Oggi, 11,15 km … Ho fatto un pieno di tranquillità … da Arese a Garbagnate Milanese a Lainate e … ritorno. Già ieri avevo caricato le batterie … Mi sento bene …

Una santa domenica …

Bellissimo cielo azzurro baciato da un santo sole …. Siamo tornati a Sotto il Monte Giovanni XXIII dopo 29 anni … Il paese natale del Papa Santo, il Papa Buono cui siamo affezionati fin da quando eravamo bambini. Abbiamo visitato la Casa natale, la nuova Chiesa con le reliquie, la pinacoteca con dipinti dedicati a Giovanni XXIII … Certamente abbiamo trovato cambiamenti logistici dovuti anche alla santificazione celebrata da Papa Francesco in aprile 2014 ma, fortunatamente, non si è sviluppato intorno ai luoghi cari al Santo quel commercio indotto che caratterizza i tanti Santuari sparsi nel nostro Paese.

Dopo un ottimo  e santissimo pranzo a base di specialità locali, a Mozzo, sempre in provincia di Bergamo, siamo andati a visitare una bella mostra di presepi provenienti da tutto il mondo raccolti da un prete del posto, don Ettore, che abbiamo conosciuto e con cui abbiamo parlato a lungo avendo sentito che eravamo napoletani ed amanti dei presepi …  Un santo! Passaggio a casa di amici per una sana e santa conversazione piacevole e poi, stanchi, a casa. Bella giornata, insomma, rovinata solo dalla sconfitta dell’Inter agli ultimi secondi … E, cosa più triste, ora a pari punti col Diavolo!

Il gioco? La vita in palio.

Sabato sera classico: a Teatro. Non un classico lo spettacolo che abbiamo visto, ma una commedia divertente e tragica nel profondo delle sue pieghe comiche. “I giocatori”: quattro amici, amanti del gioco, ognuno con i suoi problemi fisici, psicologici, di famiglia o economici, affogano tutto nella sfida alla fortuna, fino a sfiorare punti estremi. Sembrerebbe una storia “pesante” e lo è se pensiamo a tutti i coinvolgimenti, ma tutto scorre tra sorrisi, momenti esilaranti, caratterizzazioni eccezionali dei quattro attori, frasi che fanno pensare e altre che fanno ridere.

Il tempo trascorre veloce con il ritmo dello spettacolo e ci si sente coinvolti tantissimo nella storia creata da Pau Mirò. Il dialetto partenopeo, scelto da questa produzione, è reso comprensibile a tutti e alcune fantasiose immagini vengono rese credibili così come succede a Napoli. Diversi e fortissimi Enrico Ianniello ( anche regista), Renato Carpentieri, Tony Laudadio e Luciano Saltarelli.  Alla fine, dopo i tanti applausi, una frase di mia moglie spiega bene tutto: “Questa è la differenza tra cinema e teatro …”. Si: perché qui si vive con i personaggi, si ride e si soffre con loro. Il teatro è partecipazione, scambio reciproco: gli attori durante il saluto finale del pubblico, erano veramente felici del loro lavoro. E, uscendo, mi è venuta un po’ di malinconia: io ho provato queste sensazioni tanti anni fa, ormai …

Chiusura della serata “napoletana” con una bella pizza …