50 anni …

Ciao, papà. 50 anni fa, proprio nel corso delle feste, ci lasciasti improvvisamente. Forse scappasti con Babbo Natale in mondi più sereni. Oppure eri tu Babbo Natale e pensasti che quaggiù il tuo compito era finito. O inutile in questa società. Ma mi manchi. Ancora. E mancano i tuoi insegnamenti, i tuoi valori, le convinzioni di libertà e democrazia per cui ti eri anche battuto e avevi sofferto. Spesso alzo lo sguardo verso il cielo e sono certo che sei lì, tra qualche nuvola o seduto su una stella a guardarmi e a tendermi la mano come quando, bambino, inciampavo … Ti voglio bene. Ancora. Sempre.

I miei AUGURI da “Oldman” … Più o Meno

Quest’anno i miei AUGURI, che esprimo a tutti coloro che mi seguono sul blog e loro famiglie, vogliono essere un po’ Più riflessivi e Meno superficiali, insomma da “Oldman” come dico io o da “Orso” come dicono i miei figli.
Sono AUGURI SINCERI che mi legano a Voi tutti nel corso di tutto l’Anno e non solo in questi giorni, perché il mio blog è il salotto dove quasi quotidianamente vi ricevo e mi trattengo con voi che venite a trovarmi, conversando del “Più o Meno” che questa vita e questa società malata ci offrono con fatti belli (pochi) e brutti (tanti).
Arriva Natale “tanti doni a tutti i buoni” e si trascina tante Feste. Capodanno “Anno Nuovo vita nuova”. La Befana “tanto carbone ai cattivoni” … Un’ubriacatura collettiva, di corsa alle spese per i regali, ai supermercati alimentari, alla ricerca di cose che mai, durante l’anno, avremmo pensato.
Ai primi di novembre già vengono esposti i panettoni, la cui sola visione comincia a bloccare lo stomaco e l’acidità continua fino a Carnevale, quando il nostro stomaco si aprirà a chiacchiere e lasagne …
Si pensa settimane prima a cosa cucinare per i cenoni e i pranzi e si va, nelle Vigilie, dal capitone fritto alleggerito con insalata di rinforzo con papaccelle (peperoni) forti, cavolfiore, acciughe, olive capperi e sott’olio vari, pizza imbottita di scarole olive di Gaeta, capperi e acciughe (che, improvvisamente, assumono il ruolo di pesce “principe” in quei giorni, mentre durante l’anno vengono messe nel vasetto del dimenticatoio fino ad ammuffire …). Il baccalà fritto o bollito con olio e limone prende posto d’onore sulla tavola insieme agli spaghetti con le vongole, rigorosamente in bianco e al prato di noci, nocciole nostrane e noccioline americane, mandorle, fichi secchi, pistacchi e datteri. I datteri, in particolare, sono un altro simbolo del Natale: si comprano e appaiono sul desco solo in questo periodo e quasi nessuno li mangia, ma ci “devono essere” come le mandorle atterrate, le castagne del prete, i roccocò, i mustaccioli, le micidiali paste “reali”, cassatine e struffoli con confettini multicolore …
A Natale, invece, si sta “leggeri” con un bel brodino con le verdure miste oppure appena “qualche” tortellino, altro tipico esempio di alimento annualmente ricordato nei menù. Di seguito, si spazzolano tutti i resti della serata precedente come contorno al mitico “capretto al forno con le patate” che ormai è conosciuto solo dagli anziani e viene gustato solo nell’occasione natalizia con poca coerenza, perché ‘o capretto è il piatto della Pasqua. Ma, lo abbiamo detto, nelle Feste di Fine Anno, l’occasione di fare cose che solitamente non facciamo, è un obbligo come fare il Presepe o l’Albero o le due cose: simbolo della Famiglia e della Prosperità uno accanto all’altro a dimostrare che a Natale proprio non ci manca niente …
È proprio così? Una serie di domande comincia a svilupparsi come in una pellicola di un film di fantascienza: perché a Natale devo snobbare il diabete? Perché non posso mangiare un piatto di maccheroni al ragù e devo essere costretto a “bere” brodino di improbabili galline? Perché devo ricevere un regalo in questi giorni mentre nel corso dell’anno cadono nel dimenticatoio onomastico e compleanno? Perché gli auguri di buona salute mi arrivano a fine Anno come se durante non ne avessi bisogno? Perché tante persone si ricordano il mio numero di telefono solo quando vedono ovunque foto di Babbo Natale? Perché un amico è “per sempre” ma solo in questi giorni vuol sapere come va la mia vita da Pensionato come se durante l’anno fossi impegnato in chissà quali attività soddisfacenti? Perché in questo tempo mi arrivano decine di lettere, strapiene di bigliettini augurali, calendarietti, medagliette con santini e le richieste di beneficenza per aiutare bambini o ammalati, come se negli altri giorni dovessimo dimenticarci di aiutare chi ha bisogno? Perché figli e parenti ti ricordano che non puoi fare un viaggio o regalarti un po’ di momenti di solitudine in quanto “Natale è con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, come se a Pasqua potessi andarmene sulla Luna o fare una fuga con Miss Mondo? Perché mi viene una forte voglia di evasione da falsi valori che mi circondano, da incredibili promesse e dichiarazioni di cambiamenti, da immagini di gente spensierata sempre uguali e che sembrano preregistrate, da frasi che sembrano prese da copia e incolla, da post di social network che si ripetono in condivisioni senza che chi scrive faccia il minimo sforzo per inserire un proprio pensiero, istintivo o ragionato, ma scaturito dal proprio cuore o cervello? Perché in questi giorni mi sento più confuso, più estraneo, più svogliato e meno allegro, meno bisognoso di carezze che sentirei forzate, meno convinto che basta fare un Presepe, un Albero o un’abbuffata per star bene ed essere felice? Io il Presepe, che facevo con amore, con fantasia e convinzione, non l’ho fatto. La mia “Regina della Casa” ha fatto l’Albero. Ora devo chiudere. La mia “dolce metà” mi chiama: dobbiamo andare a fare la spesa e cercare i prodotti tradizionali  per i prossimi giorni. Altrimenti “Che Natale è”?