“Tutto il presepe minuto per minuto …” ha scritto l’amico Carlo a commento delle foto che ho postato su Facebook. Qui seguono solo alcune per gli amici extra-Community:
Archivi categoria: 05) PRESEPE: una passione
Il Presepe … Gentile
Dedicato a chi è lontano e a chi è stato impossibilitato a visitarci …
Il Presepe, un anno dopo.
Si ripete il rito del presepe: meno male. Anche quest’anno è fatta … Con più fatica, ma con la stessa passione … Ogni anno dico che sono stanco, che non posso stare giorni e giorni a lavorare, a infilarmi sotto un insieme di tavoli, a districarmi in un groviglio di fili, a bruciarmi con colla bollente, a stare in piedi per ore a posizionare sugheri e statuine … Arrabbiarmi per l’acqua della fontana che perde, con le lampadine che l’anno prima funzionavano e ora non mostrano segni di vita …
Poi … i ricordi di quei primi presepi fatti da bambino con la carta, poi col gesso e poi col sughero, legnetti e case di polistirolo … e i ricordi della prima Capanna, delle montagne e poi i fiumi, i laghi, i personaggi in movimento … tutto questo accende la fantasia. E si ricomincia. Con gli stessi sogni di tanti anni fa. Con lo sguardo al presente. Attraversando gli anni, ad ogni Natale, guardando cosa ha dato la vita, cosa si è preso. Chi c’è di nuovo intorno a noi, chi non c’è più … aspettando chi arriverà.
Poi … la soddisfazione di guardare paesaggi e scene di vita quotidiana, un popolo di statuine al mercato, al lavoro, a divertirsi in osteria, a sognare sotto le stelle … intorno a una famiglia povera, ma ricca d’amore … E trascorrere attimi stando lontano, molto lontano da mille problemi.
Poi … “Avrei potuto fare meglio … ho dimenticato di … Ma sto invecchiando … Non ce la faccio più a combattere con quasi tre metri quadri di un gioco che sta diventando più grande di me. L’anno prossimo si torna alla sola Capanna. Di carta. Ritagliata dal Corriere dei Piccoli …”.
“Svegliati, caro! Arrivano i bambini: chiudi le tapparelle, accendi le luci del presepe, fai partire la musica, incolla quella statuina che è caduta, raddrizza quel lampione che pende …”: è la “maestra” che mi riporta alla realtà.
Un’emozione enorme guardare gli occhietti sbarrati e la bocca aperta davanti allo spettacolo confuso di colori, di scintillii, di situazioni inventate … E ascoltare quei commenti spontanei che stuzzicano nuove idee … Ma, chissà, forse l’anno prossimo …