Tre visite e Triennale …

Mattinata grigia e fredda … Milano dormicchia e noi siamo passati prima per “Kali” Mostra dell’Artigianato alla Fiera di Milano City, poche persone, alcuni banchi presenti già visti all’Artigiano in Fiera a Rho, molte cibarie … Siamo poi andati a fare un tuffo nell’arte in Triennale, forse l’ultimo per questo 2014 che ci ha visti spesso ammirare opere più o meno comprensibili a noi, comuni mortali, stuzzicando la nostra curiosità e spirito di osservazione. Due mostre visitate oggi, parallele: la prima dedicata a Gianfranco Baruchello, artista di fama internazionale che dopo esperienze nel mondo delle avanguardie innovative con Baj, Rotella, Schifani … si è dedicato a “giochi” di mixaggio di parole o di fotogrammi, creando libri usando righe di tanti libri o film usando pezzetti di tanti film …  e facendo lo stesso con oggetti, quadri, ecc. Qualcosa che incuriosisce molto perché si evidenzia  “una continua tensione al rovesciamento delle convenzioni codificate e riproposte dai mezzi di comunicazione di massa”  come dicono le sue biografie. un esempio: un insieme di giornali con pagine tutte bianche che poi vengono riempite di parole, parole …

Il secondo, John Latham, nato in Zambia ma inglese di crescita, come Baruchello, fa un’analisi critica delle cose, dell’arte, della scienza, della religione … e sconvolge filosoficamente il tutto. Ad esempio i libri, quasi sempre distrutti, diventano parti di quadri astratti, colorati spesso con spray … oppure servono, insieme al vetro, a creare altri oggetti, tipo una lampada o degli ornamenti …

Ubriacatura di risate ….

Ieri sera, al Teatro Franco Parenti, abbiamo avuto l’occasione di assistere, a prezzo superscontato e su spinta di nostra figlia, che è venuta insieme a noi, alla prima milanese di “Sogno di una notte di mezza sbornia” di Eduardo De Filippo, commedia scritta nel 1936 e liberamente tratta dalla pièce “L’agonia di Schizzo” (1933) di Athos Setti. Il grande artista napoletano, forse ancora mentalmente legato al teatro comico del padre Eduardo Scarpetta, creò questo spettacolo puramente umoristico, una vera farsa diversa dalle sue commedie tragicomiche sulla vita reale, che lo hanno reso grande autore conosciuto in tutto il mondo. E comunque, se si esaminano le varie situazioni e battute, c’è un riferimento al menefreghismo e all’avidità di familiari e amici a fronte della ricchezza, che segue la povertà, dovuta al gioco del Lotto e alla tragedia che aspetta il protagonista. Luca De Filippo, che agli inizi di carriera non ammiravo, ha raggiunto una maturità interpretativa enorme, con una grande mimica: osservandolo, non si può fare a meno di pensare al padre ma ora posso dire che nel suo DNA c’è la bravura della famiglia De Filippo e la napoletanità. Bravi anche gli altri attori, in particolare Carolina Rosi. Bella scenografia, curiosità: forse è la prima volta che mi capita di sentire un applauso dedicato alla scena, all’aprirsi del sipario … Ovviamente lascio a chi andrà a vedere questo spettacolo la curiosità. Ci siamo divertiti …

Foto di F. Gentile da volantino

Oh bej! Oh bej!

Sabato pomeriggio all’insegna del caos natalizio. La pioggia. I lavori forzati per il presepe, iniziato ai primi di novembre e ancora da finire … I guasti tradizionali (pisellini non funzionanti anche se riposti con cura, statuine con braccia o gambe rotte anche se conservate sotto imballaggio singolo …) e non (acqua che perde, centralina elettrica in tilt, pistola colla a caldo a funzionamento alternato …), mi hanno tenuto quasi prigioniero in casa per un mese, nervi a fior di pelle e fisico da buttare (più dello standard personale …).

La Committente dei lavori forzati, nonché Collaboratrice volontaria, ha deciso una sospensione per evitare il crollo definitivo e la distruzione isterica del sottoscritto, con consegna in discarica di tutto quanto fatto finora. Siamo andati, per distrarci un po’, alla Fiera degli Oh Bej! Oh bej! a Milano e, tra bancarelle variopinte, odori di fritto e profumo di caldarroste, la quiete dopo la tempesta è arrivata. Anche perché, avendola incontrata tra i visitatori, stavo quasi per rivolgermi per un intervento protettivo e liberatorio a mio favore, lavoratore coatto, contro la ferrea padrona, alla Leader della CGIL … dicendole che sono stato costretto a lavorare anche oltre le otto ore giornaliere … ma la mia consorte mi ha ricordato che tra casa, scuola e presepe lei ne ha lavorato oltre 12 e quindi  ho salutato la Camusso e mi sono limitato a farle una foto ricordo di questi giorni stressanti. La serata è finita tranquillamente a casa davanti a una piadina con porchetta fresca, comprata ovviamente al “Mercatino di Natale” …

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