Exposizione mediatica

Io leggo di EXPO 2015 come un evento mondiale che si farà in Lombardia. Si farà? Sembrano tutti certi, tutti parlano dei vantaggi, dei milioni di visitatori, dello sviluppo commerciale, della valorizzazione de turismo e del territorio. Ma guardando dietro le quinte, mi sembra di capire che:

  • il massimo responsabile, Stanca, è stato sostituito da Sala da poche settimane,
  • Regione Provincia e Comune ancora non hanno linee coerenti,
  • i terreni dell’area Rho-Pero ancora non sono stati acquistati e amen che meno si vedono inizi lavori per le infrastrutture, quali strade, ponti, trasporti.
  • Il reclutamento delle migliaia di persone che lavoreranno per la manifestazione ancora non è chiaro e non sembra iniziato.

Mi chiedo: lavorando giorno e notte, feriali e festivi, siamo più veloci dei cinesi? Le opere costruite in fretta e furia, saranno di qualità e sicure? Chiacchiere e beghe ci faranno arrivare in quasi quattro anni precisi all’appuntamento? Oppure si farà un’inaugurazione politica sull’esempio della nuova Fiera, inaugurata nel 2005 poco prima delle Regionali, ma ancora senza piazzale principale di ingresso, una fantomatica fontana, e strade ancora da finire, viali, approntati con alberelli, panchine e cestini rifiuti, ancora recintati? Noi cittadini abbiamo orecchie per sentire tutte le favole che ci raccontano, ma abbiamo anche occhi per vedere …

Pubblicata su DNews Milano, oggi

Italia, Paese di poeti, naviganti e furboni

Torno dalle vacanze dove non avevo possibilità di seguire TV e trovo tante sorprese. Ero riuscito a leggere, con ritardo, le opinioni degli italiani sulla richiesta fatta da Jovanotti per sapere che fine hanno fatto i soldi raccolti dai cantanti per L’Aquila. Ebbene, tutti, dico tutti, hanno espresso il concetto che è chiaro che i soldi finiscono nelle tasche di chi ci governa e dei loro amici. Poi vengo a sapere della nuova P, ormai la terza! … E chiedo in giro pareri. Tutti sorridono e mi dicono che non c’è da meravigliarsi perché è noto a tutti che c’è in Italia una rete di poteri nascosti per dare sempre più ai ricchi e togliere ai poveri. Tutti assuefatti. Tutti contenti. È mai possibile che siamo un popolo che si adagia sul “Tanto, son tutti uguali”,  senza un po’ di bollore nel sangue? Disoccupati, cassaintegrati, pensionati vivono nella convinzione che non si può far nulla e che bisogna tirare a campare finché si può. Ma non è vero. C’è qualcosa che non capisco, qualche freno, qualcosa di falso nelle statistiche su benessere e malessere. Sarà colpa delle ferie: certo, non sarà bello tornare al quotidiano sapendo che tutti quelli che mi circondano, dall’ambulante al Direttore di banca, dal macellaio all’Assessore di turno, cercano di fregarmi, tanto “Così fan tutti …”.

Pubblicata oggi su DNews di Bergamo e Verona

5^ Lezione: matematica delle elezioni

Ipotesi: come al solito, tutti hanno vinto.Tesi:  le elezioni sono compiute ed è il momento di fare i conti.Il quadrato Bersani, Di Pietro, Vendola, Bonino costruito sull’ipotenusa del triangolo Berlusconi, Bossi, Formigoni è uguale alla somma del quadrato Fini, Mussolini, Storace, Pecorella con il quadrato Grillo, Ferrero, Verdi, Agnoletto. Sottraendo il pentagono di Obama e dividendo per la sconfitta di Sarkozy, si ottiene un valore di astensionismo tendente all’infinito. Facendo la radice dell’Ulivo e moltiplicando per la frazione Prodiana, risultano sette Regioni al Centrosinistra e sei al Centrodestra. Considerando, poi, che il peso di Umbria e Basilicata è inferiore a quello del Piemonte, si estraggono valori Polverini e il quoziente di Bondi raggiunge valori minimi rispetto a Cota pari al raggio padano del veneto Zaia. Tagliando a fette il cerchio, si ottiene un numero pari che diviso per ogni Partito porta il resto a zero. Integrando tra il valore minimo dei Pensionati  al valore massimo del Premier risulta che è il momento di parlare di problemi reali del Paese, derivando soltanto gossip e veline da gradiente d’Auditel. Come volevasi dimostrare.
Pubblicata su Dnews di BG, VR e Roma il 31 marzo 2010