Una giornata di festa …

C’è ogni anno un giorno
fatto di gioia e tristezza
i pensieri fan ritorno
tra perdite e certezza …
 
Quella voce così importante
su rinunce e consigli
diventa più potente
per uno che ha dei figli …
 
Un uomo in questa ricorrenza
al suo “maestro” pensa spesso
ma poco bada all’evidenza
che padre è lui stesso …
 
Poi arriva quel mattino
col risveglio esilarante
e le icone sul telefonino:
dalla prole un augurio premiante … 

F. Gentile

Immagine da internet

 

 

 

10 marzo: Giornata mondiale delle Donne in Magistratura

Solo nel 1965 le donne ebbero accesso alla magistratura, dopo un intervento della Corte Costituzionale che con sentenza del 1960 dichiarò l’illegittimitá costituzionale della discriminazione introdotta dalla legge sulla capacitá giuridica della donna risalente al 1919. Oggi le donne sono il 54% del totale dei magistrati in servizio.

In un’Italia in bianco e nero, i volti sorridenti delle prime magistrate, con le loro pettinature démodé, i titoli ingenui e paradossali degli articoli dei quotidiani e dei tabloid, ci riportano indietro nel tempo, in un passato non troppo remoto, che ha segnato una svolta per il presente e il futuro della giurisdizione.
                                                                                                               (dal sito: Giustizia Insieme)

 

Grigio il tempo, ma non solo …

Sarà il tempo variabile, è variabile anche il mio umore. In questi giorni la mancanza di interessi, di volontà, di curiosità, di fantasia, diventa pesante come l’avanzare dell’età.

I giorni vanno e ci sono segnali che mi annunciano una sempre maggiore trascuratezza fisica e morale come dimenticare qualche nome o ricorrenza, il chiudermi in un guscio evitando contatti,  dedicandomi alle mie piccole cose: scrivere un diario, curare questo blog,  qualche verso da mettere nel cassetto, fare satira sul mondo sociale e politico con tanti “Mah” … Poi, colpa anche delle tecnologie e di questi social che rendono anti-social oppure dei cellulari che si sostituiscono alla memoria perché sono loro che conoscono numeri telefonici, numeri utili e parole segrete … Ricordo ancora i numeri di telefono fisso dei miei amici di gioventù e dei miei parenti, ma non so quelli attuali della mia famiglia, dei pochi conoscenti rimasti …

I miei figli mi hanno sempre considerato un “orso”: ho evitato inviti, occasioni anche importanti. Una volta, invece, potevo risultare “simpatico” e facevo anche l’autore e attore comico di “teatro-cronaca”, di cabaret con il gruppo di miei amici storici “I Più e Meno” con i quali giravamo nei localini intorno a Napoli, arrivando persino ad alternarci con “I cab-inetti” che poi erano quelli che diventarono “La Smorfia”, ovvero Enzo De Caro, Lello Arena e il grande Massimo Troisi … ma il bisogno del lavoro mi portò a chiudere e a vivere  lontano da tutti con anni di impegno, dedizione e passione col regalo di una bella famiglia … Oggi, però, i miei scritti, le mie vignette, hanno un unico “spettatore”: me stesso. Tutto ciò che ho fatto, compreso le rinunce, la testardaggine, le coerenze inflessibili, l’ho fatto per scelta, a volte per mantenermi onesto, fedele, vicino alla mia famiglia, ma sempre per proseguire con valori che mi ero creato, su insegnamenti dei miei genitori … Oggi non scrivo tutto ciò per lamentarmi, ma solo per fotografare o disegnare (altre mie passioni), la realtà.

Riflessione: un tempo, per leggere un solo romanzo impiegavo settimane, addirittura mesi, ora misuro lo scandire dei giorni passando sempre più velocemente da una storia all’altra: mai avrei immaginato di tornare in biblioteca meno di ogni settimana  e questo mi fa capire come i capitoli della mia vita si susseguono sempre più velocemente, lasciando un passato di cose brutte e tante cose belle e assottigliando le speranze di vedere realizzato qualche altro sogno. 

Corrono, corrono gli anni miei verso l’epilogo …