Lo stagista inaspettato: chi se l’aspettava …

Questa volta, lo scrivo subito: se si va al cinema per trascorrere un po’ di tempo dimenticandosi di tutti i problemi quotidiani, acquistando quel buonumore di cui forse ci si è dimenticati e pescando nella memoria momenti dolci, sentimentali oppure, nel caso di un pensionato di una certa … età che decide di rimettersi in campo, rivivendo questioni legate al lavoro e alla passione nel farlo, allora questo film, “LO STAGISTA INASPETTATO” soddisfa veramente lo spettatore. E anche i giovani possono trovare spunti di vita e di spinta, nell’esperienza che un “vecchio” può trasmettere attraverso i suoi consigli e la sua esperienza, perché è una persona che certe cose, molte, le ha già provate lavorando o avendo una famiglia …. Al solito, non anticipo la trama, ma la regia di Nancy Meyers che ha già emozionato e anche fatto divertire con altri film ci ha regalato momenti intensi e leggeri, con una bella colonna sonora, importante in alcune situazioni quanto la bravura eccezionale di Robert De Niro e di Anne Hathaway, età diverse, stessa intensità e coinvolgimento nelle loro parti. Gli ultimi film di De Niro ci hanno fatto quasi dimenticare quello dei film violenti e di malavita e, con l’età, le sue espressioni, la lucidità dei suoi occhi, sono sempre più realistiche. Lei sta assumendo ruoli importanti ed è un’attrice sensibile, di un fascino incredibile e due … occhi meravigliosi, specchi dell’anima del ruolo che ricopre. Piacevoli anche gli altri attori e la storia ambientata in un mondo attualissimo, quello delle startup, del successo e dei rischi di budget e familiari … C’è tanto su cui riflettere e da imparare, per gli spettatori di tutte le età. Sorpresa: era tanto tempo che alla fine della proiezione non sentivamo applausi spontanei in sala.

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Feccia … romana, ma anche del Paese

Suburra, quartiere malfamato, feccia … così dicono i dizionari. Noi abbiamo visto il film con questo titolo e la maggiore riflessione è che esso ha anticipato lo scandalo Mafia Capitale, ma rappresentando nel quartiere romano, tutto un modo di fare che è sparso per tutto il nostro Paese, con intrecci tra politica, chiesa, malavita fatto di potere, soldi, droga … L’Italia del novembre 2011 in crisi economica e politica, con un Capo del Governo e il Capo della Chiesa vicini alle dimissioni, vive giorni violenti e persone che possiamo sicuramente credere reali si muovono in un fango di sesso, droga, intrighi e omicidi, intrecciandosi con le storie personali dei vari personaggi legati dal filo dell’arrivismo a tutti i costi e ognuno senza un punto di riferimento importante. Il film mantiene l’attenzione dello spettatore dall’inizio alla fine, ha un ritmo veloce, colonna sonora azzeccata, una regia d’esperienza, quella di Sollima (ACAB, Gomorra …),  sulla base del romanzo di De Cataldo e Bonini. Attori bravissimi, con un Pierfrancesco Favino enorme e Claudio Amendola che dimostra maturità artistica. Impegno e merito anche per i giovani, tra cui Alessandro Borghi e Greta Scarano. Menzione d’onore per Elio Germano, ambiguo e veritiero. Si poteva fare meglio? Forse si, ma il film già così fissa un punto di storia attuale e realistica della nostra cara e bella Italia … complicatissima.

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Peperoni difficili … molto digeribili

Ieri sera a Teatro, una commedia “vecchi tipo”, nel senso che, prendendo spunto da un fatto realmente accaduto, simile a molti altri che ogni giorno si verificano intorno a noi, racconta una storia molto importante, con momenti di alta riflessione e altri fortemente comici.

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Ho pensato molto al perché del titolo e sono arrivato a questa mia conclusione: “Peperoni difficili” sono quelli di una ricetta africana, molto complicata e che mette, alla prova chi deve prepararla, mettendoci passione, attenzione e rispetto delle dosi, delle regole al fine della buona riuscita. in pratica, è la vita o come dovrebbe essere vissuta e, alla base di tutto, c’è la domanda legata al sottotitolo “La verità chiede di essere conosciuta”. E’ sempre bene dire la verità? Si può dire qualche bugia a fin di bene? In questo caso, cosa può accadere quando poi la verità viene a galla? Si va avanti facendo finta di niente oppure la nostra vita viene sconvolta? L’autore, regista e attore Rosario Lisma, che già ha avuto molti riconoscimenti positivi, ci spinge a queste riflessioni in compagnia della brava Anna Della Rosa, santa non santa, e i due “fratelli” Ugo Giacomazzi, tormentato e realistico nei suoi dubbi, e Andrea Narsi ottimo interprete di una persona disabile. Giochi di luce e attori quasi tra il pubblico. Spesso, presi dalla corsa dei nostri giorni o forse da un po’ di egoismo, non ci poniamo certe domande che questa commedia ci fa porre in maniera soft tra una risata e un “dogma” … Da vedere.

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