C’era una volta la prima Repubblica

Nella Prima Repubblica sapevamo tutti che venivano prese tangenti per i Partiti e che per raccomandazione si potevano occupare posti importanti in Enti e Aziende. Chi conosceva il politico o il sindacalista o il prelato, aveva una mezza assicurazione per il suo futuro. C’erano anche i concorsi per i posti nei Ministeri e nelle aziende pubbliche: i super raccomandati vincevano, gli idonei entravano comunque in graduatoria e, a fronte di aumenti di posti messi a disposizione, qualche povero disgraziato, privo di amicizie pesanti, poteva anche avere un lavoro, come una vincita al Lotto. Oggi è diverso. Stiamo assistendo a nomine e a vantaggi per persone, sfacciatamente legate a politici al potere. È nuova la notizia del commissariamento dell’ACI dove la Brambilla ha inserito come Commissario il figlio di un grande amico del Premier, poi il figlio di La Russa e, al massimo, il proprio compagno! Onore allora al Ministro Scajola che, senza un avviso di garanzia, ha dato le dimissioni mentre dobbiamo assistere alla nomina del Ministro Brancher per dargli l’appiglio del legittimo impedimento, al Senatore dell’Utri, condannato a sette anni per appoggio esterno alla mafia in Assise, che nessuno del suo Partito invita a lasciare, a quelli della “cricca” che continuano a gestire la cosa pubblica …  Criticavamo il Trota piazzato in lista dal Senatùr, ma quello poi è stato eletto dai votanti. Questa nuova Repubblica arricchisce solo chi già è nato con la camicia oppure si fa largo in un mondo che richiede mille compromessi e rinunce alla dignità. Io propongo di creare un monumento al Civico Ignoto: quel cittadino che silenziosamente e con sofferenza interiore, lavora onestamente, paga le tasse e spera nella giustizia terrena e divina.

Pubblicata il 1 lug 2010 su DNews Bergamo, pag. 10

La sfera di cristallo racconta

Solo ora riusciamo a vedere cosa c’era nella palla di vetro del magico popolo italiano. Il nostro Paese era esente dalla crisi: si è visto che non è così. Le tasse non sono aumentate, eppure il 43 per cento del reddito lo diamo al fisco  e dal settimo posto in Europa siamo al quinto dei più tartassati. Il processo Dell’Utri continua e nel frattempo riappare Cuffaro, quello dei cannoli. Pensavamo che riuscire a comprar casa con la liquidazione fosse un vanto, poi abbiamo scoperto che le case si possono ricevere in regalo da imprenditori o da prelati. Annebbiati dal mito Lippi, non capivamo di avere una squadra di svogliati milionari che rincorrono un pallone. Il neoministro Brancher si è sfogato: “Abbiamo perso ai Mondiali e ora tutti se la prendono con me!”. Poverino. Eppure Bossi aveva lanciato un messaggio: comprare la partita con la Slovacchia sarebbe stato utile perché oggi saremmo a parlare di calcio invece di accorgerci di essere sempre più presi in giro. Passato l’appannamento della sfera, scopriamo che è arrivata l’estate e forse l’ancora di salvezza dei nostri politici: il gossip. Siamo pronti per discutere sulla dama bianca del Cavaliere, nuovo fantasma creato per distrarci dai problemi concreti. Forse dobbiamo capire perché i Governatori, perfino, si ribellano alla manovra fiscale, mentre noi non siamo più capaci di reagire ai lavaggi del cervello di Tiggì e Reality!

Pubblicata il 1 lug 2010 su METRO tutte le edizioni

Metrò da vivere e subire

Non esistono più gli Ingegneri di una volta? In attesa di avere scale mobili dappertutto o ascensori per handicappati, è possibile che un viaggio in metropolitana costi come minimo un torcicollo? Le carrozze con l’aria condizionata soffiano getti gelati sulle teste di chi sta seduto e si vedono donne con magliettine estive, coprirsi spalle e braccia con fazzolettini o giornali, vecchietti che preferiscono stare in piedi … Ma, anche in piedi, bisogna stare attenti a quale posizione si sceglie perché può capitare di trovarsi la testa soggetta ad aria d’alta montagna. E poi, diciamolo, non sempre c’è lo spazio per spostarsi e mettersi a proprio agio: le carrozze spesso sono scatolette per sardine e allora al malcapitato non resta che aspettare la fermata sospirata venga raggiunta al più presto. Ma la pigrizia estiva prende anche il metrò che va molto lentamente e fa soste perenni in molte stazioni. Insomma, lamentele a parte, nessuno più quando progetta ripassa le tecniche di condizionamento, tipologia delle carrozze, orari e frequenze in base alle richieste d’utenza, eccetera. E allora: viva gli orribili ventilatori che stanno montando nelle stazioni, almeno all’inizio funzionano e sbuffano sulle polemiche.

Pubblicata su DNews di Milano, oggi