta essere un numero di follower e basta, la solitudine, la voglia di vivere e un regista-attore che ha dato prove migliori, una giovane attrice, Matilde Gioli, che è in crescita professionale e un sorprendente Max Tortora che conosciamo come comico-imitatore e scopriamo essere capace di interpretare altri personaggi, anche seri e profondi,che ci ha ricordato un Alberto Sordi nella sua maturità artistica. Appena sfruttata la comicità di Maria Di Biase che in un film di svago può dare molto di più. Buona la fotografia e le location di una bella Ferrara, trascurata, in genere, dal cinema. Colonna sonora non da lasciare ricordi. Forse anche per Siani, come molti altri registi comici è arrivata un po’ di stanchezza e, per il momento, lo preferiamo nei monologhi televisivi o a teatro.

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da MyMovies.it

“Grazie ragazzi”: A teatro con il cinema …

Andare a cinema per vedere un film con Albanese con l’intento di farti quattro risate grazie alle sue fantasiose invenzioni comiche che, spesso, rasentano l’assurdo e trovarsi nel mondo dell’assurdo con una commedia di Beckett recitata da quattro detenuti che sono oggetto di una sperimentazione per educare persone, senza altre vie d’uscita, ad un’arte per loro sconosciuta, con l’aiuto di un regista per caso. E così, in sala, man mano che la storia procede ed il coinvolgimento aumenta, lo spettatore si ritrova immerso nel mondo del teatro, della ricerca di un cast tra improbabili attori, ognuno con problemi, della passione crescente di un regista “per forza”, delle prove sudate, dei debutti ed emozioni che un uomo prova calcando un palcoscenico e facendosi giudicare da un pubblico che spesso è familiare o fatto da amici e poi di volta in volta sempre più esigente. L’emozione della recitazione, di vivere una storia diversa dal quotidiano che ti porta lontano per un po’ di tempo dalla monotonia delle quattro mura, da vizi e difetti … Chi ha recitato sa cosa si prova e un po’ di commozione “prende” al suono degli applausi e per il riconoscimento, specie da chi non ci credeva,  degli sforzi fatti. Teatro nel cinema: ultimamente abbiamo visto film che sfruttano questo filone, come quello dedicato ai Fratelli De Filippo oppure quello su Pirandello con altri due comici, Ficarra e Picone … Questo film di Milani ci ha regalato momenti di più alta intensità con attori ben scelti come Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Fabrizio Bentivoglio … e un Antonio Albanese vero mattatore, con grande maturità artistica e un monologo da “premio”. La pellicola è ben fatta, buona la fotografia e la scelta di location teatrali in varie città italiane di cui vengono dati assaggi di angoli monumentali. Molte frasi, nel film, invitano a riflettere sullo stato di detenzione nelle carceri e sullo stato d’animo di chi si trova a viverci, di chi ci lavora e di chi si impegna per una redenzione. Questo è un film da non perdere.

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La Stranezza: Un film d’arte dedicato all’arte.

Un film d’arte dedicato all’arte: quando il cinema ci fa vivere storie pregne di fantasia, realtà, allegria, tristezza, sentimenti visibili o nascosti attraverso immagini ben presentate, con primi piani intensi e colori caldi e con un cast di altissimo livello, allora un film è “nostro” e ci rimane dentro. Se la fusione cinema – teatro è ben amalgamata, si ottiene un film che appassiona. Gli autori Roberto Andò,  anche regista, Massimo Gaudioso e Ugo Chiti, hanno creato un intreccio commedia – dramma psicologico mostrandoci reazioni dei vari personaggi alle varie provocazioni della vita e dello spettacolo: caratteri diversi come quello di Pirandello, quasi timido, silenzioso, spesso celato dietro le quinte, o quelli esuberanti dei due personaggi in cerca di successo nella battaglia tra problemi quotidiani e sogni a volte impossibili. Un ancora “grande” Toni Servillo, accompagnato da due nuovi attori comici non più comici che hanno acquisito tanta esperienza di palcoscenico che possono dare tenti momenti importanti al cinema. Un contorno si attori d’esperienza che lasciano un grande contributo anche se con piccole apparizioni, per esempio Luigi Lo Cascio, Donatella Finocchiaro e i bravissimi Aurora Quattrocchi e Renato Carpentieri … La colonna sonora Michele Braga, Emanuele Bossi‎ si adagia senza pesare su tutte le scene … Film che cresce col passare del tempo e alla fine si vorrebbe continuare a seguire le storie dei vari personaggi e in particolare quella sensazione, quella “Stranezza” che assale ognuno di noi in certi momenti della vita: ne sentiremo parlare.

Locandina da internet