Conflitto d’interessi postale?

Sabato 7 agosto mi è stata consegnata una lettera di Bancoposta  spedita solo il 26 aprile di quest’anno. Sono illustrate le nuove condizioni contrattuali per la carta Postepay a seguito dell’introduzione di normative europee dal 1 marzo ca. In essa si dichiara che “… le modifiche si intendono accettate decorsi 60 (sessanta) giorni  dalla data della presente comunicazione … “. A questo punto anche un bambino capisce che i sessanta giorni sono già trascorsi: se volessi rifiutare le condizioni? Non è questo un caso gravoso, ma mi chiedo: se il servizio postale viene svolto da Poste Italiane, da cui dipende Bancoposta, si potrebbe ipotizzare un conflitto di interessi? Ovvero: se certe condizioni devono essere accettate entro un termine e le Poste recapitano in ritardo le missive, senza nemmeno timbrare la busta o fornire una controprova della ricezione in una certa data, si potrebbe pensare che il vantaggio è solo a favore di Bancoposta e a sfavore dei Clienti che, invece, meriterebbero maggior trasparenza. Dove sbaglio?

Pubblicata su La Repubblica – Milano il 14 agosto e DNews Roma il 6 settembre 2010

Ora le case sono fantasma

C’ è un nuovo modo di chiamare le case abusive: con la finanziaria esse possono essere dichiarate con uno sconto fiscale definendole «case fantasma». Sono case che non risultano al catasto, per cui i proprietari non pagano tasse, né bollette per i servizi, né altro: non esistono. Allora, mi chiedo come, nel Paese principe delle intercettazioni, in un’ epoca di satelliti e di siti in Internet che permettono addirittura di guardare nelle finestre delle case, sia possibile rendere invisibili le case. È mai possibile che né i carabinieri, che hanno una caserma in ogni paesino e nemmeno qualche uomo della polizia locale è mai passato per certe strade nate dal nulla, con case o ville cresciute come funghi? E sa quante ce ne sono a Milano? E in Lombardia? So che piano piano le stanano, ma chiamarle fantasma è ridicolo: diciamo che sono case rette non solo su pilastri, ma su bustarelle, queste sì fantasma.

Inviata il 25 maggio e pubblicata il 31 luglio 2010 da La Repubblica Milano

Il gossip della politica

Estate, un po’ di leggerezza. E non manca il gossip: al posto delle veline, però ci sono solo politici. L’on. Fini sembra voler fare marcia indietro: dopo aver, giorno dopo giorno, tirato frecciate alle iniziative del partito del Premier, ora dice che si può azzerare tutto e andare avanti insieme. È vero che il Popolo della Libertà è anche definito dal suo Leader “Partito dell’amore”, ma il rapporto tra i due deve essere sovrannaturale, talmente forte da non potersi spezzare. Che poteva finire tutto a tarallucci e vino, ce lo potevamo aspettare: Fini ha troppo interesse ad attendere la fuoriuscita di Berlusconi per tentare la scalata al comando e non ne ha nessuno ad intraprendere una storia d’amore con Di Pietro, Casini! Se guardiamo il lato B della questione, possiamo anche capire che Bersani non voglia le elezioni anticipate: il PD non è pronto ad uno scontro perché non ha un Leader forte, diciamo Maximo e un po’ d’aria nuova è dovuta a Vendola che, però, non condiziona gli ex Margherita. Intanto alcuni sembrano già essere in vacanza: non si sente più, ad esempio Rutelli oppure Franceschini, mentre Bertinotti e compagni saranno in pellegrinaggio aspettando un miracolo. Bossi, il duro, gode all’ombra del federalismo mentre suo figlio sembra avere una cotta per una Pupa che, stanca dei secchioni ha preferito un eletto della Regione. Intanto ci aspettano rossi Tremonti e noi, stremati, ci tuffiamo nella crisi che non c’è. O c’è?

Pubblicata su DNews di Bergamo e Verona, oggi, pag.10

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